Sì all’affidamento terapeutico anche se l’imputato ha reati gravi alle spalle
Il Tribunale, secondo la Cassazione, non ha dato giusto peso ai progressi compiuti dal condannato nel corso di un lungo trattamento penitenziario, intrapreso nel luglio 2017
La misura cautelare personale dell’affidamento in prova terapeutico non può essere rigettata in virtù di un passato dell’imputato “segnato” da reati di vario genere e gravità. Ciò, invece, che va considerato è l’attuale situazione dell’imputato e cioè se da un punto di vista sociologico e comportamentale sia compatibile con la misura cautelare dell’affidamento sanitario. Lo chiarisce la Cassazione con la sentenza 9562/25.
Il Tribunale di sorveglianza
Venendo ai fatti il Tribunale di sorveglianza di Roma ha rigettato l’istanza...