Giustizia

Dl Sostegni: agli avvocati mille euro per compensare la perdita di 1/3 del fatturato

De Angelis (Aiga): "Più che il decreto sostegno questo è il decreto briciole, il contributo è pari al 5 % della perdita di fatturato tra il 2019 e il 2020".

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di Francesco Machina Grifeo

Non è il cambio di passo che l'Avvocatura si aspettava per archiviare un anno nero a causa della pesante contrazione dell'attività dovuta alla pandemia. Il Dl Sostegni, che per la prima volta mette insieme imprese, autonomi e professionisti ordinistici, sembrerebbe infatti avere un impatto molto contenuto sui legali.

Considerando un fatturato medio intorno ai 60mila euro annui, con una perdita nell'anno del 30% come richiesto dalla norma, dunque di 20mila euro (pari a 1.666 euro al mese), il ristoro da parte dello Stato non supererebbe i 1.000 euro (60 % di 1666 euro). Nonostante il calcolo piuttosto complesso e non chiarissimo richiesto dalla norma, in soldoni, spiega l'Aiga, il contributo a fondo perduto ammonterebbe al 5% della perdita di fatturato rispetto all'anno precedente (5% di 20mila).

L'articolo 1 del decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri del 19 marzo (Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19), ancora in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma bollinato dalla Ragioneria, regola requisiti e modalità di erogazione del contributo. Si prevede che esso spetti a condizione che l'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2020 sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2019.

L'importo effettivmente dovuto poi sarà poi determinato in percentuale rispetto alla differenza di fatturato (media mensile) rilevata: 60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100mila euro; 50% per ricavi o compensi da 100 mila a 400mila euro; 40% con ricavi o compensi superiori a 400mila euro e fino a 1 milione di euro; 30% per ricavi o compensi superiori a 1 milione e fino a 5 milioni di euro; 20 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni e fino a 10 milioni di euro.

Il riferimento temporale, "al fine di determinare gli importi correttamente", è alla data di effettuazione dell'operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi. Inoltre ai soggetti che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta in ogni caso. L'importo non può essere inferiore a mille euro per le persone fisiche (e a duemila euro per i soggetti diversi) e comunque non superiore a centocinquantamila euro.

Il contributo poi non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi. La domanda va fatta esclusivamente in via telematica, anche da un intermediario, presentando una istanza all'Agenzia delle entrate indicando i requisiti richiesti. Mentre "le modalità di effettuazione, il suo contenuto informativo, i termini di presentazione" devono ancora essere definiti da un provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate.

Il Presidente dell'Aiga, Antonio De Angelis, afferma: "Siamo molto delusi dal metodo di calcolo dei contributi. Al di là di tanti giri di parole, il contributo è infatti pari al 5 % della perdita di fatturato tra il 2019 e il 2020, in quanto il 60% di 1/12 equivale al 5% complessivo". "A buona parte dei liberi professionisti, ed in particolare degli Avvocati, arriverà un contributo di mille euro, il minimo previsto. Più che il decreto sostegno questo è il decreto briciole. L'Aiga è pronta ad intraprendere forti iniziative di protesta." conclude De Angelis.

Il decreto legge dovrà comunque passare per le Camere dove dunque sono sempre possibili delle modifiche.

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