Gatta: aggravante mafiosa a querela di parte, è così da 30 anni
Gian Luigi Gatta, professore di diritto penale all'Università di Milano e consigliere giuridico della ministra Marta Cartabia, difende la riforma
"L'aggravante del metodo mafioso è stata introdotta dopo le stragi di mafia degli anni novanta, da più di trent'anni, quando il codice già prevedeva oltre quaranta reati procedibili a querela. Ci si preoccupa oggi, quindi, di un problema che, se esiste, esiste da trent'anni, ben prima della riforma Cartabia. Nelle prime fasi di attuazione di una riforma così importante per gli obiettivi del PNRR, come la riforma Cartabia, sarebbe opportuno evitare allarmismi".
La riforma di cui tanto si discute in questi giorni Gian Luigi Gatta, professore di diritto penale all'Università di Milano la conosce in profondità, visto che è stato il consigliere giuridico della ministra Marta Cartabia, così come sa bene quanto accaduto in passato.
"In questi 30 anni almeno 3 riforme hanno esteso il numero dei reati procedibili a querela, nel 1999, nel 2018 e nel 2022" e la legge Cartabia "si è limitata ad estendere la procedibilità a querela ad alcuni reati" . L''attenzione si è puntata in questi giorni su lesioni personali lievi (malattia di durata non superiore a 40 giorni) e sequestro di persona semplice, non a scopo di estorsione, che è punito, nel minimo, con 6 mesi di reclusione.
"Le lesioni lievi - puntualizza il professore - restano procedibili d'ufficio anche dopo la riforma Cartabia se commesse con armi o da più persone riunite (ne bastano due) come avviene di norma nei contesti di criminalità organizzata. Il sequestro di persona, non a scopo di estorsione, può riguardare privazioni molto contenute della libertà personale, per dieci o venti minuti. In ogni caso, questi reati, quando sono commessi col metodo mafioso, di norma concorrono con reati più gravi, procedibili d'ufficio, a partire dall'associazione mafiosa o dall'estorsione" Un ragionamento che plana sulla vicenda del giorno.
"Mi sembra che sia così anche nel caso di Palermo", afferma il docente, un caso che è comunque "del tutto particolare" visto che "le vittime del sequestro e delle lesioni sono dei rapinatori 'non autorizzati' da Cosa nostra, che non hanno presentato la querela nei confronti dei loro 'colleghi' malviventi ma che, comunque, restano sottoposti a custodia cautelare perché, appunto, accusati anche di reati gravissimi, procedibili d'ufficio. Non vedo alcuna notizia sensazionale, insomma".
"Se invece si vuole solo sottolineare, anche da parte della magistratura, l'opportunità di risolvere un problema relativo a tutti i reati procedibili a querela e di cui ci si accorge solo oggi (le lesioni guaribili in venti giorni, se aggravate dal metodo mafioso, erano già procedibili a querela prima della riforma Cartabia) - osserva ancora Gatta- il Parlamento e il Governo potranno certamente valutare un intervento di modifica, che interessa a ben vedere non la riforma Cartabia, ma l'aggravante del metodo mafioso e la legislazione antimafia. Ad ogni modo -conclude - nessuna legge è perfetta e il Parlamento ne è talmente consapevole da aver previsto la possibilità di decreti correttivi da adottarsi entro i prossimi due anni".