Separazione carriere, Camere penali: i tempi sono maturi - Calendarizzata la Pdl costituzionale
Terzo Polo, FI e Lega d'accordo ad intervenire subito. FdI chiede una riforma complessiva. Nella Pdl due Csm, concorsi separati e obbligatorietà dell'azione penale nei limiti previsti dalla legge
Si respira ottimismo nella sala delle conferenze stampa della Camera dei deputati per la presentazione della Pdl delle Camere penali sulla separazione delle carriere dei magistrati. "Ora il clima politico è cambiato e la riforma potrebbe vedere la luce entro la legislatura", esordisce il responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, nell'introdurre i partecipanti. "E' la nostra battaglia identitaria. Abbiamo portato avanti l'idea in solitudine per anni, ora c'è un'attenzione crescente nel Paese, è una delle battaglie più popolari che ci sia in questo momento", conferma il Presidente della Camere penali Gian Domenico Caiazza.
Presenti: Nazario Pagano, Presidente della Commissione Affari Costituzionali che ha "calendarizzato" in tempi record la proposta (il 2 febbraio scorso) di cui è anche Relatore; Roberto Giachetti di Azione-Italia Viva (che ha presentato un testo uguale a quello di Costa), Tommaso Calderone di Forza Italia (anche lui primo firmatario di un Ddl), Jacopo Morrone e la senatrice Erika Stefani della Lega (che hanno depositato due Ddl identici al Senato e alla Camera), oltre all'avvocato Beniamino Migliucci, past president delle Camere penali che nel 2017 aveva raccolto oltre 70.000 firme per cambiare sul punto la Costituzione. In sostanza, si tratta di quattro testi sovrapponibili eccetto che per quello di Forza Italia che non prevede modifiche all'obbligatorietà dell'azione penale.
Assenza pesante, invece, quella di Fratelli d'Italia che ieri, attraverso il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Ciro Maschio, ha fatto sapere di voler attendere prima la riforma complessiva del processo penale che sta mettendo a punto il Guardasigilli Carlo Nordio.
Per Migliucci la separazione delle carriere contribuirà a "rafforzare l' autorevolezza del giudice" mentre non è vero che il Pm "finirà sotto il controllo politico come dicono in tanti". E ribadisce l'importanza di rivedere il sistema dell'obbligatorietà dell'azione penale insistendo sul fatto che dovrà "essere la legge ad indicare le priorità" da seguire. Secondo Caiazza, i tempi per realizzare questa riforma "sono maturi" ed il legislatore è più determinato nel voler raggiungere l'obiettivo. "Serve un giudice terzo - assicura - e la sua terzietà non può essere lasciata alla volontarietà del singolo, ma deve essere consacrata in una dimensione ordinamentale". La separazione delle carriere poi, afferma, esiste "nelle più grandi democrazie del mondo". "Bisogna rimettere il giudice al centro della giurisdizione - incalza Caiazza - non il Pubblico ministero come accade ora".
Nella scorsa Legislatura, la proposta era stata esaminata dalla Commissione Affari Costituzionali ma al termine di numerose audizioni si era arrivati ad un nulla di fatto. Ora si riparte da lì, da quel testo che, nell'intento dei proponenti, attua l'articolo 111 della Costituzione che impone che il giudice sia non solo imparziale ma anche terzo. Se è così, prosegue il ragionamento, «controllore» e «controllato», giudice e pubblico ministero, non possono appartenere a un unico ordine ed essere sottoposti al potere disciplinare di un unico organo, né condividere i medesimi meccanismi di selezione elettorale.
Il primo dei dieci articoli della Pdl prevede infatti una modifica proprio del decimo comma dell'articolo 87 della Costituzione, inserendo dopo le parole, riferite al Presidente della Repubblica: «Presiede il Consiglio superiore della magistratura» le seguenti: «giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente». Due Cms, dunque, per un "ordine giudiziario" costituito dalla "magistratura giudicante" e dalla "magistratura requirente" ma che resta "autonomo e indipendente da ogni potere". Così nel Csm "giudicante" siederà di diritto il Primo presidente della Cassazione; ed in quello requirente il Pg della Cassazione. Cambia anche la composizione con la previsione di un pari numero di membri elettivi «togati» e «laici . Entrambi decideranno su assunzioni, assegnazioni, trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari, ciascuno però soltanto sui propri membri di appartenenza.
Non solo l'articolo 7, intervenendo sul primo comma dell'articolo 106 della Costituzione afferma che «Le nomine dei magistrati giudicanti e requirenti hanno luogo per concorsi separati». Ed è questo un altro passaggio decisivo. Altro intervento di peso quello sulla obbligatorietà dell'azione penale. All'articolo 112 della Costituzione, dopo le parole: «Il Pubblico Ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale» sono aggiunte le seguenti: «nei casi e nei modi previsti dalla legge».