Tar lazio in regola sull’arretrato - Bene Ufficio del processo e Codice dei contratti
Lo ha detto il Presidente Antonino Savo Amodio in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar del Lazio
“Il risultato che il Legislatore ha imposto di raggiungere entro il 2026 – lo smaltimento, nella misura del 70%, del contenzioso pendente al 31 dicembre 2019 – richiedeva un rilevante impegno sia del personale di magistratura che di quello amministrativo. Posso affermare oggi, con soddisfazione, che l’obiettivo è già stato raggiunto nel corso dell’anno appena trascorso, il che consente fondatamente di prevedere che, negli ulteriori due anni e mezzo di durata del programma straordinario, sarà possibile eliminare l’arretrato più risalente. Esprimo perciò la mia gratitudine ai magistrati e al personale amministrativo per il risultato conseguito”. Così il Presidente Antonino Savo Amodio in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar del Lazio .
Il Presidente ha poi sottolineato l’importanza che gli Uffici per il processo hanno assunto nell’attività di supporto ai magistrati, “e, specificamente, ai Presidenti delle singole sezioni, nella predisposizione dei ruoli delle udienze straordinarie, attraverso un’oculata selezione del contenzioso seriale e di quello recante questioni di diritto sulle quali il Tribunale si sia già espresso o su quelle in ordine alle quali possa considerarsi formato un consolidato orientamento giurisprudenziale”. “Sarebbe pertanto auspicabile una stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale, la cui attuale precarietà rende necessaria la ricerca di impieghi a tempo indeterminato: ne è prova l’esodo, soprattutto dei funzionari, verificatosi nell’anno appena trascorso, che, per giunta, ha riguardato prevalentemente gli elementi più preparati”.
Anche se aggiunge Savio va evidenziato che nel periodo 2020-2023 si è verificato un incremento esponenziale dei ricorsi proposti al Tar del Lazio: si è passati dai 10.000 del 2020 ai 17.000 dell’anno appena trascorso, con la conseguenza che, al 31 dicembre 2023, ne risultavano pendenti ancora 38.400. Ragion per cui- non è sufficiente il “programma straordinario di smaltimento, che pure ha operato in maniera incisiva, ma occorre necessariamente pensare a misure strutturali idonee a contenere la domanda di giustizia in una dimensione fisiologica”.
Per Savio è positiva l’approvazione, nel corso del 2023, del nuovo Codice dei contratti pubblici, che si caratterizza “per una maggiore chiarezza delle regole e per la prevista digitalizzazione dei procedimenti licitativi, puntando in tal modo a migliorare l’efficienza e la trasparenza delle gare ad evidenza pubblica”.
Un passaggio il Presidente Savio lo dedica anche alla cd “paura della firma”: “la recente iniziativa legislativa riguardante il reato di abuso d’ufficio e il dibattito dottrinale che ne è seguito circa l’efficacia del rimedio costituiscono una dimostrazione della rilevanza del problema.
Il Presidente ha poi ricordato l’acquisto dell’edificio “che occupiamo oramai da più di un ventennio, ad esito di una lunga e complessa trattativa condotta con la proprietà dall’Agenzia del demanio” che ha assicurata definitivamente al Tar del Lazio “una sede adeguata al ruolo che riveste nell’ambito della giustizia amministrativa di primo grado”.
Le principali materie trattate - “I 5.098 ricorsi in materia scolastica e universitaria, incidono sul totale di quelli proposti al Tribunale nella misura di circa il 30%; di questi, le impugnative riguardanti il settore universitario ammontano a 615, mentre 4.483 (di cui ben 3.311 concernono il “sostegno”) sono quelle attinenti all’ambito scolastico”. E’ quanto si legge nella relazione del presidente Antonino Savo Amodio in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar del Lazio.
“Incidono anche - si spiega - in misura rilevante sul volume del contenzioso trattato i ricorsi in materia di superamento del tetto di spesa in ambito sanitario (1.622, pari circa al 9,5% del totale) e quelli relativi a cittadinanza e immigrazione, (1.280, vale a dire il 7,5% del totale). In linea con il dato del 2022 è il numero dei ricorsi in materia di appalti: essi ammontano a 415, a fronte dei 411 dell’anno precedente, con un’incidenza del 2,4% sul totale del contenzioso generato nel 2023”.
La definizione dei giudizi - “Nel corso del 2023 sono stati definiti 20.097 ricorsi, a fronte dei 22.166 del 2022, con una riduzione pari al 9,33%, dovuta ad una diminuzione del numero di decreti di perenzione, originata dal progressivo abbattimento dell’arretrato risalente. Il rapporto tra i ricorsi definiti e quelli pervenuti nell’anno ha fatto registrare un risultato positivo (1,18). Conseguentemente, al 31 dicembre 2023 si è verificata una diminuzione delle pendenze nella misura del 6,34%, confermando la tendenza degli anni precedenti: in particolare, si è passati dalle 41.000 al 31 dicembre 2022 alle 38.400 al 31 dicembre 2023”.
Lo smaltimento dell’arretrato - In attuazione del programma straordinario di smaltimento dell’arretrato, avviato nel 2022, si è avuta una riduzione delle pendenze, dalle originarie 30.166 al 31 dicembre 2021 alle 8.546 al 31 dicembre 2023, con un abbattimento percentuale complessivo di oltre il 71%. A esito delle udienze straordinarie, calendarizzate per il 2023, sono state emesse 3.937 decisioni che definiscono il giudizio.