Penale

Chiuso il superstore online di film e libri piratati

di Alessandro Galimberti

Che si tratti di peer-to-peer o di libera messa a disposizione da parte di un intermediario digitale, il risultato per il Tribunale di Milano non cambia: la fruzione pirata online di contenuti protetti da diritto d’autore è un illecito, il distributore deve essere neutralizzato e lo scaffale digitale svuotato.

La chiusura di TntVillage con contestuale “ripulitura” della piattaforma - che spacciava oltre 230 mila film e 135 mila libri a un milione di fruitori - è l’esito di un contenzioso aperto più di quattro anni fa. TntVillage è il più importante sito italiano di indicizzazione di file torrent, fondato nel 2005 sulle ali del mantra dell’epoca (mai del tutto estinto) di liberare la cultura dai vincoli “antistorici” del diritto d’autore. Nel tempo la condivisione free di TntVillage ha occupato tutti i campi dell’entertainment, caricando abusivamente show televisivi, film, cartoni animati, tutto quanto fa audience insomma, e ovviamente al netto dei costi sostenuti da chi produce e da chi commercializza sul mercato i titoli tutelati.

L’indagine sull’amministratore del sito era iniziata nel 2018, con diverse segnalazioni dei titolari dei diritti. L’anno seguente l’Associazione italiana editori e la Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali avevano depositato il ricorso contro la piattaforma, chiedendo la rimozione di tutti i contenuti, richiesta subito accolta dal Tribunale milanese. Nel settembre di tre anni fa però, l'amministratore di TntVillage annunciava la chiusura del sito, lasciando aperto l’accesso al download di libri, film e altri contenuti protetti, attraverso un link pubblicato sulla homepage.

L’ultima sentenza non soltanto conferma l’obbligo di rimuovere i contenuti illeciti, ma sancisce ancora una volta la legittimità delle richieste avanzate dai titolari dei diritti, con buona pace dei “liberatori” della cultura .

«Accogliamo con viva soddisfazione la decisione del Tribunale di Milano - ha detto il presidente ai Aie, Ricardo Franco Levi - una sentenza che segna anche punti di diritto di grande interesse, dal momento che mette sullo stesso piano i file caricati dall’amministratore e quelli caricati dagli utenti della piattaforma».

Secondo Federico Bagnoli Rossi, presidente Fapav, si tratta di un «importante successo condiviso che certifica come il “fare sistema” nella tutela delle opere di ingegno possa portare ancor più importanti risultati. Tramite questa sentenza viene ribadito che l’illecita messa a disposizione online delle opere creative rappresenta una grave violazione che comporta una pericolosa limitazione allo sfruttamento dei diritti ad essa collegati, con un preoccupante pregiudizio economico non solo per l'industria culturale ma per il sistema paese».

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