Lavoro

Pa: obiettivo 4 milioni di dipendenti - 1,3mln di assunzioni nei prossimi 6 anni

Si corre sulle assunzioni a tempo dei professionisti PNRR: oltre 15 mila già realizzate. Ma ancora lenti i grandi concorsi: tra il 2019 e il 2021, 30 su 55 si sono conclusi, solo 14,5 mila posti assegnati su 103 mila a bando

Tra PNRR e fondi della politica di coesione, da fine 2021 al 2029 all'Italia arriveranno 484 miliardi di euro di spese straordinarie ed aggiuntive, in media 54 miliardi l'anno. Una quantità di risorse senza. I dipendenti pubblici italiani in Italia sono fermi a 3,2 milioni (a fronte di oltre 3 milioni di pensionati), il 14,5% del totale degli occupati, lontani dai 5,7 milioni della Francia, i 5,3 milioni del Regno Unito e i 5 milioni della Germania. Attualmente, in Italia abbiamo un rapporto tra dipendenti pubblici/numero totale dei residenti del 5,5% (era intorno al 6,5% negli anni Ottanta). In Francia lo stesso indicatore vale 8,3%, in Inghilterra l'8% e nella vicina Spagna il 7%.

Hanno un'età media di quasi 50 anni, fanno poca formazione (spendiamo appena 40 euro l'anno a persona per l'aggiornamento) e, nonostante una buona quota di laureati (il 42,6%), hanno principalmente competenze giuridiche, adatte a gestire procedimenti più che progetti, spesso disallineate dalle reali esigenze. Sono alcuni risultati della ricerca su Lavoro pubblico 2022 realizzata da FPA, società del Gruppo DIGITAL360, presentata oggi in apertura di FORUM PA 2022 "il Paese che riparte", in programma dal 14 al 17 giugno al centro congressi Auditorium della Tecnica a Roma

I concorsi pubblici dunque dovrebbero portare nuovo personale giovane e qualificato: su 55 grandi concorsi indetti tra il 2019 e il 2021, tuttavia 30 si sono conclusi e 25 sono ancora in corso, ma dei 103 mila posti messi a bando appena 14,5 mila sono stati assegnati e oltre 88 mila (in gran parte nella scuola) sono ancora vacanti.

Per raggiungere l'obiettivo di "4 milioni di dipendenti pubblici con un'età media di 44 anni e competenze adeguate" fissato entro il 2028 dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, considerando anche i previsti 500mila pensionamenti, entro 6 anni bisognerebbe assumere quasi 1,3 milioni di persone - circa 200 mila ogni anno - con un'età media di 28 anni, avviando un grande piano di formazione impostato su un'analisi delle necessarie competenze.

Il Pnrr - C'è però una campagna di reclutamento che sta marciando secondo i tempi previsti: quella dei professionisti del PNRR, che ha già generato oltre 15mila assunzioni, più della metà delle oltre 29 mila assunzioni programmate entro il 2023, affinché la durata degli incarichi - quasi esclusivamente triennali - rientri nel periodo di programmazione, con il 2026 come data massima per completare i progetti. Le procedure selettive concluse hanno portato nella Pa 1.032 incarichi di collaborazione per 36 mesi, 14.103 contratti a tempo determinato, a cui si aggiungono 50 a tempo indeterminato. Nel solo 2021, sono state 160 mila le candidature ricevute ai bandi di concorso indetti per il PNRR, con un 6% di assunzioni rispetto alla platea dei partecipanti. Il 75% del personale assunto o in corso di assunzione è laureato.

L'età nella Pa - Le differenze tra i comparti sono significative, si va da un'età media che supera i 55 anni al Cnel, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all'Unioncamere e nella Carriera penitenziaria), ai quasi 40 anni di media delle Forze Armate. Mentre nella magistratura l'età media è di 50,6 anni; solo lo 0,6% è under 30 mentre il 21% ha oltre 60 anni. Più in generale gli over 60 nelle nostre pubbliche Amministrazioni rappresentano il 16,2% del personale, mentre gli under 30 appena il 4,7%, dovuto alla loro presenza nei Corpi di Polizia e nelle Forze Armate. Ci sono poi alcune (tante) pubbliche Amministrazioni in cui di giovani sotto i 30 anni non ce n'è neanche uno.

Pensionamenti - Al 1° gennaio 2022, sono 3.082.954 le pensioni da lavoro pubblico, in aumento dell'1,8% rispetto all'anno precedente, con una spesa da 79.203 milioni di euro. Secondo i dati Inps i dipendenti pubblici andati in pensione nel 2021 sono 146.110, con un'età media di 65,6 anni. Per effetto del mancato turnover, a fine 2022 avremo circa 94,4 pensioni erogate ogni 100 contribuenti attivi (erano 73 nel 2002). Nell'ultimo anno si è assistito ad una crescita percentuale dei pensionamenti per anzianità (il 59% del totale) rispetto a quelli per vecchiaia (il 17,8%), effetto anche di "Quota 100" (entrato in vigore nel 2019 e concluso a dicembre 2021), di cui hanno beneficato nel triennio 166 mila impiegati pubblici. A partire dal 1° gennaio 2022, per 12 mesi è attiva la cosiddetta "Quota 102" e 169 mila lavoratori pubblici che nel 2022 avranno maturato 38 anni di anzianità, 430 mila avranno età compresa tra i 62 e i 66 anni, per cui è presumibile un'ulteriore accelerazione di uscite.

Una Pa più competente. Negli ultimi 10 anni il numero di laureati nella Pa è cresciuto del +23,1%. Nel 2020 sono quasi 1,4 milioni, il 42,6% del totale dei dipendenti pubblici. Ma le lauree sono principalmente di tipo economico-giudiziario: il 13% degli occupati Pa ha una laurea in giurisprudenza/scienze giuridiche/diritto/consulenza del lavoro o economia, solo il 5,6% in materie STEM. Inoltre, emerge una forte esigenza di formazione continua: nel 2020 per formare ed aggiornare la PA abbiamo speso appena 40,3 euro per dipendente pubblico.

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