Rassegne di Giurisprudenza

Azione di ingiustificato arricchimento: si esclude se l'ente locale acquista beni e servizi senza assunzione dell'impegno di spesa

immagine non disponibile

a cura della Redazione di PlusPlus24 Diritto

Obbligazioni - Pubblica Amministrazione - Azione di ingiustificato arricchimento - Acquisto di beni e servizi senza impegno di spesa - Carattere residuale dell'azione
Nel caso in cui un ente locale acquisti beni o servizi senza la contestuale assunzione dell'impegno di spesa, l'obbligo di corrispondere la controprestazione sorge in capo all'ente solo nella misura in cui il debito sia stato riconosciuto fuori bilancio mentre, per la restante parte, grava su chi ha consentito la fornitura, escludendosi in ogni caso l'esperibilità dell'azione di ingiustificato arricchimento nei confronti della P.A..Ciò comporta, in entrambi i casi, l'improponibilità dell'azione di ingiustificato arricchimento da parte del fornitore nei confronti dell'ente: nel primo, perché il riconoscimento del debito fuori bilancio instaura un rapporto che trova la fonte nell'acquisizione di beni o servizi; nel secondo caso perché, essendo il fornitore munito di azione nei confronti degli obbligati ex lege, difetta il carattere della sussidiarietà richiesto dall'art. 2042 cod. civ.
Cassazione, Civile, Sezione 3, Ordinanza del 16 novembre 2020, n. 25870

Pubblica amministrazione - Obbligazioni - Arricchimento senza causa obbligo indennitario della p.a. - Presupposti - Riconoscimento dell'utilità - Necessità - Esclusione - Fondamento - Limite del cd.'arricchimento imposto' - Fattispecie
Il riconoscimento dell'utilità da parte dell'arricchito non costituisce requisito dell'azione di indebito arricchimento, sicché il depauperato che agisce ex art. 2041 c.c. nei confronti della P.A. ha solo l'onere di provare il fatto oggettivo dell'arricchimento, senza che l'ente pubblico possa opporre il mancato riconoscimento dello stesso; tuttavia, le esigenze di tutela delle finanze pubbliche e la considerazione delle dimensioni e della complessità dell'articolazione interna della P.A. trovano adeguata tutela nel principio di diritto comune del cd. "arricchimento imposto", potendo, invece, l'Amministrazione eccepire e provare che l'indennizzo non è dovuto laddove l'arricchito ha rifiutato l'arricchimento ovvero non ha potuto rifiutarlo perché inconsapevole dell'"eventum utilitatis". (In applicazione del principio, la S.C. ha cassato la sentenza gravata che aveva riconosciuto all'appaltatrice l'indennizzo per indebito arricchimento per prestazioni sanitarie fornite oltre il tetto di spesa fissato dalla P.A.).
Cassazione, Civile, Sezione 3, Ordinanza del 24 aprile 2019, n. 11209

Pubblica amministrazione - Obbligazioni - Arricchimento senza causa - Obbligo indennitario della p.a. - Presupposti - Riconoscimento dell'utilità - Necessità - Esclusione - Fondamento - Limite dell'"arricchimento imposto".
Il riconoscimento dell'utilità da parte dell'arricchito non costituisce requisito dell'azione di indebito arricchimento, sicché il depauperato che agisce ex art. 2041 cod. civ. nei confronti della P.A. ha solo l'onere di provare il fatto oggettivo dell'arricchimento, senza che l'ente pubblico possa opporre il mancato riconoscimento dello stesso, esso potendo, invece, eccepire e provare che l'arricchimento non fu voluto o non fu consapevole, e che si trattò, quindi, di "arricchimento imposto".
Cassazione, Civile, Sezioni Unite, Sentenza del 26 maggio 2015, n. 10798

Azione di arricchimento senza giusta causa nei confronti della pa - Esecuzione di lavori di manutenzione su edifici scolastici - Comune - Affidamento dei lavori a ditta individuale - Esecuzione di lavori non previsti dal contratto - Opere "extra contratto" non rifiutate - Utilità dell'opera - Non costituisce requisito fondamentale per l'azione di ingiusto arricchimento - Azione ex art. 2041 cc - Azione ammissibile sia nei confronti del soggetto privato che dell'ente pubblico - Prova del fatto oggettivo dell'arricchimento - Onere a carico della parte privata ricorrente.
In materia di ingiustificato arricchimento della pubblica amministrazione, il riconoscimento dell'utilità dell'opera non è un requisito per l'azione di indebito arricchimento, ma spetta al giudice valutare la prova fornita dal privato sull'incremento patrimoniale dell'amministrazione. Quest'ultima, dal canto suo, non può limitarsi a non riconoscere tale incremento, ma deve dimostrare che questo non fu voluto o avvenne nella sua inconsapevolezza. Le sezioni Unite prendono così le distanze dal precedente orientamento, sbilanciato in favore della pubblica amministrazione, garantendo l'esigenza di tutela delle finanze pubbliche attraverso la possibilità che l'ente pubblico dimostri che l'arricchimento sia stato imposto, perché lo aveva rifiutato o perché non era a conoscenza dell'evento, mentre al privato è concessa piena garanzia di esperire la sua azione.
Cassazione, Civile, Sezioni Unite, Sentenza del 26 maggio 2015, n. 10798