Professione e Mercato

Una nuova visione delle Comunità Energetiche, le CER come Matrioske Sociali

Benefici diretti ed indiretti di un nuovo modello sociale, prima e oltre l’incentivo

di Barbara Pirelli*

Le CER e i benefici sociali ed economici indiretti

Le Comunità Energetiche rappresentano delle innovazioni nel settore energetico attraverso le quali è possibile dar vita alla c.d. “ ecologia sociale ”cioè utilizzando la comunità e le forme di aggregazione è possibile occuparsi di politiche ambientali con un approccio bottom-up (dal basso verso l’alto).

La Comunità Energetica consiste, quindi, in un raggruppamento di persone (persone fisiche, PMI, enti territoriali, autorità locali, amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti del terzo settore) che decidono di produrre, consumare e condividere localmente energia da fonti rinnovabili; in questo modo si generano dei benefici economici (riduzione dei costi in bolletta), ambientali (riduzione della CO2) e sociali (riduzione della povertà energetica per i soggetti economicamente più fragili).

La normativa di riferimento è la seguente: il quadro normativo Europeo per favorire lo sviluppo delle Fonti Energetiche Rinnovabili è dettato dalla Direttiva Europea RED I/2009/28/CE; la Direttiva Europea RED I è stata recepita in Italia con il D.L.gs.28/2011 . La Direttiva Europea RED II (2018/2001) ha,invece, disposto che gli Stati Membri raggiungano entro il 2030 la quota di energia da fonti rinnovabili, nel consumo finale lordo, pari al 32%.

La RED II, per consentire la promozione e lo sviluppo delle Comunità Energetiche, è stata recepita in Italia (in modo provvisorio) con il Decreto Legge n.162 del 2019 art. 42 bis ( Decreto Milleproroghe ) convertito nella legge n. 8 del 2020 ( limite di potenza complessiva degli impianti fino a 200 kW e comunità energetiche sottese alla medesima cabina secondaria ).

La RED II è stata recepita in Italia in modo definitivo con il d.lgs. 199/2021 entrato in vigore il 15 dicembre 2021 ( impianti con potenza fino ad 1MW e comunità energetiche sottese alla stessa cabina primaria). Il nuovo Decreto CER di incentivazione è stato inviato alla Commissione Europea il 23 febbraio 2023 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Ad oggi la Commissione Europea non si è ancora pronunciata.

L’entusiasmo per le CER è davvero tanto ma a livello economico qual è la convenienza di costituire una CER?

In termini economici quali sono gli incentivi previsti?


Un primo ricavo riguarda la vendita diretta cioè l’energia prodotta in eccesso dai membri ma non consumata; questa energia può essere o immagazzinata nei sistemi di accumulo per ricaricare le batterie oppure viene venduta al GSE che la immette in rete ma ad un prezzo molto basso, circa la metà o un terzo.
In pratica il GSE periodicamente calcola l’energia in eccesso che viene immessa in rete e poi riconosce alla CER il ricavo della vendita. Per l’energia eccedente viene riconosciuto il solo valore economico dell’energia senza altri benefici.

L’ incentivo riconosciuto alla CER per 20 anni è il c.d. “ premio di ritorno ” che viene riconosciuto sull’energia elettrica condivisa cioè sull’energia che i membri della CER producono e consumano contemporaneamente nello stesso arco orario. Infine, è stato previsto un incentivo economico sulla riduzione delle perdite in rete grazie all’ energia condivisa, ma è un incentivo molto piccolo.
Le CER però presentano anche alcuni svantaggi legati alle complessità burocratiche, ai lunghi tempi di autorizzazione e all’incertezza burocratica-normativa.

Dunque, ci si chiede: la diffusione capillare delle CER può avvenire solo puntando sui benefici sociali, economici e ambientali legati alla transizione energetica o è ipotizzabile un’altra scalabilità delle CER che punti anche sul senso della comunità, delle relazioni, della contaminazione in grado di produrre benefici sociali ed economici indiretti?

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Questo è stato l’interrogativo dal quale è partito il nostro team (eravamo presenti a Napoli-dal 27 al 29 settembre 2023-per la terza edizione dei Green Blue Days evento ideato da Sonia Cocozza, Rosy Fusillo ed Elisabetta Masucci)- composto da Martina Bosone: Architetto e ricercatrice presso l’Università Federico II di Napoli, Barbara Pirelli: Avvocato del Foro di Taranto e Legal e Sustainability Content Creator e Domenico Vito: Ingegnere e ricercatore.

