Penale

Ergastolo ostativo, c’è l’ok del Consiglio d’Europa

Il 30 settembre 2023 sarà verificato il funzionamento del sistema di onere della prova

di Marina Castellaneta

Le nuove norme sull’ergastolo ostativo superano il vaglio del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, l’organo incaricato di vigilare sull’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte degli Stati. Con decisione del 9 marzo (DH-DD(2023)91), il Comitato ha “promosso” le misure adottate dall’Italia a seguito della sentenza di condanna, per violazione dell’articolo 3 della Convenzione che vieta i trattamenti inumani e degradanti, pronunciata dalla Grande Camera nel caso Viola contro Italia.

Con la sentenza del 2019, la Corte, accertata l’esistenza di un problema strutturale - provato anche dall’alto numero di ricorsi, di carattere analogo, pendenti dinanzi a Strasburgo - aveva chiesto, oltre a misure individuali, anche l’adozione di misure di carattere generale in particolare per eliminare forme di automatismo che portavano alla permanenza della misura detentiva in ogni caso di mancata collaborazione del condannato con le autorità giudiziarie. La Corte aveva imposto una modifica di questo sistema richiedendo che vi fosse una valutazione caso per caso degli eventuali progressi nel senso del reinserimento nella società compiuti dal condannato all’ergastolo. L’Italia, a seguito della sentenza, ha modificato l’articolo 4bis della legge sull’ordinamento penitenziario, con il Dl 162/2022, convertito con la legge 199/2022.

Modifiche che al Comitato dei ministri sembrano in grado di rispondere alle richieste della Corte europea e, almeno potenzialmente, risolvere il problema strutturale italiano.

Il 20 gennaio il Governo aveva presentato il piano di azione con le nuove norme chiarendo che, sul fronte delle misure individuali, il ricorrente avrebbe potuto accedere alla libertà condizionale.

Per l’esecuzione delle misure generali, l’introduzione di un sistema di revisione legato a una valutazione individuale fa dire al Comitato che il contenuto della sentenza è stato rispettato anche sotto questo profilo.

Detto questo, tuttavia, il Comitato dà un nuovo appuntamento all’Italia – il 30 settembre 2023 - per verificare l’attuazione effettiva del nuovo meccanismo con una particolare attenzione al funzionamento del sistema di onere della prova stabilito dalle nuove norme.

In ogni caso, il Comitato, che ha espresso apprezzamenti sull’operato della Corte costituzionale (con particolare riguardo all’ordinanza 97/2021 e alla 227/2022) ha «fiducia nel fatto che le nuove norme saranno interpretate e applicate dai tribunali nazionali in conformità con quanto previsto dalla Convenzione».

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