Giustizia

Giustizia: per la Comissione necessario un "colpo di acceleratore" sulla digitalizzazione nei tribunali

Nelle raccomandazioni europee si chiede al nostro Paese di adeguare anche la discplina del conflitto di interesse e delle lobby

di Laura Biarella

Il 13 luglio 2022 la Commissione UE ha pubblicato la terza Relazione sullo Stato di diritto: 27 capitoli dedicati ai singoli paesi, nei quali sono analizzate le evoluzioni in ogni Stato membro da luglio 2021, con l’obiettivo di incoraggiare gli Stati a portare avanti le riforme già avviate o previste, e coadiuvarli nell’individuazione dei settori in cui sono necessari miglioramenti. Nel Italia viene evidenziato che, nell’ambito degli impegni del PNRR, sono state adottate riforme globali, e a lungo attese, per la giustizia civile e penale, preordinate a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario. La digitalizzazione del sistema giudiziario sta progredendo ulteriormente nei tribunali civili, mentre gli sforzi devono essere implementati presso i tribunali penali e gli uffici giudiziari.

La situazione dello stato di diritto negli Stati UE

L’analisi della Relazione si dipana in quattro settori chiave per lo Stato di diritto:

•            i sistemi giudiziari,

•            il quadro anticorruzione,

•            il pluralismo e la libertà dei media,

•            il bilanciamento dei poteri istituzionali.

La Relazione fa il punto sul raggiungimento degli obiettivi, da parte dei singoli Stati, indicati nelle edizioni precedenti, approfondisce la valutazione della Commissione, analizza la situazione dei media, ma anche l’uso di spyware e l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il punto sul sistema giustizia italiano

La Relazione evidenzia che, nell’ambito degli impegni del Piano italiano per la ripresa e la resilienza (PNRR), “sono state adottate ampie riforme della giustizia civile e penale, volte a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario”, menzionando la legge del 16 giugno 2022 sulla riforma del sistema giudiziario “che contiene anche disposizioni in merito all’istituzione e al funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. La normativa di attuazione, da adottare entro un anno, offrirà l’opportunità di adottare disposizioni più dettagliate che tengano conto delle norme europee sull’indipendenza della magistratura, compresi i poteri organizzativi dei presidenti dei tribunali e il coinvolgimento degli avvocati nella valutazione professionale dei magistrati”. La Relazione al contempo registra talune preoccupazioni espresse dal medesimo CSM e dalla ANM in ordine alle garanzie di indipendenza dei giudici, senza tuttavia formulare Raccomandazione alcuna sul punto, ma prendendo nota del fatto che la legislazione di attuazione potrà rappresentare l’occasione per fornire garanzie al riguardo. Il livello di digitalizzazione della giustizia civile viene considerato avanzato e in progresso. “Sono in corso di attuazione misure specifiche volte a supportare i giudici”: si dà atto, in dettaglio, dell’innovazione (rispetto al passato) dell’ufficio del processo (“Office of the Trial”) e del consistente arsenale di assunzione di organico al medesimo sotteso, in uno con le procedure per il reclutamento di magistrati mai interrotte. “Queste misure, insieme alla prossima legislazione di attuazione, intendono affrontare le gravi sfide legate all’efficienza del sistema giudiziario, compresi gli arretrati e la durata dei procedimenti”. La sola Raccomandazione che la Commissione rivolge all’Italia circa il sistema giudiziario riguarda l’incremento della digitalizzazione, in particolare in campo penale e per gli uffici delle procure. Inoltre, la Commissione rileva che la questione relativa alla lunghezza dei processi risulta ancora aperta.

Lotta alla corruzione nel Bel Paese

Tra gli highligths del Capitolo Italia c’è il secondo dei quattro settori valutati, ossia la lotta alla corruzione. Sul punto la Commissione da un lato rammenta che la cooperazione tra le svariate autorità nazionali si mantiene efficiente, come già rilevato nel Rapporto del 2021, dall’altro evidenzia che il più recente Piano nazionale anticorruzione (2022-2024) sarà operativo già nel corso dell’estate. Nonostante la riforma della giustizia penale contempli gli eccessivi ritardi nei procedimenti giudiziari per corruzione, occorrerà un attento monitoraggio per garantire che le vicende di corruzione non siano automaticamente chiuse al grado di appello. Esistono ancora sfide per gli investigatori sulla corruzione per quanto riguarda il livello di interconnessione dei registri che includono dati finanziari rilevanti, ma il che richiede una maggiore digitalizzazione e strumenti di intelligenza artificiale. Risultano pendenti diverse proposte legislative preordinate a rafforzare la prevenzione della corruzione, incluse la protezione degli informatori, i conflitti di interesse e il lobbismo. La Commissione, tuttavia, raccomanda di procedere con le riforme legislative che risultano già da tempo pendenti in Parlamento, in particolare in merito a conflitti di interessi e disciplina del lobbying, oltre che alla protezione dei whistleblower e, al riguardo, viene raccomandata l’adozione di un registro relativo al lobbying. Ulteriormente, si evidenzia l’esigenza di potenziare gli strumenti di indagine per le vicende di corruzione nell’area finanziaria e di alto livello, raccomandando un irrobustimento della digitalizzazione e della interconnessione dei registri elettronici. Viene altresì segnalata la questione relativa al finanziamento dei partiti per il tramite di fondazioni e associazioni, che rende gravoso tracciare le transazioni: al riguardo la Commissione raccomanda l’introduzione di un registro elettronico unico per i finanziamenti ai partiti e alle campagne elettorali. Viene infatti notato che la pratica di convogliare donazioni a partiti politici attraverso fondazioni e associazioni politiche rappresenta un serio ostacolo alla responsabilità pubblica, poiché le transazioni sono difficili da tracciare e non esiste un registro comune e unico. Più in dettaglio, si evidenzia che le regole di finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali mostrano alcune scappatoie significative, mentre sono state avviate diverse indagini su casi e sono state raggiunte le condanne di primo grado. Oltre la dimensione normativa, e delle forze che l’Italia ha messo in campo, la Commissione nota, in ogni modo, che risulta ancora elevata la propensione alla corruzione nell’economia italiana, concludendo che la corruzione appare sempre più utilizzata come strumento per infiltrarsi nell’economia legale.