Da tempo il nostro team sta conducendo studi scientifici sulle CER, alcuni mesi fa abbiamo pubblicato due paper scientifici: uno in occasione del XVII Colloquio Scientifico sull’Impresa Sociale –Università di Perugia 9-10 giugno 2023 e l’altro paper è stato tradotto in inglese e presentato ad un convegno internazionale organizzato dall’Università di Atene-Evaluting Energy Communities: A New Social and Economic Model for Implementing the Ecological Transition-ICCSA 2023-

Qui di seguito uno stralcio della nostra visione delle CER che è stata oggetto di intervento al Circle Time in Agorà del 28 settembre in occasione dei Green Blue Days dal titolo: “ Comunità Energetiche da dove iniziare? Benefici diretti ed indiretti di un nuovo modello sociale , prima e oltre l’incentivo ”.

L’intervento di Barbara Pirelli

Le Comunità Energetiche sono un nuovo modello socio-economico attraverso le quali è possibile realizzare non solo i benefici sociali diretti, tipici delle configurazioni CER ( es. riduzione della povertà energetica per i soggetti più fragili, riduzione dei costi per l’approvvigionamento elettrico) ma è ipotizzabile anche la realizzazione di altri benefici sociali indiretti,quindi, non previsti dalla normativa ma che non entrano in contrasto con la stessa .

A mio avviso la Comunità Energetica può essere considerata come una Matrioska Socialecioè una grande madre di buon governo che raccoglie intorno a sè protagonisti eterogenei che- entrando in relazione e contaminandosi - realizzano in modo indiretto benefici sociali superiori a quelli previsti dalla normativa.

La costituzione di una Comunità Energetica si configura, sicuramente per la prima volta nel panorama europeo e nazionale, come una grande opportunità corale per occuparsi e risolvere altre problematiche sociali; la Comunità Energetica può essere considerata anche come un esercito di pace che condivide valori etici in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030.

Le CER, innegabilmente, sono acceleratori di giustizia sociale in grado di generare quelli che io definisco “ Quartieri Formica ”, cioè quartieri laboriosi, solidali e resilienti che - attraverso i ruoli sociali dei propri membri, consentano con altre attività ed iniziative ( non strettamente legate alla transizione energetica) il riscatto di quella fascia sociale penalizzata e ghettizzata, dove dilaga la criminalità giovanile, il disagio,la violenza, la dispersione scolastica, la povertà ecc.

Partiamo da un dato di fatto e cioè che la costituzione di una Comunità Energetica presenta delle lentezze di natura burocratica soprattutto perché ad oggi ci sono ancora tante incertezze dal punto di vista normativo oltre ai lunghi tempi di autorizzazione,inoltre, secondo alcuni i risparmi in bolletta sono minimi. Un altro rischio delle Comunità Energetiche è il basso reclutamento, la bassa partecipazione ed abbandono dell’iniziativa.

Bene questo stato di cose può generare tra la gente confusione e sfiducia verso la realizzazione delle Comunità Energetiche; per questa ragione è necessario effettuare un’attenta indagine del territorio per capire quali soggetti aggregare, per evitare di lasciare fuori dalla configurazione CER i soggetti più vulnerabili e marginali. A livello normativo le CER non sono state pensate per allargare le proprie potenzialità, i propri orizzonti ad altri benefici sociali non strettamente legati all’ambito energetico.

Perché l’innovazione tecnologica delle CER possa davvero funzionare come investimento economico e sociale a mio avviso appare opportuno rivolgere lo sguardo oltre la transizione energetica; è forse il caso di soffermarsi a valutare tutti quei benefici sociali ed economici indiretti che si possono generare attraverso la contaminazione culturale e le relazioni umane. Dilatando i confini dei benefici sociali delle CER si rafforza il senso di appartenenza ad una Comunità che genera solidarietà e sentimenti di protezione verso gli altri, garantendo quartieri più inclusivi e sicuri. La normativa sulle Comunità Energetiche, così come è stata pensata, in realtà trascura tutta una serie di potenzialità di welfare cittadino che le CER possono sviluppare in modo indiretto, con un effetto domino sui quartieri e su tutto il territorio locale.

