Penale

I confini della legittima difesa reale e putativa

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a cura della Redazione di PlusPlus24 Diritto

Legittima difesa – Criteri di accertamento - Giudizio ex ante – Giudizio deve essere relativo e non astratto – Omicidio preterintenzionale (articolo 584 c.p.) – Richiesta di riconoscimento dei presupposti della legittima difesa - Sussistenza
L'accertamento relativo alla legittima difesa reale o putativa deve essere effettuato con un giudizio ex ante calato all'interno delle specifiche e peculiari circostanze concrete che connotano la fattispecie da esaminare, secondo una valutazione di carattere relativo e non assoluto e astratto. Tale valutazione è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, cui spetta esaminare, oltre che le modalità del singolo episodio in sé considerato, anche tutti gli elementi fattuali antecedenti all'azione che possono avere avuto concreta incidenza sull'insorgenza dell'erroneo convincimento di dover difendere sé o altri da un'ingiusta aggressione, senza tuttavia che possano considerarsi sufficienti gli stati d'animo e i timori personali. (Nel caso in esame i giudici del merito, secondo la Suprema Corte, dovevano sottoporre a un più attento esame le circostanze fattuali in quanto era stato dimostrato che il taglierino si trovava nelle mani della vittima e che l'imputato, dopo essere riuscito a disarmarla, l'aveva colpita con un solo colpo di striscio, come reazione a un pugno ricevuto in quel contesto di concitazione in cui si stavano svolgendo gli avvenimenti).
• Corte di Cassazione , sezione I, sentenza 14 ottobre 2016 n. 43564

Legittima difesa – Legittima difesa putativa – Configurazione – Richiesta di riconoscimento - Esclusione – Fattispecie relativa alla sostituzione della serratura dell'appartamento di proprietà del coniuge in via di separazione – Sostituzione dovuta a timore per problemi psichici del coniuge
La legittima difesa richiede la necessità di difendersi da un pericolo “attuale” di una offesa ingiusta da cui, come conseguenza, deriva la necessità della difesa. L'imprescindibilità del requisito dell'attualità del pericolo, inteso come convinzione (del soggetto agente) di trovarsi in presenza di un pericolo presente ed incombente, non futuro o già' esaurito, è stata spesso affermata, dalla Suprema Corte, ai fini della configurabilità della legittima difesa putativa.
• Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 settembre 2016 n. 39458

Legittima difesa – Lesioni personali reciproche – Richiesta di riconoscimento dell'esimente della legittima difesa - Sussistenza
In tema di legittima difesa, è regola di esperienza che colui che è reiteratamente aggredito reagisce come può, secondo la concitazione del momento, e non è tenuto a calibrare l'intensità della reazione, finalizzata ad indurre la cessazione della avversa condotta lesiva, salva l'ipotesi di eventuale manifesta sproporzione della reazione stessa.
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 31 maggio 2016 n. 23042

Legittima difesa - Minaccia aggravata - Detenzione di pistola e munizioni - Riprese di videosorveglianza – Richiesta di riconoscimento della legittima difesa (requisiti) - Rigetto
La legittima difesa pretende requisiti che devono essere oggetto di rigorosa dimostrazione e che sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima; mentre la prima deve concretarsi in un pericolo attuale di un'offesa che, se non neutralizzata tempestivamente, sfocia nella lesione del diritto, la seconda deve inerire alla necessità di difendersi, alla inevitabilità del pericolo ed alla proporzione tra difesa ed offesa. L'elemento dell'attualità del pericolo costituisce il tratto caratteristico essenziale della difesa legittima, che la distingue, sia dalla mera difesa preventiva, diretta ad evitare esclusivamente le cause dell'azione illecita o dannosa, sia dalla vendetta privata; pertanto, con la locuzione “pericolo attuale” si deve intendere un pericolo “presente”, “in atto”, “in corso”, “incombente”, con esclusione, cioè, del pericolo già esauritosi e di quello ancora da verificarsi.
• Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 27 novembre 2015, n. 47177

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