Penale

Cnel-Cassa Ammende, 9 milioni per la formazione lavorativa detenuti

Il Protocollo ha circa 4000 potenziali destinatari per le attestazioni professionali certificate

28/12/2010 Roma, sede del Ministero di Grazia e Giustizia di via Arenula

Implementazione delle opportunità di lavoro di tipo professionale, realizzazione di laboratori mirati alla formazione, sviluppo delle attività correlate alla pratica sportiva. Ma anche progetti in ambito culturale, per la promozione di attività teatrali, delle arti e dei mestieri nonché l’attuazione e la gestione di biblioteche innovative, collegate in rete con analoghe strutture sul territorio, con le Scuole e le Università, per la creazione di veri e propri poli culturali.

Sono gli obiettivi del Protocollo d’Intesa stipulato il 31 gennaio 2024 tra la Cassa delle Ammende e il Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro. Un progetto di sistema volto a favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale e a ridurre il rischio di recidiva.

L’accordo di collaborazione, prosegue il comunicato di Via Arenula, si inserisce in un progetto interistituzionale già avviato con l’intesa siglata il 13 giugno 2023 dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dal Presidente del Cnel, Renato Brunetta, per il consolidamento e il miglioramento qualitativo degli interventi finalizzati all’accrescimento delle competenze professionali dei detenuti, in vista del loro reinserimento nella società civile.

I fondi stanziati dalla Cassa delle Ammende per la programmazione 2024 ammontano a 9 milioni di euro, per circa 4000 potenziali destinatari di attestazioni professionali certificate. Dal canto suo il Cnel fornirà consulenza e supporto tecnico per elaborare linee guida e procedure standardizzate da utilizzare nell’ambito dell’esecuzione penale per la realizzazione dei progetti di inclusione lavorativa e di formazione, nonché per la definizione di modelli operativi di valutazione d’impatto.

Il primo livello degli interventi riguarda la programmazione condivisa dei servizi con gli enti territoriali, mentre un secondo livello sarà gestito direttamente dagli istituti penitenziari, al fine di valorizzare le specificità e le potenzialità delle singole realtà locali.

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