Esame d'avvocato: i criteri per la valutazione del candidato e gli esempi di quesiti
Il Dm Giustizia detta anche le regole per la redazione dei quesiti che devono attenersi all'esperienza professionale
Firmato dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, il Decreto 9 febbraio 2022 contente le "Linee generali per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale e per la valutazione dei candidati" relative alla sessione di esami per l'iscrizione negli albi degli Avvocati 2021. Il documento è stato inoltrato alle Commissioni d'esame, nei diversi distretti italiani, in modo da assicurare l'omogeneità delle prove. Nella valutazione del praticante giocano un ruolo rilevante anche la chiarezza espositiva, la logicità del ragionamento e la capacità di prospettare soluzioni ai problemi giuridici posti.
Ricordiamo che la prima prova orale ha ad oggetto l'esame e la discussione di una questione pratico-applicativa, nella forma della soluzione di un caso, che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, in una materia a scelta regolata dal codice civile, penale o dal diritto amministrativo (art. 2, comma 2 d.l. n. 31/2021). È assegnata complessivamente un'ora dalla dettatura:trenta minuti per l'esame preliminare (ammessi in questa fase i codici commentati) e trenta minuti per la discussione.
Per quanto concerne il quesito, deve essere posto all'esame del candidato "un caso pratico rispetto al quale egli, nelle vesti di un legale, deve prospettare una soluzione giuridica, espressiva di una possibile iniziativa difensiva". Il quesito "non deve essere meramente teorico e non deve implicare l'esposizione a tema su un argomento, svincolata da un caso concreto". Esso deve dunque "essere concepito come un caso che si possa presentare nell'esperienza professionale di un avvocato".
Il quesito e il caso, proseguono le Linee guida, "devono in particolare essere impostati partendo dal diritto sostanziale e dando rilievo a uno o più profili di diritto processuale, e non viceversa". Inoltre, la conoscenza del diritto processuale "può essere anche desunta indirettamente dalla corretta individuazione del rimedio o comunque dell'istituto processuale rilevante nel caso concreto". La struttura uniforme deve esser così articolata: a) breve esposizione di un caso prospettabile nell'esperienza professionale; b) indicazione, nella descrizione della fattispecie concreta, di circostanze utili a individuare i profili/elementi rilevanti per il diritto sostanziale e processuale, i nodi problematici e gli istituti coinvolti; c) posizione del quesito al candidato, che assume le vesti del legale.
Il quesito non può avere ad oggetto materie disciplinate nell'ambito delle leggi complementari al codice civile e al codice penale. Quanto al diritto amministrativo, la disciplina dell'esame fa riferimento, in assenza di un codice, a una "materia regolata dal diritto amministrativo.
Omogeneità - I quesiti devono essere il più possibile omogenei, per struttura, lunghezza e complessità. Particolare attenzione deve essere prestata alla chiarezza della formulazione.
Discussione - Finito l'esame preliminare del caso, il candidato dovrà presentare alla commissione e argomentare la propria proposta di soluzione, che presuppone l'individuazione delle questioni coinvolte, degli istituti e delle norme applicabili. La commissione potrà porre domande al candidato.
Valutazione - La prova è volta a verificare: a) la capacità del candidato di inquadrare ed elaborare in tempo breve il caso proposto e di individuarne gli eventuali rimedi a disposizione, con il supporto dei testi di legge, annotati con la sola giurisprudenza; b) la capacità del candidato di discutere il caso in modo sintetico ed efficace, mostrando l'attitudine a individuare i problemi e a prospettare soluzioni.
Le commissioni dovranno comunque attenersi ai seguenti criteri di valutazione:
1) correttezza della forma espositiva, anche sotto il profilo grammaticale e sintattico, padronanza nell'uso del linguaggio giuridico; 2) chiarezza, logicità, completezza, sinteticità, rigore metodologico dell'esposizione; 3) capacità di individuare i nuclei problematici, le questioni di diritto, gli istituti sostanziali e processuali coinvolti, la disciplina applicabile, gli eventuali orientamenti giurisprudenziali e dottrinali; 4) dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati, strettamente pertinenti al quesito da risolvere; 5) capacità di stabilire nessi tra gli istituti sostanziali e processuali che vengono in rilievo; 6) dimostrazione di concreta capacità di prospettare soluzioni plausibili di problemi giuridici, sulla base del diritto sostanziale e del diritto processuale, anche attraverso riferimenti essenziali agli orientamenti giurisprudenziali e ad eventuali esperienze maturate durante la pratica professionale; 7) dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarità; 8) capacità di argomentare adeguatamente e in modo persuasivo la soluzione del caso prospettata all'esito dell'esame preliminare.