Anm e avvocati «impallinano» la riforma della prescrizione
Non ne esce benissimo la riforma della prescrizione dopo il giro di audizioni svoltosi ieri alla Camera. Davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia sono sfilate le associazioni di magistrati e avvocati, professori universitari e alti magistrati. Da nessuno è arrivato un via libera senza se e senza ma all’ipotesi di interruzione dopo la sentenza di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzione.
Per l’Assocaizone nazionale magistrati c’è un problema di metodo e uno di merito. Quello di metodo: non si può affrontare la riscrittura della prescrizione, del suo decorso, in maniera del tutto avulsa da interventi mirati sul processo penale. E di questi Anm dà esempio, nel merito appunto, con 30 pagine di proposte di modifica del sistema penale, sia sostanziale sia processuale, già all’attenzione dell’ufficio legislativo del ministero della Giustizia che potrebbe utilizzarle per la redazione dell’annunciata delega sulla riforma che dovrà vedere la luce a breve. E ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha preannunciato che il testo sarà portato in Parlamento entro un mese.
Tra le modifiche, l’abolizione del divieto di riforma peggiorativa del giudizio di appello, la previsione della sola prima notifica come da farsi personalmente all’accusato (tutte le altre al difensore), la riduzione dei casi in cui deve essere rifatto il dibattimento se cambia (a qualsiasi titolo) il o uno dei giudici, l’estensione del giudizio direttissimo al caso di fermo di indiziato, l’introduzione dell’esame a distanza dei testimoni, l’allargamento delle possibilità di confisca per equivalente a tutti i reati con finalità di lucro.
E, per quanto riguarda la prescrizione, il presidente Anm Francesco Minisci, dopo avere ricordato che gli effetti di vedranno solo tra qualche anno, vista l’impossibilità di un’applicazione retroattiva, l’indicazione dell’Anm è di bloccarla sì dopo il primo grado, ma solo in caso di pronuncia di condanna, come punto di equilibrio tra le garanzie dell’imputato e l’efficacia del processo.
Di radicale opposizione all’emendamento al disegno di legge anticorruzione è la posizione dei penalisti, espressa ieri dal segretario dell’Unione camere penali Eriberto Rosso. I penalisti, che hanno già proclamato l’astensione dalle udienze dal 20 al 23 novembre, chiedono il ritiro dell’emendamento, e considerano la conservazione della prescrizione come un baluardo dello stato di diritto. E quanto al pacchetto di proposte messo a punto dall’Associazione magistrati, la bocciatura è altrettanto sonora: «l’Anm ormai è il ghost writer dell’esecutivo. Si propone la contoriforma dell’appello che neppure sta nel contratto di governo. Non una parola invece sulla durata delle indagini preliminari, dove matura il 60% delle prescrizioni».
Oggi, entro le 17, dovranno essere depositati i subemendamenti sul solo tema della prescrizione (sull’anticorruzione ne giacciono 300, con 80 in quota maggioranza) che si attendono ovviamente numerosi da parte delle opposizioni e da domani si inizierà a votare per chiudere la partita entro venerdì. Da lunedì lo sbarco in Aula.