Agli infermieri va retribuito il tempo impiegato per indossare la divisa
Il tempo impiegato per indossare e togliere la divisa da infermiere deve rientrare nell'orario di lavoro. Lo sottolinea la corte di Cassazione con l'ordinanza 1 luglio 2019 n. 17635. Il contenzioso era sorto tra alcuni infermieri e una Asl abruzzese che non voleva riconoscere il diritto alla retribuzione del tempo utilizzato per cambiarsi.
La Asl, pur avendo perso sia in tribunale che in appello, ha fatto ricorso in Cassazione contestando l'assenza di indicazione specifiche su tempi e modalità della vestizione. Un requisito, quello della etero-direzione del datore di lavoro della prestazione di vestizione e svestizione, che secondo la Asl sarebbe stato condizione indispensabile per far rientrare il cambio d'abito nell'orario di lavoro. Una tesi respinta dai magistrati di legittimità perché per gli infermieri è un attività che non è svolta nell'interesse dell'Asl ma dell'igiene pubblica e come tale «implicitamente autorizzata dall'Azienda stessa». Quindi secondo la Cassazione «per il lavoro all'interno delle strutture sanitarie, anche nel silenzio della contrattazione collettiva integrativa, il tempo di vestizione e svestizione dà diritto alla retribuzione, essendo tale obbligo imposto dalle superiori esigenze di sicurezza ed igiene riguardanti sia la gestione del servizio pubblico sia la stessa incolumità del personale addetto».
Ricorso respinto dunque ed Asl condannata a pagare il contributo aggiuntivo per lite temeraria.
Corte di Cassazione – Sezione Lavoro – Sentenza 1 luglio 2019 n. 17635