Civile

Ocf: rivedere norma su sinteticità e chiarezza degli atti giudiziari

L’Organismo congressuale forense, in una lettera al Ministro della Giustizia, chiede l’abrogazione del decreto ministeriale 110/23

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L’Organismo Congressuale Forense torna a stretto giro sul tema della sinteticità degli atti per contrastare “la diffusione di un’immagine dell’Avvocatura contraria alla speditezza del processo”, e per ribadire “la sua contrarietà all’imposizione di limiti meramente quantitativi e formali nella redazione degli atti giudiziari”.

L’Ocf, con una lettera inviata al Ministro della Giustizia, alla Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, chiede inoltre che, nell’ambito della revisione della riforma del processo civile (DD. Lgs. 10.10.2022 nn.149 e 151), “in stretta e costante collaborazione con l’avvocatura”, il V comma e la seconda parte del VI comma dell’art. 46, disp. att. c.p.c. “vengano abrogati o quantomeno adeguatamente modificati, provvedendo, in ogni caso, con tempestività all’abrogazione del decreto ministeriale 110/23 o alla revisione delle sue criticità, chiarendone la corretta interpretazione anche con circolari applicative al fine di evitare i rischi di provvedimenti di analoga natura”.

L’Organismo Congressuale Forense, conclude la nota, ha più volte manifestato la propria contrarietà “all’imposizione di limiti e vincoli alla redazione degli atti giudiziari e ha mosso i propri rilievi nei confronti della disciplina dettata dal novellato art. 46 disp att. c.p.c. e del recente DM 110/23 chiedendo alle forze politiche e di governo un immediato intervento di modifica legislativa delle predette norme”.

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