La domanda
Trent'anni fa, nel cortile del palazzo confinante con il nostro condominio, fu piantato un pino, oggi enorme, senza rispettare alcuna distanza dalla recinzione. Le chiome e le radici emergenti sul nostro cortile da tempo ci invadono. A nulla sono servite, in passato, le richieste di abbatterlo. Da un anno abbiamo segnalato al loro amministratore condominiale che ora dobbiamo sostituire l’asfalto del nostro cortile con autobloccanti; per uno scavo a regola d’arte, dovremo sostituire varie tubazioni sotterranee e, naturalmente, recidere le radici “incompatibili”. Il rischio è che, durante i lavori, l’albero crolli; avvertiti i vicini, essi si dicono disposti, al più, a una consistente potatura.Come possiamo iniziare e concludere in sicurezza i nostri lavori, già da noi deliberati? Chi paga i danni se l’albero, in conseguenza dell’estirpazione delle radici e/o dell’escavazione fino al nostro confine, dovesse cadere? Il Comune può/deve imporne l’abbattimento preventivo a loro spese?
Paiono sussistere i presupposti per l’esercizio dell’azione da danno temuto, prevista dall’articolo 1172 del Codice civile, con la quale un proprietario - se ha ragione di temere che da qualsiasi edificio, albero o altra cosa derivi pericolo di un danno grave e prossimo alla cosa che forma l'oggetto del suo diritto - può denunziare il fatto all'autorità giudiziaria e ottenere, secondo le circostanze, che si provveda per ovviare al pericolo.L’azione andrà proposta nei confronti del condominio entro il quale è piantato l’albero e presentata al tribunale del luogo in cui la pianta si trova: il giudice potrà adottare gli opportuni provvedimenti in riferimento alla situazione di pericolo denunciata, anche considerando i lavori decisi dalla parte attrice e in attesa di esecuzione, e ai danni eventualmente cagionati.