Tesori sottratti dai nazisti, le restituzioni in crescita
La restituzione delle opere d’arte trafugate durante il nazismo è ancora un mercato in crescita. «I casi di successo in questo campo sono aumentati negli ultimi due anni», racconta Jan Hegemann, partner di Raue, studio tedesco che ha seguito le vicende della collezione Rudolf Mosse, probabilmente la maggiore in Germania per il numero di opere sequestrate. «Anche se il contenzioso è da considerarsi veramente un’eccezione - continua l’avvocato – perché la restituzione in Germania avviene tra istituzioni pubbliche, sulla base della Convenzione di Washington degli anni Novanta».
Anche le cronache si sono occupate di celebri casi di processi internazionali dove la specializzazione è dirimente sull’andamento della causa. Esemplare in tal senso l’attività di Nixon Peabody Llp al fianco della National Gallery di Londra, nella battaglia legale avviata dai nipoti di Greta Moll per la restituzione del ritratto firmato Henry Matisse, conclusasi in marzo con il rigetto della richiesta. «Ho lavorato per numerosi anni con la National Gallery – afferma Thaddeus Stauber, partner della law firm – ma ho anche rappresentato i patrimoni e le famiglie di artisti leggendari, come Picasso, e di ultima generazione come Sterling Ruby». L’esperienza aiuta nella strategia di casi complessi: così è stato per la richiesta sulle opere del barone Mór Lipót Herzog. Nixon Peabody ha ottenuto per il governo ungherese che la più grande causa di restituzione tra un privato e una nazione si sia trattata in Ungheria e non negli Usa.