“Standard Essential Patents”, presto operativo il Patent Mediation and Arbitration Centre (PMAC)
L’entrata in funzione del PMAC segna un passaggio cruciale per la costruzione di un ecosistema europeo della proprietà industriale orientato alla risoluzione stragiudiziale delle controversie e, in particolare, ad una maggiore efficienza nella gestione dei conflitti brevettuali
Il 21 luglio si è conclusa la prima delle due consultazioni pubbliche avviate dal “PMAC” (“Patent Mediation and Arbitration Centre”), ovvero l’organismo specializzato nella risoluzione alternativa delle controversie rientranti nel campo di applicazione dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti, istituito presso il medesimo Tribunale Unificato. Questa prima fase ha riguardato lo schema di “Mediation Rules” elaborato dal “PMAC”. La seconda consultazione, relativa invece allo schema di “Arbitration Rules”, proseguirà fino al 4 agosto prossimo.
Con queste due consultazioni il “PMAC” ha inteso raccogliere commenti, osservazioni ed eventuali proposte di modifica da parte di “stakeholder” istituzionali, imprenditoriali e professionali, allo scopo di definire, in materia di arbitrato e mediazione, un quadro regolatorio condiviso, che tenga conto delle esigenze e delle istanze prospettate dagli operatori e rifletta le “best practices” adottate a livello internazionale.
Al termine di tali consultazioni, dopo una lunga gestazione, le “Rules” entreranno finalmente in vigore e il “PMAC”, verosimilmente a fine 2025, diventerà pienamente operativo, segnando così un passaggio cruciale per la costruzione di un ecosistema europeo della proprietà industriale orientato alla risoluzione stragiudiziale delle controversie e, in particolare, ad una maggiore efficienza nella gestione dei conflitti brevettuali.
Secondo le previsioni, l’entrata in funzione del “PMAC” dovrebbe costituire, peraltro, una vera e propria svolta nella definizione delle controversie relative a “Standard Essential Patents” (c.d. “SEP”), per tali intendendosi i brevetti relativi a soluzioni inventive indispensabili per l’interoperabilità delle tecnologie che devono aderire ad una determinata norma tecnica, e licenze “FRAND”, per tali intendendosi le licenze che il titolare di “SEP”, al ricorrere di determinate circostanze, deve concedere a chi ne faccia richiesta a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (appunto “FRAND” ovvero “fair, reasonable and non-discriminatory”).
A tali controversie, infatti, consapevole del ruolo centrale che i “SEP” svolgono per lo sviluppo tecnologico e la competitività del sistema industriale, il legislatore europeo ha dedicato delle norme specifiche (segnatamente, gli artt. 22-25 delle “Mediation Rules” e gli artt. 46-49 delle “Arbitration Rules”), che dovrebbero agevolare il passaggio da un contesto, quale quello attuale, caratterizzato da giudizi – spesso multi-giurisdizionali - lunghi, complessi e costosi, implicanti inevitabili ricadute negative in termini di progresso tecnologico, ad un contesto caratterizzato da una gestione stragiudiziale e centralizzata delle controversie, da un approccio alla loro risoluzione flessibile ed efficiente, nonché da una drastica riduzione dei costi e delle tempistiche per la composizione dei contenziosi.
In un panorama globale caratterizzato da un’evoluzione tecnologica sempre più rapida e marcata appare evidente, dunque, come strumenti quali l’arbitrato e la mediazione possano costituire non solo una valida alternativa al ricorso ai Tribunali, ma anche leve strategiche per lo sviluppo dell’economia, soprattutto in settori come quello dell’“Information Technology” e dell’“Internet of Things”, particolarmente interessati dall’uso di “SEP”, in cui le controversie tra operatori rischiano di rallentare fortemente l’innovazione.
Tuttavia, solo con l’entrata in funzione del “PMAC” sarà possibile stabilire se le aspettative riposte nell’attuazione degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie disciplinati dalle predette “Rules” siano state soddisfatte o se, al contrario, le parti interessate continueranno a preferire il ricorso all’autorità giudiziaria.
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*Avv. Paola Nunziata, Dott.ssa Chiara Capozucca - Studio legale e tributario CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni