Omessa custodia per il padrone di grossi cani che escono dal recinto attraverso un buco non riparato
Scatta la responsabilità penale per l’aggressione a una persona non solo in base alla proprietà del cane, ma è sufficiente averne il possesso che impone l’onere di custodire in modo sicuro l’animale
Non basta a chi detiene un cane aggressivo il mantenerlo in un’area recintata, per evitare le conseguenze penali che potrebbero scattare, nel caso in cui il cane fosse posto in condizione di poterne fuoriuscire.
Il padrone deve infatti dimostrare di aver predisposto un recinto sicuro e di provvedere al controllo della sua integrità. Scatta l’omessa custodia di animali se il cane riesce a oltrepassare il perimetro dell’area privata dove si trova o ne esce per l’imprudenza dei proprietari dell’area che lascino inavvertitamente aperto il cancello d’accesso.
La Corte di cassazione penale - con la sentenza n. 15701/2025 - ha confermato la condanna per omicidio colposo nei confronti del proprietario di quattro cani corsi per non aver fatto una manutenzione regolare alla rete di contenimento che seppur predisposta cedeva a causa della spinta degli animali.
La Cassazione ha rigettato il motivo di ricorso con cui l’imputato intendeva escludere la rilevanza penale della propria condotta rispetto alla aggressione fatta dai suoi cani contro un passante. La difesa affermava che fossero usciti dal cancello lasciato inavvertitamente aperto dalla moglie. Ma, al di là della mancata prova di tale circostanza, i giudici hanno, invece, valutato come più probabile via di fuga degli animali dall’area privata il grosso buco nella recinzione non riparato. Non avrebbe, infatti, dovuto mancare un controllo dello stato della recinzione probabilmente soggetta a essere danneggiata da parte degli stessi animali quando, come nel caso concreto, sono di grande taglia.
La Cassazione detta quindi il principio di diritto che afferma che non basta aver posizionato l’animale domestico - magari pericoloso - all’interno di un’area recintata privata, ma che si deve anche provvedere alla manutenzione della recinzione affinché non possa uscirne in maniera incontrollata. Tant’è vero che gli stessi giudici di merito avevano puntualizzato che, se fosse stato realizzato un recinto ad hoc per controllare i cani, essi non sarebbero neanche dovuti arrivare al cancello da cui secondo la difesa erano poi usciti.