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Bilancio Corte di giustizia e tribunale Ue, guerra in Ucraina protagonista nelle cause davanti ai giudici europei

Nei dati diffusi sull’attività svolta nel 2022 gli effetti giudiziari del conflitto

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di Giovanni Negri

È il bilancio di un anno, il 2022, di attività giudiziaria esercitata da Corte di giustizia e Tribunale dell’Unione europea quello reso noto ieri, con la novità di una finestra aperta sulle cause più significative.

A livello aggregato, davanti ai due organi giurisdizionali, sono state promosse 1.710 cause, mentre 1.666 sono quelle definite, per un saldo a fine anno di 2.585 cause pendenti. Quanto alla durata media di un procedimento, questa si attesta su poco più di 16 mesi (16,4 per la Corte di giustizia e 16,2 per il Tribunale). La quasi totalità degli atti processuali è ormai depositata attraverso il canale digitale (l’87% davanti alla Corte di giustizia e il 94% in Tribunale).

Per quanto riguarda la Corte di giustizia, sono state introdotte 806 cause. Come negli anni precedenti, si tratta per lo più di domande di pronuncia pregiudiziale e di impugnazioni che, con rispettivamente 546 e 209 cause, rappresentano da sole più del 93 % di tutte le cause proposte nel 2022. Le tematiche affrontate sono state diverse: è il caso della salvaguardia dei valori fondamentali dell’Unione europea, la protezione dei dati personali, dei consumatori o dell’ambiente, senza dimenticare la fiscalità, la concorrenza e gli aiuti di Stato. Spiccano poi numerose cause legate alla crisi sanitaria o alla guerra in Ucraina. Sul piano numerico, sono le cause sullo spazio di libertà sicurezza e giustizia quelle di gran lunga più numerose (132), seguite dal ravvicinamento delle legislazioni (89).

Davanti al Tribunale sono state 904 le cause promosse, con 792 ricorsi diretti (270 su proprietà industriale e intellettuale). Il Tribunale è chiamato, in particolare, talvolta in tempi molto brevi, a controllare la legittimità delle misure restrittive adottate dall’Unione nei confronti di persone o entità legate all’aggressione perpetrata dalla Federazione russa a partire dal febbraio 2022. La Grande Sezione del Tribunale ha così potuto pronunciare la sentenza RT France/Consiglio, nel quadro di un procedimento accelerato, cinque mesi dopo l’introduzione della causa. Ad oggi, sono state avviate più di 70 cause su misure restrittive collegate al conflitto armato. Ma tra le principali materie interessate dalla richiesta di intervento del Tribunale, va segnalata la regolamentazione sotto il profilo della concorrenza dei giganti del digitale e della disciplina degli aiuti di Stato, in particolare nel settore fiscale e nel settore dell’energia e dell’ambiente. Spazio poi al diritto bancario e finanziario, alla protezione dei dati personali, alla politica commerciale comune o, ancora, alla regolamentazione dei mercati dell’energia.

Ma per il presidente del Tribunale, Marc van der Woude «alla luce dei recenti sviluppi legislativi e del contesto internazionale caratterizzato da tensioni sempre maggiori, potrebbe rendersi necessaria un’intensificazione del controllo sulla legittimità degli atti delle istituzioni dell’Unione».

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