In cucina con il Bonus
Si tratta dell'agevolazione prevista dal comma 118-bis dell'articolo 1, valida per cuochi professionisti sia dipendenti che con partita IVA, che prevede un credito d'imposta fino a 6.000 euro per l'acquisto, effettuato dal 1° gennaio al 30 giugno 2021, di strumenti di lavoro o per l'investimento fatto in corsi di aggiornamento e formazione professionale (cosiddetto Bonus Chef)
La ristorazione, in questi giorni al centro di una clamorosa protesta e settore tra quelli più colpiti unitamente al turismo, dalla pandemia, può giovarsi, almeno in parte, di un provvedimento contenuto nella Legge di Bilancio 2021.
Si tratta dell'agevolazione prevista dal comma 118-bis dell'articolo 1, valida per cuochi professionisti sia dipendenti che con partita IVA, che prevede un credito d'imposta fino a 6.000 euro per l'acquisto, effettuato dal 1° gennaio al 30 giugno 2021, di strumenti di lavoro o per l'investimento fatto in corsi di aggiornamento e formazione professionale (cosiddetto Bonus Chef).
L'emendamento approvato prevede un credito d'imposta che copre fino al 40% delle spese sostenute dai cuochi professionisti di alberghi e ristoranti, per l'acquisto di "beni strumentali durevoli" e "corsi di aggiornamento", con un tetto massimo di seimila euro, spese che tuttavia devono essere "strettamente funzionali all'esercizio dell'attività. In sostanza il massimo investimento possibile per sfruttare tutto il credito di imposta consiste in una spesa di euro 15.000.
Per questa agevolazione è stato stanziato un milione di euro come budget complessivo ma il bonus sarà utilizzabile anche nel 2022 e 2023.
Il bonus è usufruibile sia dai lavoratori dipendenti che da quelli autonomi, anche se non in possesso del codice ATECO 5.2.2.1.0 (Cuochi in alberghi e ristoranti). Per poter infatti accedere al credito di imposta, l'unico requisito fondamentale è infatti quello di svolgere la professione di cuochi in alberghi o ristoranti e che i corsi di formazione professionale siano giudicati "strettamente funzionali all'esercizio dell'attività".
La norma in questione indica in che modo potrà utilizzarsi il credito di imposta che specificatamente verrà erogato per le seguenti spese:
• acquisto di macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari;
• strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione;
• partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.
Il bonus sotto forma di credito di imposta può essere utilizzato solo in compensazione mediante F24 ma può anche essere ceduto a terzi ivi incluse Banche e altri Enti Finanziari.
E' da ritenere che i cuochi lavoratori dipendenti potranno avere interesse ad accedere al bonus per investire in formazione e aggiornamento professionale piuttosto che nell'acquisto di strumenti e attrezzature professionali che evidentemente saranno fornite dal datore lavoro, salvo casi particolari. I cuochi professionisti a partita IVA evidentemente avranno interesse anche all'acquisto di attrezzature e macchinari e quindi con una possibilità di usufruire di un ventaglio più ampio di opportunità.
In entrambi i casi però i cuochi potranno utilizzare il credito di imposta per compensare eventuali altre imposte (IMU, ecc.), fatta ovviamente salava la possibilità di cedere il credito di imposta a Banche ed Enti Finanziari ma non solo.
Il bonus Chef 2021 è totalmente escluso da IRPEF e IRAP e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Si tratta di due disposizioni che limitano la deduzione di interessi passivi e di oneri e spese.
Il vero nodo però è che a tutt'oggi non risulta ancora emanato il decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro dell'economia e delle finanze, che doveva essere adottato entro sessanta dalla data di entrata in vigore del provvedimento (1° gennaio 2021) e quindi entro il 1° marzo 2021. Il decreto in questione dovrebbe stabilire i criteri e le modalità di attuazione delle suddette disposizioni con riguardo particolare alle procedure di concessione al fine di rispettare il limite massimo di spesa previsto dalle disposizioni stesse.
Il decreto attuativo dovrebbe inoltre, sempre sulla base del testo normativo, indicare la documentazione necessaria per usufruire del bonus, le condizioni di eventuale revoca dello stesso e l'effettuazione dei controlli.
E' da ritenere che coloro che possono potenzialmente beneficiare di tale bonus e che nel frattempo hanno investito e sostenuto spese eleggibili per il bonus stesso saranno comunque messi nella condizione di poter usufruire del credito d'imposta, in presenza di tutti i requisiti di legge, anche per gli acquisti e per le spese sostenute nel periodo che va dal 1° gennaio 2021 alla emanazione del Decreto Interministeriale. Diversamente si tratterebbe di una palesa ingiustizia a danno di un settore già pesantemente colpito.
Per individuare le spese che possono fruire del bonus dovrebbero valere i criteri generali per cui si dovrà fare riferimento alla data di consegna dei beni per quanto riguarda l'acquisto di attrezzature mentre per i servizi (aggiornamento e formazione professionale) al pagamento delle spese.
Dispiace dover constatare che ancora una volta è la burocrazia della Pubblica Amministrazione a causare ritardi nella esecuzione di provvedimenti che in questo particolare momento invece sarebbero utili per questa categoria.
Auspichiamo quindi che nei prossimi giorni il tanto atteso decreto attuativo venga emanato, onde consentire al già tanto tartassato settore della ristorazione di avere la disponibilità delle informazioni necessarie per accedere al bonus, tra cui anche le modalità per la richiesta.
* a cura di Alessandro Pinci, partner di Legalitax Studio Legale e Tributario
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Matteo Meneghello
Il Sole 24 Ore