Professione e Mercato

Consiglio dei ministri: neutralità fiscale per le aggregazioni professionali

Il Governo ha varato un decreto legislativo che introduce una complessiva revisione del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES)

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di Francesco Machina Grifeo

Via libera dal Consiglio dei Ministri di ieri, in esame definitivo, ad un decreto legislativo che, in attuazione della legge delega sulla riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111), introduce una complessiva revisione del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES). Il testo, proposto del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha ottenuto l’intesa in sede di Conferenza unificata e tiene conto dei pareri delle competenti Commissioni parlamentari.

Fra le principali novità che interessano i professionisti la tanto attesa neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi, comprese quelle riguardanti il passaggio da associazioni professionali a società tra professionisti.

Gli altri principi guida con cui il provvedimento attua la delega sono: il concorso alla formazione del reddito di lavoro autonomo di tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo conseguiti nel periodo d’imposta in relazione all’attività artistica o professionale, e cioè il c.d. criterio di “onnicomprensività”, analogo a quello previsto per i redditi di lavoro dipendente.

Ma anche l’esclusione dal concorso alla formazione del reddito delle somme percepite a titolo di rimborso delle spese sostenute e riaddebitate al cliente e la conseguente indeducibilità delle medesime spese dal reddito dell’esercente l’arte o la professione. Infine, l’imputazione temporale dei compensi nello stesso periodo d’imposta nel quale il committente è obbligato a effettuare le relative ritenute, al fine di risolvere la problematica sorta in relazione ai pagamenti effettuati tramite bonifici bancari.

“Il provvedimento – spiega il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo - interviene sulla determinazione del reddito, sia delle persone fisiche che di quelle giuridiche, con modifiche che interessano le diverse categorie reddituali”. “Viene razionalizzata la categoria reddituale del lavoro autonomo avvicinandola a quella del reddito d’impresa. Inoltre, la possibilità per gli studi professionali di aggregarsi in regime di neutralità fiscale, favorisce la crescita e la competitività dei professionisti”.

Sul punto hanno subito espresso “grande soddisfazione” i commercialisti. Per il Consiglio nazionale la possibilità per gli studi professionali di aggregarsi in regime di neutralità fiscale è un “traguardo storico, in quanto viene rimosso un ostacolo che non aveva ragion d’essere”. “D’ora in avanti - aggiunge il tesoriere e consigliere nazionale delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto- saranno facilitati i percorsi aggregativi, anche multidisciplinari, indispensabili per creare strutture che sappiano meglio intercettare le esigenze del mercato. Una norma utile non solo alla nostra categoria, ma all’intero settore della consulenza professionale determinante per il sistema economico, che necessita di strutture dimensionalmente più significative e meglio organizzate”.

Il provvedimento prevede poi che beneficiano del regime di tassazione separata anche le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di partecipazioni in associazioni, società ed enti comunque riferibili all’attività artistica o professionale esercitata, in quanto beni di secondo grado rispetto alla clientela e agli elementi immateriali sottostanti, “se percepiti, anche in più rate, purché nello stesso periodo di imposta”, codificando in tal modo quanto chiarito dalla prassi amministrativa. Viene poi disciplinata la deduzione dei costi di acquisizione della clientela e di elementi immateriali relativi alla denominazione o ad altri elementi distintivi dell’attività artistica o professionale.

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