Professione e Mercato

Difensore d’ufficio, l’Erario deve rimborsare anche le spese per il recupero del credito

La Cassazione, sentenza n. 14179 depositata oggi, ha poi chiarito che in caso soccombenza su un capo della domanda la compensazione è legittima

di Francesco Machina Grifeo

Il difensore d’ufficio deve essere tenuto indenne dalle spese che ha sostenuto per il recupero del credito. È invece legittima la compensazione, sempre delle spese, nel caso di soccombenza rispetto a uno dei capi in cui è articolata la domanda. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, sentenza n. 14179 depositata oggi.

Il caso - Un avvocato ha proposto ricorso contro l’ordinanza del Tribunale di Milano che aveva liquidato in suo favore il compenso per l’attività professionale svolta come difensore d’ufficio nell’ambito di un processo penale, rigettando però l’istanza di rimborso delle spese relative alla procedura per il recupero del credito.

Con il primo motivo, il legale ha sostenuto che il Tribunale aveva erroneamente ritenuto che l’attività di recupero fosse sostanzialmente priva di spese vive, in quanto completamente esente da bollo, imposte e svolta in proprio.

La motivazione - La II sezione civile, nell’accogliere il motivo, ha affermato che il Tribunale di Milano ha preso una decisione in contrasto con l’orientamento della Cassazione per cui “le spese relative alle procedure di recupero del credito vantato dal difensore nominato d’ufficio per l’attività svolta nei confronti del proprio assistito non debbano rimanere a carico del professionista, ma rientrino nell’ambito dei costi che l’erario è tenuto a rimborsare”.

È stato invece bocciato il secondo motivo di ricorso con cui il legale contestava la compensazione delle spese sulla base della “parziale soccombenza”. Per l’avvocato ricorrente così facendo il Tribunale era andato contro la pronuncia delle Sezioni unite n. 32061 del 2022.

La Suprema corte ricorda, però, il ricorrente non considera che nel caso in esame non ci troviamo di fronte a una domanda articolata in un unico capo, il cui accoglimento in misura ridotta non dà luogo a reciproca soccombenza, ma a una domanda articolata in più capi: il primo relativo alla richiesta di condanna al pagamento del compenso svolto quale difensore d’ufficio nell’ambito di un processo penale e il secondo capo concernente invece la domanda di rimborso delle spese relative alla procedura per il recupero del medesimo credito. “Trattandosi di capi diversi ed essendo il ricorrente risultato soccombente rispetto a uno di questi – conclude la Cassazione -, è giustificata la pronuncia di compensazione parziale delle spese”.

La Suprema corte ha così cassato l’ordinanza del Tribunale di Milano impugnata e, decidendo nel merito, ha liquidato 500 euro in favore del legale ricorrente per i costi sostenuti per il recupero del credito. Ha infine compensato le spese del giudizio di Cassazione, “a fronte del rigetto di uno dei motivi e dell’accoglimento dell’altro”.

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