Giustizia

Giustizia, la Ue promuove le Riforme - Italia 4° per numero avvocati

Il commissario Reynders: "Giudizio molto positivo". Ma il Rapporto Eu Justice 2022 conferma una situazione difficile. Primi effetti del Pnrr nel prossimo Scoreboard

di Francesco Machina Grifeo

Bruxelles promuove il percorso delle riforme della Giustizia portato avanti in questi mesi da Governo e Parlamento. "Abbiamo un giudizio molto positivo – ha affermato il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders -. Ora monitoreremo che, effettivamente, vengano realizzati gli obiettivi". L'occasione è stata la presentazione dell' Eu Justice Scoreboard 2022 , il quadro di valutazione europeo della giustizia nei Paesi membri che presenta diverse note dolenti per l'Italia.

Reynders che ha ricordato di aver avuto "molti scambi con la ministra Marta Cartabia nel corso dell'anno" ha apprezzato in particolare gli sforzi fatti per la "digitalizzazione, la lotta al pregresso e la riduzione dei tempi dei processi" ricordando il "ruolo essenziale" delle riforme per il Recovery Plan italiano. Mentre, ha proseguito, le evidenze statistiche delle riforme si avranno nel prossimo Scoreboard, visto che l'attuale rapporto prende in esame i dati relativi al 2020, influenzati dagli effetti del Coronavirus. "Il Rapporto – ha aggiunto Reynders - ci aiuta a identificare le opportunità di miglioramento e ad affrontare i rischi per i nostri sistemi giudiziari: dati oggettivi e di alta qualità sono una base fondamentale per gli sforzi volti a sostenere lo stato di diritto e l'indipendenza della magistratura".

Scorrendo dati e tabelle contenuti nelle 60 pagine del rapporto balza agli occhi l'effetto del Covid sui tempi della giustizia. Nel 2020, nel civile, ci volevano quasi 700 giorni per arrivare a sentenza, rispetto ai 540 del 2018-2019 e dei quasi 600 del 2012. Segnando dunque pesanti passi indietro nella lenta marcia verso un miglioramento che vede l'Italia "fanalino di coda" in questo segmento. Peggio di noi, escludendo il 2020, fa solo la Grecia. A conferma dell'impatto del Covid, anche la Francia, di norma più veloce dell'Italia, nel 2020 presenta ritardi analoghi.

Per il secondo grado, rispetto al 2019, l'Italia fa registrare un aumento della durata stimata ("disposition time") dei procedimenti di contenzioso civile e commerciale ("civil and commercial litigious cases"), che passa dai 791 gg del 2019 ai 1026 del 2020 (+30%). Anche il non contenzioso ("non litigious cases") fa registrare un aumento del disposition time pari al 29%, la durata stimata passa infatti da 232 nel 2019 a 298 nel 2020. In totale si osserva un aumento pari al 29%.

Secondo il rapporto però dai flussi emerge con evidenza che, sia in primo che in secondo grado gli aumenti del DT sono da attribuire alla riduzione delle definizioni, il denominatore dell'indicatore, e non all'aumento delle pendenze che anzi si sono ridotte rispetto al 2019 (-2% in primo grado e -4% in secondo grado). Gli aumenti osservati dunque dovrebbero avere natura temporanea ed essere riassorbiti una volta che l'attività giudiziaria si riporta sui livelli ordinari. Una conferma di ciò viene dai dati relativi al 2021 elaborati ai fini del monitoraggio continuo a fini PNRR.

Bilancio positivo per il rapporto tra procedimenti definiti e procedimenti iscritti in un dato anno. L'Italia si conferma tra i Paesi con un elevato clearance rate che anche nel 2020 è stato superiore al 100%. Ciò significa che nell'anno sono stati definiti più procedimenti di quelli iscritti e pertanto si è avuta una erosione delle pendenze. Nella classifica EU l'Italia si colloca al terzo posto per valori del CR con riferimento ai procedimenti civili contenziosi in primo grado

Ma sono molti i grafici interessanti. Guardando per esempio agli avvocati per numero di abitanti, scopriamo che l'Italia ne ha 400 ogni 100mila abitanti, un soffio in meno della Grecia. Più di noi ne hanno anche Lussemburgo e Cipro che sfiorano i 500 legali sempre ogni 100mila abitanti. Ma guardando paesi più affini al nostro, vediamo che la Spagna si ferma a 300 per 100mila abitanti, la Germania a 200 mentre la Francia ne ha 100 .

Il tempo stimato per tutti e tre i gradi di giudizio nel 2020, segna la debacle dell'Italia con 1.500 giorni, un primato in negativo che stacca tutti. A lunga distanza si piazza la Spagna, che è seconda, con poco più di 800 giorni. Sotto gli 800 giorni troviamo la Francia mentre in Germania ne bastano 200. Siamo abbondantemente i primi anche per cause pendenti civili e commerciali, con 5,5 pendenze ogni 100 abitanti, mentre in Finlandia siamo intorno allo 0,2 e in Svezia 0,5.

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