Civile

Riforma della giustizia civile, il Governo mette a punto gli emendamenti

La Relatrice Modena: "Il Recovery impone tempi stretti". Venerdì 23 si chiudono i lavori della Commissione

di Francesco Machina Grifeo

Entro domani, venerdì 23 aprile, la Commissione per l'elaborazione di proposte di riforma del processo civile e degli strumenti Adr, voluta dalla Ministra Cartabia, dovrebbe terminare il suo lavoro. Dopodiché il Governo presenterà, probabilmente entro la settimana prossima, in Commissione giustizia del Senato, una serie di emendamenti al testo base che resta quello voluto dall'ex ministro Bonafede.

Una scelta spiega la senatrice Fiammetta Modena, Relatrice del provvedimento ("Delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie"), che si spiega "con la volontà di non riprendere un dibattito infinito tra le forze di Governo, anche se va considerato che con gli emendamenti si apre a modifiche sostanziali".

Si deve correre perché la riforma della giustizia si intreccia con il Piano per la ripresa. "Abbiamo tempi molto stretti – spiega Modena - perché il Recovery è legatissimo a queste riforme. Non va poi dimenticato che parliamo di una legge delega per cui magari si potranno trovare delle norme che entrano immediatamente in vigore per il resto però c'è il tempo tecnico del decreto legislativo".

Il 16 aprile scorso invece si è chiuso il termine per gli emendamenti dei gruppi. "Ad oggi – prosegue Modena - abbiamo circa 500 emendamenti presentati, il numero si spiega con una sorta di diritto di tribuna che abbiamo dato a diversi soggetti, associazioni e ordini, spiegando loro che cambierà tanto con l'arrivo degli emendamenti del Governo".

E qualcosa trapela anche sui possibili orientamenti. "È prevalente – afferma Modena –per esempio l'idea di n on eliminare l'atto di citazione ma eventualmente semplificare e ridurre il più possibile il tempo delle memorie in modo da rendere la procedura più stringente". Un altro orientamento è quello relativo al tribunale della famiglia "di cui si parla tanto ma non si realizza mai". "Inoltre c'è la volontà di utilizzare meglio la partita della mediazione e della negoziazione creando un interesse delle parti a chiuderla e non un doppio costo".

Idee di riforma che dovrebbero essere condivise anche dalla Commissione ministeriale, così come la volontà di salvare qualche esperienza emergenziale testata durante la pandemia. "Mentre nel penale – spiega la senatrice Modena - la questione del processo da remoto apre grandi problematiche, nel civile invece sia le udienze telematiche che a trattazione scritta consentono una trattazione della causa più veloce". "C'è quindi un orientamento abbastanza consistente della Commissione, e lo stesso Ministro ne ha parlato quando è venuto a illustrare il programma, affinché queste innovazioni possano diventare prassi normale nell'ambito della struttura del processo civile".

Ma la riforma della giustizia non si limita agli interventi sul codice di procedura. Nei giorni scorsi il Ministro Cartabia, nel corso di un intervento alla Cabina di Regia per l'Internazionalizzazione, aveva annunciato: "In vista ci sono alcuni lievi ritocchi al rito del processo civile e verranno potenziati anche gli strumenti di mediazione e Adr". Aggiungendo che "Tra le riforme per il sistema giustizia, stiamo aumentando il personale, non solo amministrativo. Inoltre la digitalizzazione del processo con la dematerializzazione dei documenti restano punti focali. Il Pnrr dovrebbe prevedere interventi in questo senso. La misura centrale poi è l'ufficio del processo per accelerare la giustizia, ovvero costruire una squadra di supporto intorno al giudice".

E proprio nell'ufficio del processo dovrebbero entrare, con dei contratti a tempo, i neo laureati in giurisprudenza per aiutare i giudici nel lavoro di ricerca. L'obiettivo infatti è quello di tagliare i tempi come ci chiede l'Europa.

"Come confermano gli studi ormai da anni - ha detto Cartabia -: una giustizia più veloce favorisce gli investimenti esteri. Al contrario tempi più lenti in Italia, rispetto alla media europea, incidono negativamente sulla nostra capacità di attrazione. Un'analisi pubblicata nel 2020 - ha proseguito - su dati del 2018 mostra che i giorni per la conclusione di procedimenti civili e commerciali in primo grado ammontano a 527 rispetto alla media dei paesi del Consiglio d'Europa di 201; in secondo grado sono 863 giorni contro 141 della mediana dei paesi del Consiglio D'Europa. E' evidente che si tratta di ritardi che incidono in modo significativo sulla nostra attrattività".

Negli ultimi 15 anni, tuttavia, i tempi dei processi, il cosiddetto disposition time, sono in miglioramento e sono diminuiti del 28% in Tribunale e del 39% in corte d'Appello. Anche nel 2020, nonostante il Covid, c'è stato un passo in avanti.

"Sulla giustizia tributaria 50 mila sono i ricorsi pendenti in Cassazione, pari circa al 42% dell'arretrato complessivo della Corte di Cassazione" – ha specificato infine la Ministra – È evidente che questo è un settore decisivo per tutta l'attività economica. Insieme al ministro dell'Economia Franco abbiamo istituito un'apposita Commissione di studio chiamata a mettere mano ai problemi della giustizia tributaria. Lavorerà con tempi leggermente più ampi rispetto a quella precedente, anche perché parallelamente va avanti la riforma del processo penale e ordinamento giudiziario".

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