Media italiani: precarie le condizioni di lavoro

Nella Relazione il quadro legislativo italiano che regola il settore dei media, incluso quello del pubblico servizio, viene definito positivamente, al contempo rilevando che persistono preoccupazioni per le precarie condizioni di lavoro di molti giornalisti, la protezione delle fonti giornalistiche e la questione del segreto professionale. Le vicende di attacchi fisici e intimidazioni contro giornalisti e organi di informazione continuano ad aumentare di anno in anno, mentre le pene detentive per diffamazione sono state in gran parte abolite, nel 2021, a seguito di una storica sentenza della Corte costituzionale. La Commissione ha espresso la Raccomandazione che l’Italia adotti maggiori forme di protezione in Relazione a cause di diffamazione e incrementi le forme di tutela del segreto professionale dei giornalisti, anche in considerazione del fenomeno delle cause cd. “SLAPP”, intentate in modo solitamente infondato al solo fine di intimorire gli operatori dell’informazione.

Checks and balances: la situazioni dei migranti

Sul piano dell’assetto istituzionale (“checks and balances”) la Commissione rimarca che lo stato di emergenza in Relazione alla pandemia da Covid-19 è concluso. La Raccomandazione in tale ambito, che non rappresenta una novità rispetto ai Rapporti degli scorsi anni, afferisce alla creazione di un’Autorità nazionale per i diritti umani, punto sul quale l’Italia è in difetto rispetto agli altri Stati membri, nonostante varie iniziative legislative prese al riguardo. È menzionata comunque l’opera del CIDU (Comitato interministeriale per i diritti umani). Ulteriori punti segnalati, non oggetto di raccomandazioni, riguardano le ONG, in particolare che si occupano di migranti, le quali, in assenza di un quadro normativo adeguato, incontrerebbero varie difficoltà nelle loro dinamiche quotidiane.

Raccomandazioni

Le “raccomandazioni” conclusive costituiscono il messaggio di invito, direttamente rivolto all’Italia, in vista di un miglioramento della situazione dello Stato di diritto nel Paese, e rappresentano una novità, già annunciata dalla Presidente Von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione del 15 settembre 2021. Tali raccomandazioni sono state elaborate sulla base dei contenuti dei capitoli dei singoli paesi e del dialogo intercorso con gli Stati membri, nel rispetto del principio della parità di trattamento. Nel formularle si è prestata particolare attenzione a che rimanessero mirate e ancorate alle norme UE, e tenendo conto degli assetti la Commissione nazionale. Nel capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Italia, oltre a ricordare gli impegni assunti nell’ambito del PNRR relativi a determinati aspetti del sistema giudiziario e del quadro anticorruzione, si raccomanda al Paese di:

  • continuare gli sforzi per migliorare il livello di digitalizzazione del sistema giudiziario, in particolare in tribunali penali e procure;
  • proseguire le operazioni efficaci della polizia e della procura contro la corruzione ad alto livello, anche migliorando la digitalizzazione e l’interconnessione dei registri;
  • adottare regole complete sul conflitto di interessi e regolamenti sul lobbying per stabilire un registro operativo del lobbismo, che includa un’impronta legislativa;
  • introdurre un registro elettronico unico per le informazioni finanziarie dei partiti politici, anche affrontando la tematica delle donazioni agli stessi;
  • riformare la legislazione in materia di diffamazione, tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti;
  • istituire un ente nazionale per i diritti umani che tenga conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.

Prossimi step

La Commissione ha invitato il Parlamento UE e il Consiglio a proseguire i dibattiti generali e specifici per ogni singolo paese, sulla base della Relazione, esortando anche i parlamenti nazionali e gli altri attori chiave, compresa la società civile, a portare avanti il dialogo sullo Stato di diritto a livello nazionale. Infine, la Commissione ha invitato gli Stati membri ad affrontare le sfide individuate nella Relazione ed è pronta ad assisterli negli sforzi in tal senso, anche per attuare le raccomandazioni.

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