Non è reato “raccomandare” un parente fuori dallo svolgimento delle proprie funzioni
L’abuso richiesto dall’articolo 323 c.p. deve realizzarsi attraverso l’esercizio del potere per scopi diversi, sviati, da quelli imposti dalla natura della funzione attribuita
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 40428 del 4 ottobre scorso ha ricordato che l’abuso richiesto dall’articolo 323 c.p. deve realizzarsi attraverso l’esercizio del potere per scopi diversi, sviati, da quelli imposti dalla natura della funzione attribuita. Su queste basi – in casi come quello in vicenda – la condotta del pubblico funzionario che con “raccomandazioni”, anche articolate, sollecita altri pubblici ufficiali a compiere atti di loro competenza, può non integrare tentativo di abuso...