In Inghilterra e Galles, per la prima volta, è autorizzata l’erogazione di servizi legali esclusivamente tramite IA
E’ previsto un rapporto diretto “IA - cliente”, senza alcun intermediario umano, ma la responsabilità rimane in capo agli avvocati
E’ notizia di questi giorni: l’Autorità di regolamentazione dei sollicitors (quelli che svolgono attività legale consulenziale) ha autorizzato, per la prima volta, uno studio aderogare servizi legali esclusivamente con IA.
Lo studio si chiama Garfield: è specializzato nell’aiutare le aziende a recuperare crediti fino a 10.000 sterline, con costi a partire da 2 sterline per l’invio di una lettera di “cortesia”.
Si legge, nel comunicato della SRA (Solicitors Regulation Authority) che “molti studi legali utilizzano già l’IA per supportare e fornire una gamma di servizi di back-office e rivolti al pubblico, Garfield.Law Ltd è il primo studio basato esclusivamente sull’IA che abbiamo autorizzato a fornire servizi legali regolamentati in Inghilterra e Galles...stiamo incoraggiando lo sviluppo di nuovi approcci e modelli grazie ai potenziali vantaggi per i consumatori. I servizi legali basati sull’IA potrebbero offrire servizi migliori, più rapidi e più convenienti. Esistono, tuttavia, potenziali rischi per il pubblico, quindi ci siamo assicurati che siano in atto controlli adeguati per garantire che la tutela dei consumatori non venga compromessa”.
Eppure c’è da chiedersi come siano statirisolti i problemi relativi alle c.d. allucinazioni: quel fenomeno che porta l’intelligenza Artificiale, invero soprattutto quella generalista, ad ‘inventare’ dati non corrispondenti al vero, come è successo proprio in Italia a proposito di un avvocato che aveva usato ChatGpt ed ha rischiato la condanna per lite temeraria (Tribunale ordinario di Firenze, sezione imprese, ordinanza del 14.3.2025).
L’Autorità dichiara che, prima di autorizzare Garfield.Law, ha collaborato con i proprietari per valutare i processi dello studio:”Abbiamo anche verificato che lo studio stesse gestendo il rischio di allucinazioni da IA. Il sistema non sarà in grado di proporre giurisprudenza pertinente, un’area ad alto rischio per l’apprendimento automatico basato su modelli linguistici di grandi dimensioni. Garfield non è autonomo e intraprenderà un’azione solo dopo l’approvazione del cliente; inoltre, sono in atto processi di supervisione e monitoraggio. Ciò include una maggiore supervisione delle richieste di risarcimento nella fase di lancio iniziale, in modo da poter identificare problemi o rischi”.
In sostanza, si apprende, che ci sarà un rapporto diretto IA - cliente, senza alcun intermediario umano.
Tuttavia, rimane il problema dell’eventuale responsabilità: in caso di consulenza inesatta oppure addirittura totalmente sbagliata, chi ne risponde?
Per la SRA, gli avvocati nominati saranno comunque responsabili in ultima analisi del mantenimento di elevati standard professionali da parte dello studio. Ciò significa che saranno anche responsabili di tutti i risultati del sistema e di qualsiasi problema. Tutti gli studi legali autorizzati devono inoltre disporre di un livello minimo di assicurazione a tutela dei clienti.
La posizione di SRA è, per quanto dichiarato da Paul Philip (Amministratore Delegato), quella di agevolare i consumatori-clienti: con così tante persone e piccole imprese che faticano ad accedere ai servizi legali, si dice, non è possibile bloccare le innovazioni che potrebbero apportare grandi benefici al pubblico; l’uso responsabile dell’AI da parte degli studi legali potrebbe migliorare i servizi legali, rendendoli al contempo più accessibili.
Certo è un’accelerata significativa verso il futuro, ma resta il legittimo dubbio che un sistema di questo tipo rischi di vulnerare la prospettiva antropocentrica disegnata con la prima regolamentazione europea sul punto (AI act).
Sarà per questa ragione che l’iniziativa è stata autorizzata al di fuori della perimetrazione applicativa dell’AI act?
Molti dicono che l’Europa regolamenta troppo, mentre altri Paesi inventano. Tuttavia, una domanda va posta: e se la regolamentazione tramite l’AI act fosse una forma di legittima difesa contro l’irrazionalità, non dovremmo esserne orgogliosi?
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*Avv. Luigi Viola, Studio Legale Viola