Penale

Camere penali: Caiazza acclamato di nuovo Presidente: «Subito l'avvocato specialista»

Si è chiuso il XVIII Congresso dell'Unione delle Camere Penali che si è tenuto dal 24 al 26 settembre a Roma

di Francesco Machina Grifeo

Si è chiuso con la rielezione a Presidente, per acclamazione, di Gian Domenico Caiazza il XVIII Congresso Ordinario dell'Unione delle Camere Penali italiane che si è tenuto dal 24 al 26 settembre a Roma presso l'Hotel Ergife. Caiazza resterà in carica per due anni, fino al 2023. Oltre al Presidente la Giunta eletta (anch'essa per acclamazione) risulta così composta: Paola Rubini, Vice Presidente; Eriberto Rosso, Segretario; Domenico Putzolu, Tesoriere; Daniele Ripamonti, Componente dell'Ufficio di Presidenza della Giunta; e poi dai seguenti componenti: Domenico Nicolas Balzano, Fabio Frattini, Ubaldo Macrì, Marcello Manna, Savino Murro, Carmelo Occhiuto, Alessandra Palma, Paola Savio.

Prendendo la parola dopo diversi minuti di applausi, il Presidente Caiazza ha richiamato la responsabilità ancora più alta che deriva da un voto per acclamazione - "un atto di fiducia immenso" -, ribadendo la "vera e propria natura di soggetto politico dell'Unione camere penali". "Non prendiamo assegni in bianco" ha poi aggiunto ricordando che le deleghe per la riforma del processo penale, appena votate dal Parlamento, andranno riempite di contenuti e che a scriverle saranno i magistrati che affollano il Ministero della Giustizia. "Dicendo – ha proseguito - che dobbiamo mettere mano agli assetti di Via Arenula stiamo facendo un salto di qualità della nostra iniziativa politica". Sono oltre 100 infatti i magistrati distaccati: "Una occupazione militare da parte del potere giudiziario dei gangli vitali del Dicastero responsabile della politica giudiziaria del Paese, nonché - non dimentichiamolo! - della titolarità dell'azione disciplinare sulla magistratura inquirente e giudicante". Servirà dunque uno "sforzo di attenzione ulteriore perché basta un avverbio, o una virgola per cambiare il senso di una norma".

Al centro del programma della Giunta approvato dal Congresso ci saranno tre leggi di iniziativa popolare: sulla riforma dell'Ordinamento Giudiziario, sul rilancio del disegno riformatore degli Stati Generali della Esecuzione Penale, sulla internazionalizzazione del nostro Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo. "Sarà un anno di impegno politico ancora più duro – ha commentato Caiazza -, perché con la riforma dell'ordinamento giudiziario troveremo avversari più forti e insidiosi di quelli del passato e dovremo spiegare alla pubblica opinione le anomalie degli assetti di potere di questo sistema".

Manca poi una piena sintonia sui referendum sulla Giustizia che il Partito radicale ha presentato insieme alla Lega, anche se "ben vengano come sondaggio popolare". Per Caiazza infatti non c'è la sbandierata "separazione delle carriere" ma soltanto delle "funzioni" che "è ben altra cosa: in sostanza da domani non succede nulla, il passaggio è stato già fortemente limitato e riguarda una esigua minoranza". Così come non è "decisiva" neppure l'eliminazione delle firme per presentare una lista di candidati al Csm. Sulla responsabilità civile del magistrato ("tema importante, ma non previsto in nessun altro ordinamento") si registra invece una maggiore condivisione: "sarebbe meglio parlare di responsabilità professionale ma comunque si pone all'opinione pubblica il tema 'chi sbaglia paga', sul quale noi siamo d'accordo".

Altro obiettivo centrale sarà quello della specializzazione dell'avvocato penale, una ricetta utile anche per uscire dalla crisi. "Siamo partiti in solitudine ma abbiamo incontrato autorevoli compagni di viaggio: giuslavoristi, amministrativisti e gli altri avvocati dei diversi comparti del diritto civile". Tuttavia, spiega Caiazza, il Dm n. 163/2020 e gli altri decreti, "disegnano una disciplina che non è sovrapponibile a quella da noi immaginata. I saperi specifici valorizzati dal regolamento sono certo utili, ma non possono definire la specializzazione al pari della conoscenza e della pratica processuale del sistema accusatorio". Tuttavia, l'Unione chiede "l'immediata attivazione dei meccanismi che consentano la spendita del titolo di specialista. Vedremo poi come intervenire per ottenere ragionevoli modifiche della disciplina". Vanno dunque emanate subito le linee guida per l'organizzazione dei corsi delle scuole di alta formazione, le verifiche finali e gli altri aspetti collegati. E rivolgendosi al Sottosegretario alla Giustizia Avv. Francesco Paolo Sisto presente in sala: "Chiediamo l'impegno affinché al più presto si provveda all'emanazione delle linee guida". Del resto, ha concluso sul punto, "la specializzazione dell'avvocato penalista è anche la strada per consentire ad una avvocatura oggi in grande difficoltà di superare questa fase così complessa e per molti versi drammatica".

