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OGMP e tutela dell'ambiente: il framework normativo e le opportunità per accelerare la transizione energetica

La nuova patnership OGMP 2.0 impegna le imprese partecipanti ad aumentare l'accuratezza e il grado di dettaglio delle loro comunicazioni sulle emissioni di metano per le attività operative e non operative rispettivamente a 3 e 5 anni

di Camillo Leopardi*

Gli ultimi anni sono stati i più caldi a livello globale e, tra questi, il 2021 ha visto toccare nuovi record anche per la concentrazione in atmosfera dei principali gas climalteranti quali l'anidride carbonica, il cui contributo pesa per circa l'80% ed il metano per circa il 10%.

Il metano è senza dubbio tra i combustibili fossili più puliti ma risulta essere un gas climalterante nel momento in cui viene liberato in atmosfera prima della combustione; nei primi 10 anni dal rilascio ha un potere climalterante più forte della CO2, mentre la CO2 lo è in misura minore ma per centinaia di anni.

A prescindere dai rispettivi "pesi di responsabilità", è certamente necessario concentrarsi anche sulla riduzione di emissione in atmosfera di gas metano. A riguardo non è però ipotizzabile l'abbandono, in breve tempo, di un combustibile che, nel nostro Paese, garantisce oltre un terzo del fabbisogno energetico nazionale. Si prevede che solo entro il 2050, l'infrastruttura energetica cambierà radicalmente e le fonti rinnovabili di energia saranno ampiamente diffuse sul mercato.

Il metano, che è di gran lunga meno inquinante del carbone e/o del petrolio, ricoprirà un ruolo importante nei prossimi anni di transizione energetica.

L'UE ha fissato obiettivi di riduzione a orizzonte 2030 per tutti i gas a effetto serra, e le emissioni antropiche di metano sono disciplinate da obiettivi nazionali nell'ambito del regolamento sulla condivisione degli sforzi (Effort Sharing Regulation, ESR). E proprio nell'ottica di riduzione del rilascio del gas naturale in atmosfera, nel 2014 è stato creato il programma OGMP (Oil and Gas Methane Partnership): avviato nell'ambito del Climate Summit delle Nazioni Unite, è stato lanciato dalla Climate and Clean Air Coalition (CCAC) per supportare le aziende in attività finalizzate alla riduzione delle emissioni.

Dal 2019 la Commissione Europea è stata coinvolta nel progetto e sta lavorando per promuovere lo sviluppo del nuovo framework OGMP 2.0 e per coinvolgere aziende e governi; la finalità è quella di fornire a tutti gli attori coinvolti informazioni dettagliate e trasparenti sui livelli di emissioni di metano e sulle opportunità di riduzione.

La nuova patnership OGMP 2.0 impegna le imprese partecipanti ad aumentare l'accuratezza e il grado di dettaglio delle loro comunicazioni sulle emissioni di metano per le attività operative e non operative rispettivamente a 3 e 5 anni.

Il programma è l'unica partnership multi-stakeholder del settore che lavora sulla rendicontazione delle emissioni di CH4 e fornisce un protocollo per supportare le aziende a gestire sistematicamente le emissioni generate nell'ambito delle loro attività produttive e di distribuzione. Alle società viene fornita una panoramica delle azioni necessarie a garantire una riduzione al minimo delle emissioni, attivando un dialogo strategico con attori chiave a livello nazionale ed internazionale e invitando nuovi partner ad unirsi al programma. In questo contesto le imprese ricoprono, quindi, un ruolo cruciale, soprattutto quelle in grado di incidere notevolmente sui bisogni e sui diritti primari della persona, tra questi diritti vi è quello di poter vivere in un ambiente naturale, protetto e sicuro.

Per raggiungere questi obiettivi bisogna attuare una strategia che permetta di ridurre le emissioni e implementare degli strumenti che consentano di misurare ciò che viene emesso in atmosfera. A titolo esemplificativo, tra le azioni più concrete che si possono mettere in atto c'è sicuramente l'utilizzo dell'innovativa tecnologia Crds (Cavity Ring-Down Spectroscopy): uno strumento di ricerca programmata delle dispersioni e di monitoraggio delle reti gas che offre importanti vantaggi in termini di ampiezza delle aree sottoposte a controllo e del numero di fughe rilevate, grazie ad una sofisticata sensing technology.

La presenza di dispositivi di ricerca e di software dotati di una sensibilità esponenzialmente superiore rispetto ai sistemi tradizionali, permette di intercettare anche fughe di piccolissima entità, quasi in modalità predittiva, prevenendo più ampi rilasci in atmosfera ed eventuali pericoli per la popolazione. Il sistema è inoltre in grado di quantificare l'effettiva quantità di gas emessa in atmosfera. Con questa tecnologia si perseguono diversi obiettivi: si misura puntualmente la dispersione, si riduce la quantità di gas emesso in atmosfera e di conseguenza si aumenta la sicurezza degli impianti.

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*A cura di Camillo Leopardi, Direttore Operations GEI Reti gas

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