Stop della Corte Ue ai furbetti delle patenti
La decisione riguarda un tedesco recidivo sull’alcol, che dal 1992 aveva preso una patente in Spagna e nel 2008 in Germania era stato colto a guidare in stato di ebbrezza grav
La Corte Ue dà un altro stop ai furbetti delle patenti comunitarie, che eludono le sanzioni per gravi infrazioni. Con la sentenza sulla causa C-47/20, depositata ieri, ha ribadito che ogni Stato Ue può non riconoscere una patente rilasciata in un altro Paese Ue, se il titolare ha commesso sul suo territorio un’infrazione che ne comporta la revoca o interdizioni della guida.
La decisione riguarda un tedesco recidivo sull’alcol, che dal 1992 aveva preso una patente in Spagna e nel 2008 in Germania era stato colto a guidare in stato di ebbrezza grave. Le sanzioni tedesche, analoghe a quelle italiane, erano revoca della patente e divieto di conseguirne una per 14 mesi. Ma poco dopo l’interessato aveva conseguito in Spagna un’ulteriore licenza di guida, che però le autorità tedesche non gli avevano riconosciuto.
Tra i presupposti considerati dalle autorità tedesche c’era il fatto che la nuova patente spagnola riportava la data di rilascio di quella precedente. Quindi è stata trattata come se fosse un duplicato. Interpretazione ora “confermata” dalla Corte Ue, che però ha chiarito che, se l’interessato avesse conseguito la nuova patente spagnola dopo i 14 mesi, la Germania non avrebbe potuto subordinare il riconoscimento di essa a una perizia medica: in questo caso, gli accertamenti compiuti nello Stato di rilascio sono validi.
Va comunque precisato che dal 2014 il riconoscimento non c’è più: un cittadino Ue può mantenere la patente originaria o convertirla in una del nuovo Stato di residenza.
Più a tutela dei guidatori la sentenza sulla causa C-56/20, che non consente agli Stati di annotare sulle patenti estere i provvedimenti di inibizione alla guida sul loro territorio: le loro autorità possono però chiedere che a farlo siano quelle del Paese di rilascio. E comunque possono tenere una banca dati delle patenti estere “inibite” sul proprio territorio.