Penale

È reato affidare i migranti ai guardiacoste di Tripoli

Lo afferma la Quinta sezione della Corte di Cassazione nella sentenza numero 4557/2024

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Affidare migranti ai guardiacoste di Tripoli è un reato perché la Libia non rappresenta un porto sicuro. E’ una condotta che infrange il Codice della navigazione in tema di “abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci, e di sbarco e abbandono arbitrario di persone”. È quanto chiarisce la Quinta sezione della Corte di Cassazione nella sentenza, la numero 4557, con cui ha reso definitiva la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28 che il 30 luglio del 2018 soccorse 101 persone nel Mediterraneo centrale e li riportò in Libia consegnandoli alle autorità locali.

La vicenda finita all’attenzione del tribunale di Napoli, ruota intorno all’intervento del rimorchiatore, nave di appoggio di una piattaforma, per oltre cento migranti che si trovavano su una imbarcazione salpata dalle coste africane. In base a quanto accertato dagli inquirenti dalla piattaforma sarebbe arrivata al comandante la richiesta di imbarcare un soggetto di nazionalità libica “ufficiale di dogana libico” che avrebbe suggerito al comandante di dirigersi verso le coste di Tripoli e lì sbarcare i migranti soccorsi.

I giudici affermano che l’imputato ha “omesso di comunicare nell’immediatezza, prima di iniziare le attività d soccorso e dopo averle effettuate, ai centri di coordinamento e soccorso di Tripoli e all’Imrcc di Roma, in assenza di risposta dei primi, l’avvistamento e l’avvenuta presa in carico”.

Operando in questo modo, per la Cassazione, il comandante ha violato “le procedure previste dalla Convenzione di Solas e dalle direttive dell’Organizzazione marittima Internazionale” mettendo in atto “un respingimento collettivo in un porto considerato non sicuro come quello libico”.

La Cassazione, inoltre, ribadisce che nel caso specifico il comandante “avrebbe dovuto operare accertamenti necessari sui migranti, verificare se volessero o meno chiedere asilo, effettuare accertamenti necessari sui minori, per verificare se fossero accompagnati o meno”.

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