Famiglia

Assegno divorzile: le condizioni economiche giustificano un assegno superiore a quello di separazione

La donna percepiva un mantenimento divorzile pari a 3200 euro mensili (rispetto ai 3000 in fase di separazione) in rapporto alle entrate del marito che ricopriva un ruolo apicale in una nota società televisiva

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di Giampaolo Piagnerelli

La quantificazione dell'assegno di divorzio deve tenere presente diversi fattori quali la durata del matrimonio e il reddito di entrambi i coniugi prima e dopo la rottura del rapporto. Quindi in fase di divorzio può essere giustificato un mantenimento superiore a quello ottenuto con il giudizio di separazione. Lo chiarisce la Cassazione con l'ordinanza n. 39174/21.

La vicenda. Venendo ai fatti i giudici di rinvio hanno dichiarato legittimo a carico dell'ex marito l'esborso una tantum di circa 2milioni di euro all'ex famiglia, il pagamento del 75% di un immobile ubicato a Milano e la corresponsione di 3200 euro mensili per il mantenimento della ex moglie. Il tutto - si legge nella sentenza di Cassazione - era legittimato dalla circostanza che l'ex marito ricoprisse un ruolo apicale presso Mediaset e che guadagnasse circa 22 mila euro al mese. Puntualizzano i Supremi giudici che "La determinazione dell'assegno di mantenimento così come operata in sede di separazione personale dei coniugi, non rappresenta il limite invalicabile in sede di determinazione dell'assegno divorzile, in quanto quest'ultimo può superare anche quello stabilito in fase di separazione". I Supremi giudici hanno richiamato quanto precisato dalla Corte di merito e cioè che si trattava di un matrimonio durato 22 anni, mancava lo svolgimento di un'attività lavorativa da parte dell'ex moglie ed era evidente l'incapacità di quest'ultima di ricollocarsi nel mercato del lavoro. L'elemento, infine, di maggiore valore da considerare consisteva nella circostanza che la donna avesse fornito un notevole apporto alla famiglia in cui il marito aveva continuato a lavorare "serenamente" mentre l'ex moglie si occupava dei figli e della gestione della casa secondo una divisione dei ruoli tradizionali.

Conclusioni . Di qui la bocciatura del ricorso dell'ex marito costretto a conferire all'ex moglie un assegno divorzile di 3200 euro, superiore rispetto a quello di 3mila euro "sborsato" in fase di separazione.

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