Tribunale Ue conferma revoca immunità ai parlamentari imputati per la tentata secessione della Catalogna
Gli eurodeputati ricorreranno alla Corte di giustizia per l'ultimo tentivo di difesa della loro protezione dalla giustizia spagnola
Il Tribunale Ue conferma la revoca dell'immunità stabilita dal Parlamento Ue contro tre dei suoi membri imputati in Spagna per il tentativo secssionista della regione della Catalogna. Puigdemont, Comín e Ponsatí all'epoca dei fatti del 2017 erano il primo presidente e gli altri due membri della Generalitat de Cataluña, organo politico della Comunità autonoma della Catalogna.
La decisione di conferma della legittimità della decisione del Parlamento è contenuta nelle due sente sulle cause T-115/20 e T-272/21. I ricorrenti hanno già annunciato di impugnaree la decisione del Tribinale Ue di fronte alla Corte dii giustizia dell'Unione.
La vicenda prende le mosse dall'elezione al Parlamento europeo dei tre politici spagnoli che già si erano sottratti alla giusitizia spagnola, che si è vista poi costretta a sospendere il procedimento quando era scattata l'immunità da eurodeputati in attesa della decisione sulla richiesta di revocarla.
La vicenda
A seguito dello svolgimento, il 1ºottobre 2017, del referendum per l'autodeterminazione della Catalogna (Spagna), il pubblico ministero spagnolo, l'avvocato dello Stato spagnolo e il partito politico VOX hanno avviato un procedimento penale a carico di varie persone, tra le quali i tre eurodeputati.
Nel marzo 2018, la Corte suprema spagnola ha emesso un'ordinanza contestando loro le presunte violazioni di ribellione e di malversazione.
Con ordinanza del 9 luglio 2018, la Corte suprema spagnola ha dichiarato che questi ultimi si erano rifiutati di comparire, a seguito della loro fuga dalla Spagna, e sospendeva il procedimento penale a loro carico fino a quando non fossero stati rintracciati.
Puigdemont e Comín, in seguito, hanno presentato la loro candidatura alle elezioni dei membri del Parlamento europeo tenutesi in Spagna il 26 maggio 2019 e sono risultati eletti. Però i loro nomi non figuravano nell'elenco dei candidati eletti in Spagna poiché non avevano prestato il giuramento di osservanza della Costituzione spagnola richiesto dalla normativa nazionale. Sono quindi stati dichiarati vacanti i seggi loro corrispondenti e sospese tutte le prerogative che potessero spettare loro in virtù della loro carica fintantoché non avessero prestato detto giuramento.
In seguito una deputata europea agendo in nome di Puigdemont e Comín ha chiesto con messaggio di posta elettronica al Parlamento europeo di difendere la loro immunità parlamentare.
I Mae da eseguire
Il magistrato inquirente della sezione penale della Corte suprema spagnola ha emesso mandati d'arresto nei confronti di Puigdemont, Comín e Ponsatí, affinché potessero essere giudicati nell'ambito del procedimento penale a cui si erano sottratti.
Dal canto suo il presidente del Parlamento Ue rispondeva all'eurodeputata che chiedeva la difesa dell'immunità per i politici spagnoli che quest'ultimi non potevano essere considerati membri validamente eletti in quanto mancava la comunicazione ufficiale della loro elezione da parte delle autorità spagnole. Ma dopo la pronuncia della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 19 dicembre 2019 relativa a un altro caso, il Parlamento Ue ha preso atto, nel corso della seduta plenaria del 13 gennaio 2020, della validità dell'elezione dei tre eurodeputati spagnoli. con effetto dal 2 luglio 2019. Infatti la pronuncia della Corte ha affermato che si doveva ritenere che una persona, ufficialmente proclamata eletta al Parlamento, ma non autorizzata ad adempiere taluni requisiti previsti dal diritto nazionale a seguito di detta proclamazione, nonché a recarsi al Parlamento europeo per prendere parte alla prima sessione dello stesso, beneficiasse comunque di un'immunità in forza del protocollo n. 7 sui privilegi e sulle immunità dell'Unione europea.
Lo stesso giorno della proclamazione, la Corte suprema spagnola ha chiesto al Parlamento la revoca dell'immunità parlamentare per i tre membri spagnoli (nel frattempo a seguito della brexit il 31 gennaio 2020 anche la Ponsatí era divenuta deputata con effetto al 1ºfebbraio 2020).
Con decisioni del 9 marzo 2021, il Parlamento ha deciso di revocare l'immunità per tutti e tre gli eurodeputati, di cui oggi il Tribunale respinge la domanda di annullare tali decisioni.
