Civile

Obiettivo processi veloci, crisi d’impresa in pole position

Nel recovery plan l’agenda degli interventi delle prossime settimane

di Giovanni Negri

Un drastico abbattimento dei tempi di durata di processi, sia civili sia penali. Con punte possibili del 50% in appello e in primo grado del 25% nel penale e del 40% nel civile. È quello che si propone l’intervento sulla giustizia cristallizzato nel Recovery plan al termine del prossimo biennio. Con alcune norme che potrebbero entrare in vigore già nelle prossime settimane e altre affidate a misure più strutturali e di ampio respiro.

I dati critici

Del resto che la situazione italiana sia critica, pur con costanti e tuttavia lenti segnali di miglioramento negli ultimi anni, è reso evidente dal confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea. Dove in Italia sono richiesti in media (dati 2018) 527 e 361 giorni per una sentenza di primo grado rispettivamente nel civile e nel penale, nella Ue ne bastano 233 e 144. Tra l’altro, mette in evidenza il Recovery plan, una riduzione della durata delle procedure civili del 50 per cento accrescerebbe le dimensioni medie delle imprese manifatturiere di circa il 10 per cento. Una giustizia più rapida creerebbe anche 130mila posti di lavoro in più e circa 1.000 euro all’anno di reddito pro-capite.

Il decreto sulle crisi d’impresa

Nell’agenda dei lavori finisce allora una pluralità di interventi. In un decreto legge già in fase di redazione, sul quale nelle prossime ora è convocata una riunione di maggioranza e con norme già inviate alla Presidenza del Consiglio, saranno collocate alcune misure di pronto intervento sulla crisi d’impresa puntando, davanti a una situazione economica in forte deterioramento, a favorire il salvataggio delle aziende in difficoltà, anticipando alcune disposizioni del Codice la cui partenza è peraltro confermata al 1° settembre.

Salvataggio anticipato

Tra l’altro, nel decreto legge, confluirà, nel concordato con riserva, la possibilità per il debitore di essere autorizzato al compimento di atti di dismissione del patrimonio senza fare ricorso alle procedure competitive; modificata la disciplina degli accordi di ristrutturazione ad efficacia estesa, eliminando l’attuale limitazione alle sole banche e allargando la disciplina a tutte le categorie di creditori; come pure a tutti i creditori si potrà applicare la convenzione di moratoria sulla dilazione dei pagamenti. Viene inoltre agevolata la possibilità per il debitore di fare ricorso agli accordi di ristrutturazione dimezzando, a determinate condizioni, la percentuale dei creditori aderenti.

Negoziazione subito in vigore

Quanto alla procedura civile, nel decreto legge potrebbe finire anche uno stralcio della più ampia riforma del Codice, in discussione in Parlamento, anticipando la parte sull’estensione della negoziazione assistita. A un emendamento poi da fare approvare in Parlamento nella conversione dei decreti Ristori è affidata l’entrata in vigore anticipata di parte delle misure sul sovraindebitamento, permettendo la liberazione dai debiti residui anche in caso di incapienza.

Task force in Cassazione sul tributario

Tra le misure organizzative, il Recovery plan annuncia come già pronte le norme per l’assegnazione in via temporanea di 50 magistrati onorari ausiliari per puntellare la Sezione tributaria della Cassazione alle prese con un endemico arretrato da smaltire. In prospettiva via libera all’ingaggio di 11.000 addetti all’ufficio del processo e , per un massimo di 6 anni, di 1.000 magistrati onorari aggregati nel settore civile.

Le riforma di più ampio respiro sono affidate ai disegni di legge delega su processo penale e processo civile, dove sul primo a venire valorizzato è l’intreccio tra la nuova disciplina della prescrizione che rende più difficili strategie difensive indirizzate a puntare sul decorso del tempo e incentivo all’uso dei riti alternativi, mentre nel civile si punta alla riduzione dei riti (tendenzialmente uno solo, con marcata oralità). Nell’agenda, le leggi delega dovrebbero essere approvate entro la prossima estate, per arrivare a giugno 2022 ad avere approvati anche i relativi decreti delegati.

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