Avvocati già al lavoro sulla nuova chance del brevetto unico Ue
Ancora da decidere la terza sede (Milano è in lizza) e la nomina dei giudici ma gli studi devono prepararsi per il debutto
Non solo mondi virtuali. Per gli avvocati esperti di proprietà intellettuale si avvicina un’altra sfida: la nascita del Tub, il tribunale unico dei brevetti europeo. La strada per la piena operatività è ancora lunga, rimane l’incertezza sull’assegnazione di una delle tre sedi centrali a Milano (che è già sede locale) e devono essere nominati i giudici, ma gli studi non possono farsi trovare impreparati. A gennaio è stato raggiunto l’accordo quadro, che sancisce la partenza del Tub; ora verranno selezionati i giudici e predisposta l’infrastruttura It.
La scelta della giurisdizione
Chi ha già dei brevetti sta valutando quali sottoporre, in questa fase, alla giurisdizione del Tub. Ed è soprattutto su questo che gli studi legali stanno lavorando con le aziende fornendo training mirati. «Ragioniamo con i nostri clienti su come procedere, analizzando i loro portafogli brevettuali e valutando insieme come esercitare i cosiddetti diritti di “opt-in” o “opt-out” – commenta Laura Orlando managing partner in Italia e responsabile Life sciences per l’area Emea di Herbert Smith Freehills –. L’approccio sarà diverso settore per settore». C’è cautela sull’opportunità di sottoporre a un nuovo sistema, non ancora rodato, brevetti cruciali, ma d’altro canto essere da subito coinvolti dà «l’opportunità di contribuire a forgiarlo».
Il nuovo sistema impatterà sugli stessi studi legali. «Chi ha già un’impronta internazionale per gestire il contenzioso brevettuale è avvantaggiato – commenta l’avvocato Federico Fusco, partner del dipartimento di Intellectual property di Dentons – Ma servirà introdurre competenze nuove». Cambia soprattutto l’aspetto legato alla consulenza tecnica. «Dovremmo lavorare in modo diverso con i consulenti – aggiunge Fusco – in una collaborazione a stretto contatto con l’avvocato che cerca di calarsi sempre di più negli aspetti tecnici. Nel tempo gli avvocati si specializzeranno in un certo settore tecnologico». Se poi Milano diventasse anche una delle sedi del tribunale Ue (a fianco di Parigi e Monaco), i riflessi non sarebbero solo di natura giuridica. «La città acquisirebbe un ruolo strategico –aggiunge Orlando – sullo scacchiere europeo nell’ambito di contenziosi che muovono grandi interessi e capitali».
I vantaggi del Tub
Una delle finalità del Tub è ridurre le decisioni contrastanti nei vari Stati e i tempi della giustizia, con effetti in tutti i Paesi europei. «Per i nostri assistiti – spiega Jacopo Liguori, partner e Head of italian intellectual property team di Withers – sarà una opportunità in più rispetto all’esistente tutela brevettuale nazionale o europea (Epo), e avrà il vantaggio di rendere possibile una protezione probabilmente più efficiente, rapida e uniforme nei paesi che per ora hanno ratificato l’accordo Tub».
A cambiare sarà la protezione offerta: dall’attuale sistema basato su «pacchetti» o «fasci» di brevetti validi in diversi Stati europei, si passerà a un brevetto unitario, sempre rilasciato dall’ufficio europeo dei brevetti (Epo) , che consentirà di ottenere contemporaneamente la protezione brevettuale nei 25 paesi Ue aderenti all'iniziativa.
Il taglio dei costi
Sul fronte dei costi di questo tipo di attività ci saranno ripercussioni. «Con il brevetto unitario –spiega Mattia Dalla Costa, partner di CBA e presidente di Les Italia – ci sarà una riduzione sensibile delle spese sia in termini di costi amministrativi che giudiziari. Con il brevetto unitario abbiamo di fatto un costo inferiore alla sommatoria di tutti i costi che si sosterrebbero per il deposito di brevetti nazionali nei vari singoli paesi».
L’attività giudiziaria si svolgerà nella lingua del brevetto o in quella della divisione locale o regionale del Tub. «Se gli avvocati italiani si sentiranno a loro agio nel difendere il loro cliente in francese, inglese e tedesco – continua Dalla Costa – avranno la possibilità di essere competitivi, altrimenti i loro clienti dovranno affidarsi ad un collega di un altro Stato per affrontare una discussione in udienza in una lingua diversa dalla propria». Per questi legali parlare inglese è naturale «ma - avverte Dalla Costa - in pochi conoscono il tedesco o il francese al livello necessario per litigare in giudizio. Da qui l’importanza di una formazione internazionale del professionista».
L’attività del tribunale dovrebbe vertere in modo particolare su brevetti legati a prodotti di grande valore, spesso nelle biotecnologie o nel farmaceutico. «Ma - aggiunge Liguori - ci aspettiamo forte interesse dal mondo delle imprese, non solo multinazionali, ma anche piccole/medie aziende e startup proprio nella fase di valutazione degli asset tecnologici che potrebbero essere protetti da brevetto».
Il tempo stringe: si calcola che l’attività giurisdizionale del tribunale potrebbe avere luogo già tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2023.