Giustizia

Processo civile, in "Manovra" spunta l'anticipo a febbraio della riforma Cartabia - "Sconcerto" del Cnf

Un emendamento del Governo prevede l'entrata in vigore della Riforma Cartabia il 28 febbraio 2023, anziché il 30 giugno 2023 come attualmente previsto

di Francesco Machina Grifeo

Acque agitate nell'Avvocatura per un emendamento del Governo alla legge di bilancio che anticipa l'entrata in vigore della riforma del processo civile al 28 febbraio 2023 (pag. 30), invece che al 30 giugno 2023 come attualmente previsto. Per il presidente del Cnf, Maria Masi e il coordinatore dell'Ocf, Mario Scialla «la decisione suscita sconcerto. L'emendamento - proseguono -, con l'anticipazione delle principali novità del rito civile, stride peraltro con la decisione di posticipare, invece, la riforma del processo penale e soprattutto appare del tutto irragionevole e disfunzionale visto il caos in cui getterà cancellerie, magistrati e avvocati». Per il segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense, Giampaolo Di Marco: "Si tratta di una proposta deleteria, che rischia di gettare nel caos il funzionamento del processo civile italiano".

E "molta preoccupazione" è stata espressa anche dall'AIGA. Per il Presidente dei Giovani Avvocati, Francesco Paolo Perchinunno: "Oltre che ingiustificato nella sostanza, viola il principio di gradualità, che avrebbe dovuto animare l'applicazione concreta della riforma e consentire, a tutti gli operatori del diritto, un'assimilazione progressiva delle nuove regole. Principio che, invece, viene immotivatamente accantonato gravando gli operatori di oneri ulteriori e gli utenti del sistema di nuove incertezze. AIGA - conclude Perchinunno - chiede che l'emendamento venga ritirato e lancia un appello al Governo affinché si lavori ad una controriforma che metta al centro l'efficienza del sistema giustizia"

Tema caldo anche l'intervento sulle intercettazioni preventive legate all'attività di intelligence. Si tratta tuttavia di una misura che potrebbe però saltare anche all'ultimo: la presidenza della Camera infatti sta valutando l'ammissibilità. In particolare, in attesa della riforma annunciata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Governo vuole cambiare le regole per quelle disposte dagli 007: saranno a tempo, per 40 giorni prorogabili di 20 in 20; i dati acquisiti verranno distrutti entro sei mesi ed il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma potrà autorizzarne la conservazione per 24 mesi al massimo. Le spese, infine, non saranno più coperte dal ministero della Giustizia ma dallo stesso sistema dell'intelligence, anche per evitare la circolazione di informazioni riservate fuori dal comparto.

Tornando al civile, tra le proposte emendatvie del Governo, l'art. 68-bis - (Disposizioni per l'attuazione del PNRR in materia di processo civile e di tirocinio dei magistrati ordinari) – prevede uno spartiacque per l'applicazione della riforma civile. L'articolo 35 del Dlgs 10 ottobre 2022 n. 149 viene infatti sostituito integralmente e nella nuova norma si prevede che le disposizioni del decreto, "salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data". Mentre "ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti".

«Innovazioni di forte impatto – proseguono Masi e Scialla - come la nuova fase introduttiva del giudizio di cognizione, infatti, richiedono negli operatori il giusto livello di approfondimento e consolidamento che non sarà possibile con un'anticipazione di quattro mesi rispetto alla data originaria di entrata in vigore. Questo tipo di considerazioni, d'altronde, hanno indotto opportunamente il Governo ad operare la scelta opposta in riferimento al processo penale. Non si comprende in nessun modo, dunque, la scelta vista la consapevolezza mostrata circa il già grave affanno della giustizia civile, definita prima causa di sofferenza dello Stato, con i ritardi dei processi che costano il 2% di Pil».

"È bene ricordare - ammonisce ancora Di Marco (Anf) - che la legge delega di riforma del processo civile (Legge 206/2021) è stata approvata in tempi da record, sulla scorta dell'esigenza di rispettare gli obbiettivi del Pnrr, così come anche il provvedimento attuativo (D.Lgs. 149/2022) è stato predisposto in tempi contingentati, sempre sulla scorta della necessità di rispettare i tempi del Recovery Fund. Stupisce ora questa accelerazione, perché il termine di entrata in vigore della nuova disciplina fissato al 30 giugno 2023, oltre a rispettare il vincolo europeo, rappresenta un tempo minimale per consentire a tutto le componenti della macchina della giustizia di giungere preparate".

Inoltre, il testo contiene anche misure contro le scoperture di organico dei magistrati, tagliando di un semestre il tirocinio per coloro che hanno sostenuto i due ultimi concorsi. Così, si legge, in deroga al Dlgs 30 gennaio 2006, n. 26, e al fine di consentire una più celere copertura delle vacanze nell'organico degli uffici giudiziari di primo grado, il tirocinio dei magistrati ordinari dichiarati idonei all'esito del concorso bandito con i decreti ministeriali adottati in data 29 ottobre 2019 e in data 1° dicembre 2021 ha, in via straordinaria, la durata di dodici mesi e si articola in sessioni, anche non consecutive, una delle quali della durata di quattro mesi effettuata presso la Scuola superiore della magistratura ed una della durata di otto mesi effettuata presso gli uffici giudiziari. I tre periodi in cui si articola la sessione presso gli uffici giudiziari, hanno la seguente durata; a) tre mesi, per il primo periodo; b) un mese, per il secondo periodo; c) quattro mesi, per il terzo periodo.

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