Professione e Mercato

Giudici di pace, Aiga: differire la riforma e aumentare le competenze dei legali

In una lettera al Ministro della Giustizia Nordio, l’Associazione dei giovani avvocati formula una serie di proposte per alleggerire un comparto definito come la più grande emergenza del comparto Giustizia

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di Francesco Machina Grifeo

Trasferire agli avvocati la possibilità di emettere ingiunzioni di pagamento ma anche aumentare il potere notificatorio dei legali, oltre a demandare alle Regioni l’organizzazione della giustizia “onoraria”. Sono queste – assieme alla richiesta di un differimento generalizzato dell’entrata in vigore delle nuove competenze – le ricette dell’Associazione dei giovani avvocati per alleggerire i giudici di pace.

Proposte contenute in una lettera inviata al Ministro di Giustizia, Carlo Nordio, nella quale si fa l’elenco dei diversi disservizi che affliggono gli Uffici del Giudice di Pace di ogni parte d’Italia ma si formulano anche altrettante proposte per risolvere quella viene definita come “la più grande emergenza del comparto Giustizia”.

Sulla questione interviene anche l’Organismo congressuale forense. “Non è pensabile – dichiara Stefano Tedeschi, Componente Ufficio di Coordinamento - che la Giustizia di prossimità possa paralizzarsi. L’OCF esprime solidarietà ai Colleghi, ai cittadini e agli operatori della giustizia per la paralisi dell’attività dei Giudici di Pace a cui è demandato oltre il 50% degli affari giudiziari, percentuale destinata ad aumentare con l’entrata in vigore delle nuove competenze”. “L’OCF è al fianco dei vari Ordini che stanno manifestando, al fine di risolvere le criticità in ordine alle gravissime problematiche, strutturali e di organico, in cui versano la maggior parte degli uffici dei Giudici di Pace. L’OCF già da tempo è al lavoro per una interlocuzione proficua con le Istituzioni per la soluzione del problema”.

Le proposte dell’Aiga 
Le cause principali delle inefficienze dei Giudici di Pace, si legge in una nota dell’Associazione, sono da individuarsi nell’atavica scopertura degli organici, tanto amministrativi quanto giudicanti, nonché nelle carenze di infrastrutture tecnologiche e nell’intempestivo adeguamento alla recente riforma “Cartabia” che ha portato con sé un processo di digitalizzazione spesso rimasto inattuato.

Le soluzioni proposte dall’AIGA al Ministro Nordio partono dalla richiesta di proroga del termine di entrata in vigore delle nuove – ulteriori – competenze dei Giudici di Pace, oggi fissato al novembre 2025, momento a partire dal quale una consistente fetta di contenzioso passerà dalle aule di Tribunale ai Giudici Onorari che hanno i propri ruoli già sovraccarichi.

Non solo, la proroga del predetto termine permetterebbe, inoltre, di porre in essere alcuni interventi idonei a risolvere in larga misura le problematiche che interessano gli Uffici del Giudice di Pace. In primo luogo, dall’indagine svolta dall’AIGA, emerge che una parte consistente delle cause iscritte a ruolo riguarda il procedimento monitorio di ingiunzione. Sul punto la proposta per alleggerire il peso dei procedimenti è di prevedere la possibilità di far emettere l’ingiunzione di pagamento direttamente agli avvocati. L’invito dunque è quello di accogliere le proposte di legge “Stefani” (DDL S. 978) e “D’Orso” (PDL C. 1374), che mirano proprio a trasferire alla professione forense l’emissione delle ingiunzioni di pagamento, “defaticando la Giustizia di Pace dal peso dei procedimenti monitori”.

In secondo luogo, al fine di sopperire alla carenza del personale amministrativo, AIGA ha proposto di demandare alle Regioni l’organizzazione della Giustizia di Pace ovvero, come già avvenuto per la Regione Lombardia, incentivare la stipula di protocolli d’intesa tra il Ministero e gli enti territoriali per l’assegnazione del personale regionale presso gli Uffici dei Giudici di Pace, previa opportuna formazione.

In terzo luogo, Aiga ha proposto di rivedere il funzionamento degli Uffici Notifiche Esecuzioni e Protesti (UNEP), anch’essi fortemente in difficoltà. Una gran parte delle competenze oggi affidate agli Ufficiali Giudiziari, infatti, ben potrebbe essere attribuita agli avvocati mediante un potenziamento del potere notificatorio ed esecutivo - si pensi al pignoramento presso terzi e/o alla ricerca dei beni da pignorare ex art. 492 bis c.p.c. - incentivando tutti i cittadini ad attivare un domicilio digitale.

Ulteriore suggerimento è stato quello di “privatizzare” gli Uffici Notifiche Esecuzioni e Protesti o, più precisamente, affidare le competenze di detti Uffici ad un libero professionista esercente una funzione di pubblico interesse, così come avviene in Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi ove è prevista la figura de “L’Hussier de Justice”.

“Questa iniziativa, se concretizzata – afferma il Presidente Nazionale Carlo Foglieni – “consentirebbe di ricollocare molti operatori del comparto Giustizia, oggi addetti agli U.N.E.P., presso gli Uffici dei Giudici di Pace e dei Tribunali, senza alcun aggravio per la spesa pubblica. Esprimiamo grande fiducia per il recepimento positivo, da parte del Ministro Nordio – continua il Presidente Nazionale Carlo Foglieni – delle proposte concrete della giovane avvocatura italiana, affinché la situazione dei Giudice di Pace possa migliorare così da garantire a tutti i cittadini una giustizia di prossimità più efficiente”.

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