Truffa per chi altera il contachilometri dell'automobile
Commette il reato di truffa il venditore che, mediante l'alterazione del reale chilometraggio di un'autovettura, eseguita con intervento sul relativo tachimetro, faccia apparire una percorrenza chilometrica di gran lunga inferiore a quella reale, così inducendo in errore l'acquirente sulle reali condizioni di usura del mezzo e sulla congruità del prezzo pattuito. Questo è quanto emerge dalla sentenza n. 513/2019 del Tribunale di Ferrara.
I fatti - Vittime della truffa sono due coniugi i quali, alla ricerca di una autovettura usata, rispondevano ad un annuncio online inserito dal titolare di una società concessionaria di autoveicoli di un paese nelle vicinanze. Dopo aver trovato l'accordo con il venditore sul prezzo, la coppia si faceva consegnare direttamente l'autovettura, sostanzialmente fidandosi delle rassicurazioni fornite sulle buone condizioni della macchina. Dopo poche settimane, tuttavia, la vettura presentava i primi problemi e, a seguito di controlli eseguiti presso un'officina ufficiale della casa automobilistica di appartenenza dell'auto, gli acquirenti scoprivano che l'automobile aveva percorso già 4 anni prima dell'acquisito più di 200 mila km, contro i 95 mila dichiarati dal venditore nell'annuncio. Di qui i vani tentativi di contattare il titolare della concessionaria e la successiva querela per truffa.
La decisione - Instaurato il processo penale contro il titolare della società concessionaria, il Tribunale ritiene integrati gli estremi del reato ex articolo 640 del codice penale, essendo tra l'atro l'imputato già stato più volte segnalato nelle banche dati in uso alle forze dell'ordine per condotte truffaldine attuate con le medesime modalità. Ebbene, il giudice afferma che la ricostruzione dell'accaduto denota «chiaramente una volontà ingannatoria, che ha tratto in errore gli acquirenti dell'autovettura circa le reali caratteristiche e lo stato di usura della stessa». Difatti, i messaggi con i quali l'automobile veniva presentata nell'annuncio online sono di natura mendace e hanno indotto i coniugi «ad acquistare l'automobile a un prezzo maggiore rispetto a quello di mercato». Anzi, sottolinea il Tribunale, se gli stessi coniugi avessero conosciuto il reale chilometraggio del veicolo, con ogni probabilità non si sarebbero affatto determinati all'acquisto.
Tribunale di Ferrara - Sezione penale - Sentenza 28 maggio 2019 n. 513