Sanità, il Governo vara il Dl anti-violenze: pene fino a 5 anni, arresto nelle 48 ore
Il Ministro Nordio: “Reato intollerabile contro chi si pone al servizio del cittadino nel momento più delicato della vita”. Anelli (Fnomceo): “Si adottino sistemi di videosorveglianza per rendere la norma efficace”
Via libera dal Consiglio dei ministri di oggi ad un decreto legge contro le violenze nei confronti di medici e sanitari che prevede un generale inasprimento delle pene. Il Dl, redatto su impulso dei Ministeri della Giustizia e della Salute, è intitolato: “Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria”.
Rinviata invece l’approvazione del Dl migranti (Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, nonché di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale). Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano ha spiegato: “È stato avviato l’esame di una materia molto complessa, il testo richiede qualche affinamento e qualche precisazione che avverrà in maniera auspicabilmente conclusiva al prossimo Cdm”. Nel complesso sono diciassette articoli che riscrivono la disciplina dell’ingresso in Italia dei lavoratori stranieri.
In conferenza stampa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio presentando il Dl anti violenze ha affermato: “È un provvedimento chiesto praticamente da tutto il mondo sanitario e presumo anche dai cittadini che tende a proteggere l’esercizio della professione sanitaria da quelle forme di aggressioni particolarmente odiose, dal devastavamento delle strutture sanitarie pubbliche e private”. “Abbiamo provveduto - spiega Nordio - in due direzioni. La prima è sostanziale, aumentando la pena per il danneggiamento aggravato sulle pertinenze di strutture sanitarie e non solo fino a 5 anni, che viene coniugato con l’elemento procedurale che impone l’arresto obbligatorio nella flagranza di reato quando sono commesse lesioni, minacce aggravate o danneggiamento nell’ambito delle strutture sanitarie. Il secondo aspetto - prosegue il Guardasigilli - riguarda la flagranza di reato che, in questo caso, è estesa nell’ambito delle 48 ore successive. Si tratta di un arresto differito quando le ragioni di incolumità o impossibilità di effettuare l’arresto non consentano l’arresto, che è possibile differire appena scoperti gli autori di questi reati”.
“Quelli contro il personale sanitario – ha proseguito - non sono paragonabili ad altri reati di reati di violenza o minaccia, anche contro altri pubblici ufficiali. Chi lavora con grande fatica e sacrificio negli ambulatori e nei pronti soccorsi si pone al servizio del cittadino nel momento più delicato della vita dell’esistenza. Il fatto che vengono offese, malmenati, devastati ambienti e strumenti essenziali è una cosa intollerabile”.
“Malgrado le critiche che qualche volta abbiamo sentito che questo governo tende a panpenalizzare, estendere la tutela penale magari in modo ingiustificato, io ritengo - ha concluso Nordio - che questo provvedimento abbia una generale condivisione”.
“Soddisfazione” è stata espressa da parte della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. “Il decreto - afferma il Presidente Anelli - adotta finalmente l’estensione dell’arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari o comunque nelle strutture sanitarie, attraverso un filmato, una videoregistrazione o qualsiasi altro strumento che consenta di poter individuare l’aggressore”.
“Come noto – prosegue -, l’arresto in flagranza differita dà la possibilità al personale di pubblica sicurezza di poter arrestare entro le 48 ore il soggetto che ha procurato violenza e quindi di assicurarlo alla giustizia”. Si tratta di un istituto già adottato in altri contesti come le manifestazioni sportive o i reati inerenti alla violenza domestica. “Il decreto - evidenzia Anelli - introduce anche multe pecuniarie fino a 10mila euro per chi produce qualsiasi tipo di violenza e di distruzione di suppellettili o di ambienti nelle strutture sanitarie. Rappresenta quindi oggi un primo passo importante”.
“Crediamo che il Governo ora debba dare delle precise indicazioni alle Aziende Sanitarie e alle Regioni perché adottino sistemi di videosorveglianza, utilizzando eventualmente anche i fondi del Pnrr, per poter consentire a questa norma di diventare realmente efficace”, ha concluso Anelli.