Timori e Opportunità della GenAI nel Settore Legale: l’ultimo Studio di Thomson Reuters
Timore per la pratica non autorizzata, preoccupazioni per le entrate e basso tasso di adozione: una recente indagine di Thomson Reuters rivela che molti avvocati continuano a temere l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa
Un recente studio condotto da Thomson Reuters 2024 generative AI in professional services report | Thomson Reutersha sondato l’opinione dei professionisti legali a livello globale sull’impatto della GenAI (intelligenza artificiale generativa). I risultati rivelano che i timori su questa tecnologia persistono: il 77% degli intervistati vede la “ pratica legale non autorizzata ” come una minaccia, mentre il 42% ritiene che la GenAI rappresenti una notevole minaccia per i ricavi degli studi legali.
Il sondaggio ha coinvolto 1.128 professionisti di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Australia. Il 29% di loro lavorava in studi legali o come liberi professionisti, con il 46% del campione complessivo appartenente al settore legale. Altre professioni rappresentate includevano consulenti fiscali e contabili.
Nonostante alcuni nel settore sostengano che una gestione corretta della GenAI possa portare vantaggi significativi, molte preoccupazioni rimangono. Solo il 14% degli intervistati crede che la GenAI non rappresenti alcuna minaccia per i ricavi, e solo il 6% non vede minacce per i posti di lavoro. Invece, il 59% ritiene che la GenAI costituisca una minaccia, più o meno grave, per l’occupazione legale.
L’attenzione sull’esercizio della professione legale non autorizzata potrebbe derivare dal fatto che la maggior parte degli avvocati intervistati proviene dagli Stati Uniti.
In termini di utilizzo concreto, solo il 14% degli avvocati ha dichiarato di utilizzare già la GenAI. Tra i principali studi legali statunitensi e britannici, questa percentuale sarebbe probabilmente più alta. Tuttavia, a livello globale, considerando sia le piccole che le grandi aziende e i team interni, il dato sembra realistico. È significativo notare che il 40% del campione legale non intende utilizzare la GenAI nel proprio lavoro.
Questi dati mostrano che, sebbene molti grandi studi legali e team aziendali stiano adottando la GenAI, a livello più ampio, questa tecnologia non è ancora universalmente accettata. La varietà delle opinioni riflette la diversità del settore legale, che comprende molte piccole imprese.
Il sondaggio ha anche esaminato i tipi di strumenti GenAI utilizzati. Tra coloro che già impiegano questa tecnologia, il 27% utilizza strumenti open source come ChatGPT, mentre il 12% utilizza strumenti specifici del settore legale che richiedono licenze particolari.
Sebbene l’adozione globale della GenAI sia ancora bassa, coloro che la utilizzano preferiscono spesso modelli non modificati come ChatGPT. Questo è comprensibile considerando che le piccole aziende e i piccoli team legali potrebbero ricorrere a strumenti accessibili e gratuiti per supportare le loro esigenze legali.
In sintesi, mentre i leader del settore legale sono avanti nell’adozione della GenAI, la maggioranza degli avvocati rimane incerta su come questa tecnologia influirà sul loro lavoro e sul futuro della professione. Le organizzazioni legali devono quindi lavorare per diffondere una maggiore comprensione e accettazione della GenAI.
Dettagli del Sondaggio
Il sondaggio è stato condotto online tra gennaio e febbraio 2024, coinvolgendo 1.128 intervistati. Il 29% lavorava in studi legali o come liberi professionisti, mentre il 46% apparteneva al settore legale in generale. Gli intervistati provenivano da Stati Uniti (48%), Regno Unito (19%), Canada (16%), Australia (14%) e Nuova Zelanda (4%). I partecipanti sono stati selezionati per la loro familiarità con la tecnologia GenAI.
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*A cura di Valeria Cavallo, Marketing & Communication Manager Deloitte Legal