Il rigetto del ricorso al Tribunale Ue
Il Tribunale considera che, con la decisione contenuta nella sua lettera del 10 dicembre 2019 il presidente del Parlamento ha, in sostanza, implicitamente rifiutato di comunicare in Aula la richiesta di difesa dell'immunità parlamentare di Puigdemont e Comín e di deferirla alla commissione competente per esame. Tuttavia, il Tribunale afferma che la decisione di difesa richiesta non era in ogni caso tale da produrre effetti giuridici vincolanti, cosicché (al pari di una decisione del genere, qualora fosse stata adottata) suddetto rifiuto implicito non costituisce un atto impugnabile. Il Parlamento, infatti, non può adottare decisioni di difesa dell'immunità produttive di effetti giuridici vincolanti nei confronti delle autorità giudiziarie spagnole, né sulla base della sua competenza esclusiva per revocare l'immunità di cui trattasi, né sulla base del diritto nazionale cui il diritto dell'Unione rinvia.
La legittimità della procedura di revoca
Con la sua sentenza il Tribunale respinge il ricorso di Puigdemont, Comín e Ponsatí contro le decisioni del Parlamento di accogliere le richieste di revoca della loro immunità.
Il Tribunale respinge tutti i motivi di ricorso dedotti dai tre deputati, in particolare i loro argomenti secondo cui il Parlamento avrebbe commesso errori nel concludere che i procedimenti giudiziari in discussione non sarebbero stati avviati con l'intento di nuocere all'attività dei deputati. Per giungere ad una simile conclusione, il Parlamento si è basato su diversi elementi, considerati congiuntamente, ossia la circostanza che i fatti contestati sono stati commessi nel 2017 mentre i ricorrenti hanno acquisito la qualità di membro del Parlamento il 13 giugno 2019 e che, da un lato, essi sono stati incriminati il 21 marzo 2018, vale a dire in un momento in cui l'acquisizione dello status di deputato europeo era ipotetica e, dall'altro, tale imputazione riguardava anche altre persone, che non erano membri del Parlamento.
Secondo il Tribunale, non spettava al Parlamento, nell'ambito del suo esame di una richiesta di revoca dell'immunità, valutare la legittimità dei provvedimenti giudiziari spagnoli. Tale questione rientra infatti nella competenza esclusiva delle autorità nazionali.
I tre deputati hanno parimenti lamentato la violazione del principio di imparzialità ad opera del Parlamento. Ma al riguardo il Tribunale fa presente che la rotazione paritaria della funzione di relatore non osta a che un unico relatore sia designato per esaminare più casi di immunità connessi quando, come nel caso concreto. Inoltre, le richieste di revoca dell'immunità riguardano deputati interessati da un medesimo procedimento penale.
Peraltro, la missione di relatore è sempre affidata a un deputato il quale, per definizione, non è neutro sotto il profilo politico. Tale deputato agisce tuttavia nell'ambito di una commissione la cui composizione riflette l'equilibrio dei gruppi politici in Parlamento.
Quindi il Tribunale rileva che il relatore incaricato della richiesta di revoca dell'immunità di Puigdemont è stato designato dalla commissione giuridica conformemente alla rotazione paritaria stabilita tra i gruppi politici. Per cui l'appartenenza del relatore incaricato delle richieste di revoca dell'immunità al gruppo politico europeo dei conservatori e riformisti europei (CRE) è, in linea di principio, ininfluente sulla valutazione della sua imparzialità.
Non ha rilievo di conseguenza che il gruppo politico CRE comprenda anche i deputati del partito politico spagnolo VOX, che ha sostenuto il procedimento penale a carico dei tre deputati. Conclude il Tribunale affermando che la situazione particolare che riguarda i deputati membri del partito VOX non può estendersi de plano a tutti i membri del gruppo europarlamentare CRE per il solo motivo che condividono affinità politiche.
La sospensione della decisione del Parlamento
Con ordinanza del 24 maggio 2022 il vicepresidente della Corte di giustizia aveva disposto la sospensione dell'esecuzione delle decisioni. Ma tale ordinanza cessa d'avere efficacia dalla pronuncia della sentenza da parte del Tribunale. E l'annunciata impugnazione dinanzi alla Corte di giustizia non avrebbe l'automatico effetto di sospendere l'esecutività di tale decisione. È però possibile chiedere alla Corte di giustizia provvedimenti provvisori dal momento della presentazione dell'impugnazione.