Giustizia

Nordio, contrario a omicidio sul lavoro e Procura nazionale ad hoc

Rispondendo al question time, il Ministro ha anche detto che è necessaria una rimodulazione del reato di tortura ed una stretta sui telefonini in carcere. Sulla amministrazione di sostegno a lavoro una commissione ministeriale

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“Non credo di rivelare dei segreti se dico che proprio stamattina nel Consiglio dei Ministri questo argomento è stato ancora trattato anche con la prospettazione di introdurre eventuali sanzioni penali personali. Non è stato trattato il principio, al quale sarei anche abbastanza contrario, dell’introduzione di un omicidio sul lavoro, perché abbiamo l’esperienza dell’omicidio stradale: è stata aumentata a dismisura la pena per gli incidenti stradali, ma non sono affatto diminuiti, anzi sono aumentati”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il Question Time. Quanto invece alla creazione di una procura ad hoc per gli incidenti sul lavoro, “esiste come voi sapete una circolare del Consiglio Superiore della Magistratura che dice che è sufficiente la creazione di gruppi di lavoro specializzati presso le singole procure” e “io non credo che la creazione di una procura nazionale con compiti universali, con compiti nazionali possa essere più efficace”, aggiunge Nordio. “Ammetto però che la frammentazione nelle procure più piccole dove non esistono questo gruppi specializzati possa sembrare insufficiente. Il nostro orientamento è quello intermedio: è quello di devolvere alle procure distrettuali questa competenza in modo da dare un indirizzo omogeneo nell’ambito di un distretto. È tutto oggetto di discussione”.

Carceri, videosorveglianza contro ingresso telefonini - “Sulla schermatura delle carceri per evitare l’uso dei telefoni “abbiamo una sperimentazione con l’impiego dei jammer reattivi, quelli che dovrebbero appunto schermare. L’esperimento si è concluso nel gennaio del 2024, abbiamo ottenuto dei risultati positivi, però non le nascondo che non è un problema molto facile; la gran parte delle nostre carceri è costituita da istituti abbastanza vetusti, per i quali la schermatura tecnicamente è molto difficile da far funzionare. Per di più rischierebbe di compromettere anche le comunicazioni delle abitazioni circostanti”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo ad una diversa interrogazione al question time di oggi. “Bisogna intervenire essenzialmente sui controlli preventivi, per evitare che vengano introdotti questi telefonini, e su questo devo dire che abbiamo provveduto sin dal 2021 ad acquistare tutta una serie di apparecchiature denominate metal e cell phone detector, da utilizzare per impedire proprio questa introduzione illegale”, aggiunge Nordio, sottolineando che “vi è stato un capillare monitoraggio effettuato sul territorio, per consentire una individuazione in tempo reale delle situazioni di copertura degli impianti di videosorveglianza degli istituti di pena. La videosorveglianza, a questo punto, può servire di più come deterrente. Questa videosorveglianza si fa attraverso l’acquisizione di droni, l’acquisizione di telecamere e tutta un’altra serie di strutture diciamo moderne, che sono in grado di individuare l’uso anomalo di questi telefonini”.

Su reato tortura necessaria rimodulazione tecnica - “Nessuna giustificazione di comportamenti violenti” ma sul reato di tortura “è necessaria una rimodulazione tecnica”. Lo ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sempre nel corso del question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione sull’ipotesi di revisione del reato di tortura. “Il problema del reato di tortura è un problema esclusivamente tecnico, nel senso che noi ci siamo adeguati alla Convenzione di New York” in base alla quale la tortura “presuppone il cosiddetto dolo specifico, cioè il trattamento violento deve essere inflitto al fine di ottenere un determinato risultato. Mentre nella disciplina italiana è stato inteso come semplice dolo generico, cioè come semplice coscienza e volontà di commettere un determinato reato”. Questo, ha assicurato il ministro, “non significa affatto che noi stiamo sottovalutando il problema del trattamento, che non può e non deve mai essere inflitto a nessun detenuto, sia per ragioni giuridiche, sia per ragioni costituzionali, sia per ragioni etiche, sia per ragioni umane. Significa soltanto che stiamo cercando di rimodulare quel determinato reato, adeguandolo proprio alla Convenzione di New York” “Questo reato così come è strutturato adesso manca di quei caratteri di tipicità, tassatività e determinatezza che dovrebbero renderlo, invece, adeguato e coincidente con quella che è la Convenzione di New York”, ha concluso Nordio

Amministrazione di sostegno, commissione al lavoro. Riguardo, infine, alla amministrazione di sostegno, il Ministro ha affermato che come ogni elaborazione umana è migliorabile per evitare degli abusi ma che c’è ancora bisogno di approfondire il tema. A questo scopo, ha ricordato, nel novembre del 2023 è stata istituita presso il Ministero della Giustizia una commissione di studio finalizzata alla elaborazione di una proposta di modifica normativa all’esito di una ricognizione e del monitoraggio della legislazione vigente.

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