A Milano la terza sede del Tribunale europeo dei brevetti (Tub)
Si partirà da giugno del prossimo anno. Tajani: "Avrà la competenza per il settore farmaceutico, per il settore dei fitofarmaci e per l'agroindustria"
"Milano sarà la sede della terza sezione del Tribunale europeo dei brevetti( Tub). Il comitato amministrativo del Tub, infatti, ha appena approvato ufficialmente la decisione. Una buona notizia per l'Italia e un riconoscimento per Milano". Così ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Si partirà da giugno del prossimo anno. "Il Tribunale – ha proseguito - avrà la competenza per il settore farmaceutico, per il settore dei fitofarmaci e per l'agroindustria".
"L'assegnazione a Milano della terza sede del Tub – ha commentato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio - rappresenta un successo importante per il nostro Paese, che dopo la Brexit è la terza nazione europea per numero di brevetti". "Si tratta di un'assegnazione – ha proseguito Nordio - che oltre al prestigio porterà grandi benefici sotto il profilo economico e di giurisdizione. Milano era ed è la capitale economico-finanziaria del nostro Paese ed è quindi il posto più indicato per ospitare la terza sede del Tub".
Per il sindaco di Milano, Beppe Sala: "È il risultato di un grande lavoro congiunto, che ci ha sempre visto in prima linea. Al lavoro per dimostrare la validità della scelta e per ampliare con il Governo le deleghe che ci sono state assegnate".
Soddisfazione anche dal governatore lombardo Attilio Fontana. "Un risultato molto importante per Milano e l'intera Lombardia, frutto del lavoro di tutti gli attori che hanno partecipato alle trattative", ha puntualizzato . "Ora - ha proseguito Fontana - siamo in attesa di conoscere quali competenze verranno attribuite alla Lombardia che, giova sempre ricordarlo, è la regione dove si depositano il maggior numero di brevetti e la ricerca si sposa con innovazione e industria".
Al tribunale europeo dei brevetti, dunque, dovrebbero andare le competenze per dirimere le controversie brevettuali, soprattutto nel settore farmaceutico. Per il presidente di Farmindustria Marcello Cattani: "La scelta di Milano, dopo Parigi e Monaco di Baviera è sicuramente positiva". "Ad oggi – aggiunge - non è chiaro se sono confermati gli accordi di maggio o è previsto un allargamento, quindi rimaniamo in attesa di capire e comunque c'è la possibilità di un'azione successiva per l'ampliamento delle competenze nel 2026. L'idea di uno spacchettamento di competenze per il settore tra le diverse sedi indebolisce i paesi forti del comparto come l'Italia". Insieme a Milano c'è infatti Parigi, dove dovrebbe essere trattata la farmaceutica dotata di certificati Spc, cioè il 90% circa dei medicinali sul mercato e Monaco che avrà la chimica oltre alla oltre alla metallurgia.
Sul tema delle competenze entra anche l'avvocato, Luigi Mansani, partner di Hogan Lovells, Studio Legale Internazionale: "Ancora non si sa - afferma - se avrà tutte le competenze che avrebbe avuto Londra, ma non sarà una scatola vuota. E' vero che potrebbe non avere competenza sui brevetti farmaceutici per i quali sono stati chiesti certificati complementari di protezione, che sono i brevetti pharma di maggior valore. Ma è anche vero che, proprio per quel motivo, la quasi totalità di quei brevetti sono stati oggetto di opt-out da parte dei loro titolari: non saranno cioè assoggettati al nuovo regime dei brevetti con effetto unitario. Perché? Perché quei brevetti, differentemente da quanto accade ora, potranno essere invalidati con un "attacco centrale": un rischio che i loro titolari non vogliono correre. E' dunque possibile che la sede di Milano decida comunque sulla grande maggioranza dei brevetti pharma sottoposti al nuovo sistema".
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