Civile

Governo restituisca a Vodafone Omnitel 49mln concessione ‘98

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di Francesco Machina Grifeo

Respinto il ricorso dei Ministeri dell'Economia e dello Sviluppo economico contro la condanna, da parte della Corte di Appello di Roma, a restituire a Vodafone Omnitel i 49 milioni di euro versati nel 1998 a titolo di canone di concessione per l'esercizio dell'attività di telecomunicazioni (art. 188 codice postale). La Cassazione (ordinanza 18.603 depositata il 7 settembre), chiude così una vicenda ultraventennale che ha coinvolto differenti giurisdizioni e che di recente ha avuto analogo compimento anche per Telecom davanti alla Corte di giustizia Ue. In particolare, ad essere illegittimo perché in contrasto con una direttiva Ue (la 97/13-CE), era l'obbligo di pagamento comparato al 3% del fatturato annuo stabilito dalla legge nazionale (Dpr n. 318 del 1997, e legge n. 448 del 1998). A partire dal 1998, infatti, era stata attuata la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni con cessazione del regime di concessione statale. Nel dare ragione a Vodafone la Corte territoriale, nel 2014, aveva richiamato la sentenza della Corte di giustizia UE (causa C-296/06), con la quale si è stabilito che il pagamento di un canone con simili caratteristiche «deve ritenersi, dopo il 31- 12-1997, in contrasto con l'ordinamento comunitario». Ragion per cui «i vecchi concessionari dei servizi di telefonia, titolari o meno che fossero di diritti esclusivi, non potevano più esser considerati come titolari di una concessione amministrativa nel periodo transitorio successivo a tale data, né poteva esser loro imposta alcuna prestazione che non fosse quantificabile secondo l'art. 11 della direttiva medesima».

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