Penale

Compensazioni, nelle Procure esplodono i reati

Tra il 2015 e il 2021 picco di fascicoli sullo scambio fra crediti e debiti a Roma (+2.237%), Genova (+300%) e Napoli (+293%). In cinque anni su dell'85% il valore dei sequestri Gdf per frodi fiscali

Ivan Cimmarusti e Valentina Maglione

Esplodono nelle Procure i reati di compensazione indebita tra crediti e debiti con il Fisco e di truffa per finanziamenti pubblici. I procedimenti avviati nei principali uffici nel 2021 segnano, infatti, aumenti percentuali anche a quattro cifre rispetto al 2015. E si tratta di fattispecie da “bollino rosso” anche per il futuro, vista la massa di aiuti e di fondi messa in campo per uscire dalla crisi post pandemia.

I RISULTATI DELL’INCHIESTA

Più in generale, l’anno scorso sono cresciuti tutti i procedimenti iscritti per i reati fiscali e di bancarotta rispetto al 2020, l’anno del Covid. E soprattutto è aumentata la forza economica di questi reati, tanto che il valore dei sequestri dalla Guardia di finanza è lievitato dell’85% negli ultimi cinque anni.

Sono questi gli elementi che emergono dai dati raccolti dal Sole 24 Ore del Lunedì in un campione di sette tra le maggiori Procure italiane.

Dopo la pandemia

L’indagine si è concentrata sui reati previsti dal decreto legislativo 74 del 2000 (che punisce penalmente l’evasione fiscale), su quelli di bancarotta (semplice e fraudolenta) e sul reato sanzionato dall’articolo 640-bis del Codice penale (truffa per accaparrarsi finanziamenti pubblici). Ebbene, per queste fattispecie le Procure nel 2021 hanno registrato l’aumento dei procedimenti iscritti rispetto all’anno precedente, con percentuali che variano dal quasi 80% in più di Genova al 55% in più di Napoli, al 10% in più di Torino e all’8,5% di Roma.

Segno, dicono i magistrati, non tanto di una minore delinquenza sui reati dichiarativi durante la pandemia, quanto della ripresa dell’inviodegli accertamenti da parte dell’agenzia delle Entrate dopo l’emergenza sanitaria.

La frontiera

A registrare un boom slegato dalla pandemia è il reato di compensazione indebita: la pratica di cancellare i debiti con il Fisco utilizzando dei crediti fasulli creati con false fatture è definita dai magistrati «la nuova frontiera dell’evasione fiscale», tanto che sembra aver preso il posto di canali di evasione più gettonati in passato, come quello delle frodi carosello per non versare l’Iva.

Alla Procura di Roma si è passati dai 15 procedimenti per compensazioni indebite iscritti nel 2015 ai 374 del 2021 (+2.237%), a Napoli da 39 a 153 (+292%), a Torino da 31 a 103 (+232%). E «spesso si tratta di procedimenti mastodontici, con molti indagati – osserva Marco Gianoglio, che alla Procura di Torino coordina il gruppo specializzato in diritto penale dell’economia – perché, oltre a chi fornisce i crediti falsi, mandiamo a processo anche tutti coloro che li utilizzano. E anche le somme evase sono molto elevate».

Ormai sempre più spesso, inoltre, le Procure si imbattono in società attive solo sulla carta, le cosiddette “scatole vuote”. Così è accaduto nelle indagini dei pm di Roma sui bonus edilizi: imprese di nuova costituzione che attraverso un giro di fatture false costituivano crediti d’imposta fittizi che poi tentavano di monetizzare o di mandare in compensazione.

Per questo negli ultimi tempi la stessa autorità requirente sta cercando di distinguere tra imprese nate “sane”, ma finite in sistemi illeciti perché travolte dalla crisi e quelle che invece sono costituite al solo scopo di compiere frodi.

Alert Pnrr

L’altro fronte di delinquenza in rapida ascesa è quello della truffa per ottenere i finanziamenti pubblici. Anche qui, le Procure segnalano aumenti monstre: a Genova si è passati da 15 procedimenti iscritti nel 2015 a 295 nel 2021 (+2.581%), a Roma da 37 a 202 (+446%), a Bologna da 14 a 55 (+293%), a Napoli da 58 a 227 (+291%). Un aumento che ha messo in allarme gli organismi investigativi, a maggior ragione se si considerano i 235,1 miliardi di euro di fondi del Pnrr stanziati per l’Italia tra il 2021 e il 2026 (“sorvegliati” anche dalla Procura europea).

La Guardia di finanza ha varato un piano operativo strategico per «contrastare le condotte di malversazione, indebita richiesta e/o percezione, truffa e truffa aggravata in relazione alle risorse finanziarie erogate dall’Unione europea». L’obiettivo è di porre un argine immediato alle frodi, attraverso misure di aggressione patrimoniale.

Aumentano i sequestri

La crescita esponenziale dei reati di natura tributaria trova ulteriore conferma nel numero dei sequestri preventivi compiuti dalla Guardia di finanza per questo tipo di illeciti. Negli ultimi cinque anni, il totale ammonta a 5,9 miliardi di euro, ma è l’escalation a dimostrare lo sviluppo di una «area grigia», fatta di insospettabili operatori, in grado di sfruttare sempre meglio le pieghe delle norme in favore delle organizzazioni criminali. Infatti, nel 2016 i beni patrimoniali finiti sotto sigillo valevano 781,3 milioni di euro, passati a 833,7 nel 2017 e a oltre 1 miliardo nel 2018 e nel 2019. La flessione avviene nel 2020, causa Covid, con sequestri per 793 milioni. Ma nel 2021 i valori riesplodono, tanto che si raggiunge quota 1,5 miliardi. Si tratta di capitali che entrano immediatamente nel Fondo unico giustizia (Fug) dell’agenzia delle Entrate, tanto che fonti delle Procure non esitano a dare ai sequestri una valenza anche deflattiva delle pendenze dell’Agenzia.

Da un punto di vista prettamente investigativo, invece, l’aumento degli illeciti di natura tributaria è visto come una «metamorfosi evolutiva» della criminalità. La leva sono le fatture false, diventate – secondo i rapporti della Guardia di finanza – uno schema ricorrente per abbattere l’imponibile fiscale, accumulare contante fuori bilancio e riciclare denaro sporco. Sono diventate, in sostanza, il perno intorno al quale convergono gli interessi illeciti della criminalità economica, anche mafiosa.

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