Amministrativo

Consiglio Stato: riforma PA precondizione per rilancio tessuto produttivo

Lo ha detto il Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 ricordando il calo dell’arretrato del 20% in Cds e dell’8,3% nei Tar

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di Francesco Machina Grifeo

“Tra gli interventi contemplati nel Pnrr, la riforma della pubblica Amministrazione è considerata una precondizione per il rilancio del tessuto produttivo, in termini di semplificazione, di innovazione tecnologica e di capacità di esecuzione degli investimenti. Va superato per quanto possibile l’insieme ipertrofico di leggi e di regolamenti che a volte determinano un approccio formalistico, avulso dall’effettivo soddisfacimento degli interessi pubblici”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 presentando la “Relazione sull’attività della Giustizia amministrativa”, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Previsti gli interventi dell’Avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli e del Presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco.

“La contingente fase storica – ha proseguito Maruotti - è caratterizzata da ripetute crisi sistemiche, indotte dal terrorismo internazionale, dal collasso dei mercati finanziari, dalla pandemia, dal riscaldamento globale e dalle guerre”. “In collaborazione con l’Unione Europea - ha aggiunto -, lo Stato e le pubbliche Amministrazioni – ha proseguito - sono impegnati in operazioni di salvataggio di complessi industriali in crisi, di sovvenzionamento del sistema produttivo, di aiuti alle famiglie, di sostegno alla transizione economica, ambientale e digitale, al fine di preservare la coesione sociale ed il mercato interno”. “Il nuovo intervento pubblico dello Stato ‒ a cui la comunità guarda per contrastare il declino e per approntare rimedi che costruiscano un futuro sostenibile ‒ è segnato dall’accresciuta domanda di un sistema amministrativo agile e capace”.

Giudice sia irreprensibile anche fuori dalle funzioni - “L’autorevolezza istituzionale del Giudice amministrativo esige una condotta irreprensibile, anche al di fuori dell’esercizio delle funzioni; la chiarezza delle pronunce e l’utilizzo di tecnologie sono snodi cruciali per l’effettività della giustizia; la modernità significa anche rendere più chiaro il quadro normativo e semplificare le procedure. La credibilità della Giustizia amministrativa passa attraverso decisioni giuste, conformi alla Costituzione e alle leggi. Il giudice non deve preoccuparsi della loro maggiore o minore condivisione”, ha aggiunto Maruotti.

Riforme interne e collaborazione tra le Corti- Il Presidente ha poi richiamato le riforme che la Giustizia amministrativa ha approvato al suo interno per favorire la rotazione degli incarichi e le misure tese a contemperare meglio l’attività di insegnamento dei magistrati amministrativi con le funzioni istituzionali, nel rispetto delle esigenze degli studenti, in particolare di quelli meno abbienti. Nel corso del 2023, inoltre, si sono ampliati il dialogo e la collaborazione tra Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Maruotti ha dunque ringraziato la Prima Presidente della Corte di Cassazione per aver concordato l’istituzione di un gruppo di lavoro congiunto che si riunirà, per la prima volta, il prossimo 4 marzo, con il compito di approfondire questioni interpretative di interesse comune.

Arretrato abbattuto del 20%, 8,3% nei Tar - “Nel 2023 - ha continuato Maruotti - vi è stata una ulteriore sensibile diminuzione delle pendenze rispetto al 2022. Presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato, tale diminuzione nell’ultimo anno è stata pari al 20%, poiché il numero delle cause pendenti alla fine del 2022 era pari a 17.057 e si è ridotto a 13.634 al 31 dicembre 2023. “La riduzione dell’arretrato – ha spiegato- ha caratterizzato anche i Tar, presso i quali le pendenze sono diminuite dell’8,3%, poiché il numero delle cause pendenti al 31 dicembre 2022 era pari a 108.292 e si è ridotto a 99.292 al 31 dicembre 2023”. “Il Consiglio di Stato ed i Tar hanno così raggiunto anche l’obiettivo intermedio previsto dal P.N.R.R., basato sul cd ‘arretrato storico’, e cioè sull’abbattimento del numero dei ricorsi pendenti al 31 dicembre 2019. Infatti, nel 2023 il Consiglio di Stato ha ridotto le giacenze di tali risalenti ricorsi da 5.212 a 1.230 ed i Tribunali amministrativi regionali da 39.143 a 17.016”. Infine, nei processi in materia di appalti pubblici, “dove sensibile è la contrazione dei tempi processuali, la durata media di un giudizio è stata di 107 giorni in primo grado e 148 giorni in appello, con una riduzione ulteriore rispetto all’anno precedente”.

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