L'altro impegno riguarda la riforma delle misure di prevenzione patrimoniali e delle interdittive antimafia. "Con esse – spiega Caiazza - si infliggono sanzioni di micidiale e devastante efficacia prescindendo dall'accertamento di responsabilità, attribuendosi al contempo a Prefetti e Magistrati un inconcepibile potere di esproprio sulla base del mero sospetto". C'è dunque l'esigenza di un "forte controllo giurisdizionale e di un drastico rafforzamento del diritto di difesa del prevenuto".

GLI ALTRI PUNTI DELLA RELAZIONE

Gravi attacchi a Cartabia su riforma - "La ministra Cartabia non certo a caso è stata fatta oggetto, a causa di questa riforma che comunque segna la fine della buia stagione del populismo al governo del Paese, di attacchi politici, mediatici, istituzionali e finanche personali di inaudita gravità". "Magistrati accreditati di una sorta di ruolo sacerdotale - ha attaccato Caiazza -in tema di mafia e antimafia non hanno esitato a denunziare addirittura 'pericoli per la sicurezza nazionale' insiti nella cancellazione della legge Bonafede sulla prescrizione - ricorda - diffondendo allarmistiche quanto mistificatorie previsioni di vanificazione dei processi di mafia strangolati dal termine triennale dell'appello, cioè degli unici processi - come costoro d'altronde, ed è la cosa più grave, sanno benissimo - che da sempre si celebrano sistematicamente negli assai più brevi termini di perenzione della custodia cautelare di fase".

Bene su prescrizione ma servono correzioni - Quello raggiunto con l'abolizione della riforma della prescrizione dell'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede "una delle pagine più buie nella storia della legislazione penale italiana" è "un risultato politico inconfutabile". Ma sulle novità introdotte nel Ddl, approvato in via definitiva, la prescrizione processuale e l'improcedibilità il "giudizio è critico" e serve una "riflessione su quali future iniziative sarà possibile adottare per vederlo corretto e magari radicalmente riscritto".

La prescrizione processuale "non era la soluzione da noi caldeggiata, recando in sé - tra l'altro - una serie di problematiche non banali legate agli effetti processuali della improcedibilità determinata dal decorso del tempo - spiega Caiazza - Ma soprattutto, cedendo alle poderose quanto indebite pressioni mediatiche di chi accusava il Governo Draghi e la Ministra Cartabia di volere con essa nientedimeno che favorire la mafia, si è fatto infine ampio ricorso non solo al consueto metodo del doppio binario, ormai un diritto penale e processuale parallelo a seconda dei reati perseguiti- ma addirittura all'attribuzione al giudice di un arbitrario potere di prolungare ad libitum i tempi di prescrizione".

Carceri: rilanciare Stati generali esecuzione pena - "Organizzare nei tempi più brevi una grande manifestazione nazionale che rilanci con forza lo straordinario lavoro degli Stati Generali della esecuzione penale, ricostituendo quella comunità di intenti e di persone che sappia riprendere e se necessario aggiornare il percorso riformatore brutalmente interrotto dalla torva ed oscura ubriacatura populista e giustizialista che lo ha ridotto in cenere". "Chiameremo le forze politiche a una forte assunzione di responsabilità - sottolinea - a partire da chi quella esperienza la volle, per poi cinicamente abbandonarla per miopi e fallaci calcoli elettorali. Vedremo chi ha davvero a cuore una idea civile, ragionevole, prudente ed efficace della certezza della pena e chi, per matrice culturale ed ideologica o anche solo per cinico calcolo politico, preferisce ancora una volta identificarla con le sbarre di una cella".

Più utile legge popolare che referendum - "Preferire le leggi di iniziativa popolare ai referendum abrogativi": questa la posizione del presidente dell'Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza sul percorso per una "vera riforma dell'Ordinamento giudiziario italiano". "D'altronde, la stessa natura solo abrogativa, non propositiva, dello strumento referendario ne segna gli evidenti limiti di agibilità politica", secondo Caiazza, mentre "la legge di iniziativa popolare ovviamente non ha la efficacia immediatamente legislativa del quesito referendario eventualmente votato dalla maggioranza qualificata degli elettori ma consente di proporre all'attenzione della pubblica opinione una ipotesi di riforma dettagliatamente strutturata in un testo articolato e compiuto; impegna il legislatore ad attivarne il percorso parlamentare".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©