Comunitario e Internazionale

Ai nastri di partenza la strategia UE per il tessile sostenibile

Per adeguarsi agli obiettivi della Strategia tessile le aziende potranno ricorrere a forme di sostegno finanziario e incentivi

di Daniela Della Rosa*

Ecodesign, tracciabilità della filiera, responsabilità del produttore e commercio dei prodotti: sono alcuni dei temi oggetto della "Strategia dell'Unione Europea per il tessile sostenibile" elaborata dalla Commissione Europea e che sarà pronta entro la fine di marzo.

La Strategia Tessile – in lavorazione dal 2020 – fa parte di un più ampio processo volto ad assicurare la ripresa dell'industria tessile in crisi a causa del COVID-19 e dei recenti eventi bellici tra Ucraina e Russia. L'obiettivo è quello di renderla più competitiva, sostenibile e coerente con i principi dell'economia circolare, anche in relazione alla produzione e gestione delle materie prime secondarie e orientando gli investimenti verso la ricerca e l'innovazione.

Entrando nel dettaglio dei temi cardine della Strategia:
Ecodesign. La Commissione introdurrà una specifica policy per i prodotti tessili sulla base di quanto previsto dalla direttiva c.d. Ecodesign contenente i requisiti minimi (in termini di sostenibilità, materiali da utilizzare, riciclabilità, durata nel tempo, riparabilità, possibilità di riutilizzo) che i produttori dovranno rispettare per poter avere accesso al mercato europeo. La Commissione intende predisporre una serie di misure di controllo attraverso le quali eliminare dal mercato tutti i prodotti non conformi sia alle best practice consolidate sia rispetto a questi nuovi standard minimi;
Tracciabilità e Trasparenza della Filiera. Tra i punti maggiormente a cuore della Commissione Europea vi è certamente l'obiettivo di garantire una totale tracciabilità dei prodotti sotto diversi profili:
(i) ambientale,
(ii) tutela dei diritti umani,
(iii) corretta strutturazione del governo societario e
(iv) impatto sociale, dando così atto ad una vera e propria campagna di incentivazione alla c.d. compliance ESG;
Responsabilità Estesa del Produttore – ("EPR – Extended Producer Responsibility").
La Strategia Tessile intende intervenire sui profili di responsabilità in capo ai produttori i quali saranno tenuti a intervenire
(i) sulla gestione dei rifiuti tessili,
(ii) sul loro smaltimento e
(iii) sul controllo di ogni fase del riciclo dei prodotti, assicurandosi che le proprie attività rispettino gli standard minimi previsti in termini di percentuale di prodotti riciclati e riutilizzati;
Commercio dei prodotti. La Commissione, facendo leva sugli accordi commerciali import/export sottoscritti dai Paesi Membri con paesi extra-UE, intende promuovere e favorire quei produttori che, per tutta la filiera (dalla materia prima al prodotto finale), si avvalgano e intrattengono rapporti commerciali con partners che rispettano il quadro normativo in tema di sostenibilità della produzione, circolarità, innovazione e transizione ecologica.

Dal 1° gennaio 2022 in Italia è altresì scattato l'obbligo della raccolta differenziata dei prodotti tessili. Durante la seduta del 16 marzo 2022 la Camera dei Deputati ha evidenziato alcuni punti critici dell'imminente Strategia Tessile Europea – come l'inadeguatezza della normativa italiana in tema di competitività del settore e di normativa green o l'eccessiva burocrazia che la caratterizza – chiedendo al governo di impegnarsi per il raggiungimento di alcuni obiettivi necessari per salvaguardare il settore tessile e della moda, quali:
la creazione di un Recycling Hub – un sistema integrato a livello nazionale per la gestione e il riciclo degli scarti di lavorazione (pre e post consumo) e dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata della frazione tessile; per quest'ultimo segmento, in particolare, l'obiettivo è quello di raggiungere il 100% di recupero del materiale tessile mediate una specifica linea di investimento da includersi nel PNRR volta alla creazione dei c.d. Textile Hubs;
■ l'introduzione, tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 di un c.d. Contributo Ambientale volto a sostenere il sistema dedicato alla gestione e allo smaltimento nonché riutilizzo dei materiali tessili;
■ promozione di politiche per la trasparenza e la tracciabilità delle filiere attraverso il coordinamento di strumenti quali, la BlockChain e l'AI (intelligenza artificiale);
■ istituire impianti, pubblici o consortili, di trattamento delle acque reflue e dei fanghi di depurazione derivanti dai cicli di nobilitazione tessile, con l'introduzione delle tecnologie più avanzate per l'abbattimento dei carichi inquinanti;
■ supporto alla ricerca di nuove famiglie di prodotti chimici a ridotto impianto ambientale utilizzabili nei cicli di nobilitazione tessile favorendo la sottoscrizione da un lato di diverse certificazioni etiche ambientali e dall'altro di protocolli quali ad esempio il Protocollo RSL (Rerstricted Substances List) e il Protocollo MRSL (Manufacturing Restricted Substances List);
■ potenziare il credito d'imposta per le attività di R&S (Ricerca e Sviluppo) relativamente al design e all'ideazione estetica, con l'innalzamento dell'aliquota prevista dall'attuale credito d'imposta e del massimale per un almeno un quinquennio;
■ riformulare il contenuto della c.d. riforma Patent Box al fine estendere la previsione di una super deduzione dei costi sostenuti per l'attività di ricerca e sviluppo anche ai marchi della moda e a tutte le aziende della filiera;
■ l'introduzione di un complesso di incentivi di varia natura di lungo periodo (5-10 anni) per favorire la rilocalizzazione in Italia degli impianti produttivi, quali:
a) finanziamenti agevolati o contributi a fondo perduto;
b) prevedere nel PNRR – Piano nazionale ripresa resilienza – il rilancio del sistema moda italiano quale strumento di sviluppo dell'innovazione, della competitività e della transizione ecologica;
■ adottare un quadro normativo volto a favorire la creazione di scuole e programmi formativi professionalizzanti che includano i temi della sostenibilità e dell'innovazione responsabile con l'obiettivo di avvicinare i giovani lavoratori al settore;
■ visti i recenti incrementi dei prezzi delle materie prime dovuti al conflitto tra Russia e Ucraina, promuovere iniziative volte a favorire il reperimento delle materie prime anche al di fuori delle tradizionali linee di approvvigionamento sostenendo economicamente e finanziariamente le iniziative di Reshoring , la scelta, cioè, degli operatori del settore moda di affidarsi a mercati che garantiscano più alti livelli di tutela dei diritti dei lavoratori. Più nell'immediato al Governo è stato chiedo di intervenire prontamente di adottare opportune forme di sostegno e ristoro;
■ da ultimo, intervenire con adeguate riforme strutturali e adeguati finanziamenti al fine di favorire la digitalizzazione del settore: dal potenziamento dell'e-commerce che sempre più ricorre a sistemi totalmente digitalizzati di try on to buy, passando per la creazione e il sostegno ai c.d. show room virtuali che operano con i sistemi di realtà aumentata fino ad arrivare al c.d. Crm – Customer Relationship Management.

Per adeguarsi agli obiettivi della Strategia tessile le aziende potranno ricorrere a forme di sostegno finanziario e incentivi introdotti dalle autorità competenti per una maggiore competitività italiana in Europa e all'estero.
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*A cura dell'Avv. Daniela Della Rosa, partner di Curtis Milano, Co-Director e Adjunct Professor del Master LUISS in Fashion and Luxury management

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