Le Comunità Energetiche vanno viste non solo come luogo di comunità dove i membri possono produrre e condividere energia da fonti rinnovabili ma le CER devono poter essere pensate come dei contesti pluridimensionali in cui avvengono relazioni ed “incontri circolari” , in cui attuare la partecipazione attiva della cittadinanza nelle varie sfere della società. Per fare un esempio pratico possiamo pensare alla Comunità Energetica come un negozio di Smart Home e domotica, quindi, chi entra in una CER può usufruire di una serie di benefici in campo energetico.

In realtà, la Comunità Energetica ha innumerevoli potenzialità ancora inespresse che possono venir fuori concentrandosi maggiormente sul senso di comunità, di appartenenza che produce benefici sociali indiretti. Tutti i membri di una CER entrando in relazione tra loro si arricchiscono umanamente perché sono portatori di valori ed esperienze di vita differenti,quindi, grazie alla collaborazione e alla contaminazione ogni membro entra nella realtà sociale dell’altro scoprendo nuove opportunità e trovando soluzioni per ogni problema.

In questo modo la Comunità Energetica immaginandola come un negozio di Smart Home e domotica finisce per diventare un grande Centro Commerciale dove è possibile trovare tutto ciò che ci serve grazie all’interconnessione umana, che ottimizza la governance di un intero territorio. Le Comunità Energetiche, ad esempio, in modo diretto ed indiretto possono realizzare politiche giovanili che tengano conto degli interessi dei giovani, che li coinvolgano nei processi decisionali, che ascoltino le loro problematiche. Consentire la partecipazione dei giovani alla vita delle CER significa anche prevenire e controllare tutta una serie di fenomeni devianti giovanili come il consumo di droghe, il bullismo, la violenza sulle donne e sui soggetti più vulnerabili, la commissione di reati ecc. La Carta Europea realizzata nel 1992 e poi aggiornata nel 2003 prevede la partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale.

La Comunità Energetica può realizzare i c.d. benefici sociali indiretti (senza entrare in contrasto con l’oggetto sociale prevalente previsto nello statuto) proprio grazie alla eterogeneità dei suoi membri e alle iniziative sociali da questi intraprese nel loro settore che, nell’ottica di un “effetto domino” producono altri benefici sociali ed economici sulle CER non contemplati nella normativa.

Per spiegare la mia visione olistica di CER faccio un esempio pratico:se una CER è costituita da una parrocchia, una scuola, un complesso di case popolari, da attività commerciali ecc. può realizzare tutta una serie di attività solidali indirette di aiuto al cittadino.

Ad esempio nei locali della parrocchia o nei locali messi a disposizione da qualche altro membro appartenente alla Comunità Energetica si può realizzare un “repair cafè” ; i repair café sono ambienti in cui avvengono incontri aperti a tutti e che ruotano attorno alla riparazione. In questi locali , in un’ottica di economia circolare, si può aggiustare qualunque cosa dagli elettrodomestici ai vestiti, alle biciclette ecc. In questi luoghi c’è la condivisione dei saperi, persone senza competenze nella riparazione lavarono insieme agli esperti per raggiungere lo scopo comune che è quello di non buttare ma riutilizzare.

I “ repair cafè ” sono luoghi ideali per creare inclusione sociale in particolare la Comunità Energetica può pensare di far partecipare in modo attivo anche adolescenti del quartiere che hanno sviluppato condotte devianti ( uso di sostanze, disturbi alimentari, bullismo, delinquenza ecc.). Secondo la mia visione di CER la partecipazione ai “repair cafè” potrebbe pensarsi come un progetto di recupero sociale per gli adolescenti che devono seguire un percorso di messa alla prova previsto dal Tribunale per i Minorenni; il percorso di messa alla prova - previsto dal D.P.R. 448/1988 - prevede la sospensione del processo e l’affidamento del minore al servizio sociale ; il servizio sociale crea un progetto educativo per il recupero del minore che può avere contenuti diversi da attività di studio, lavoro, sport, attività sociali o di volontariato. Inoltre, il minore problematico potrebbe essere coinvolto, attraverso il percorso di messa alla prova, anche nelle campagne di sensibilizzazione e promozione sull’utilizzo e lo sviluppo delle energie rinnovabili.

La partecipazione ai “repair cafè” potrebbe essere una valida alternativa anche per il recupero e l’inclusione di tutti quegli adulti problematici come i ludopatici oppure con dipendenze da alcol, droghe ecc. Le stesse persone potrebbero essere coinvolte in tutte quelle attività per la promozione e la conoscenza della transizione energetica e per lo sviluppo delle Comunità Energetiche.

La parrocchia che sia membro della CER può dilatare la dimensione di Comunità attraverso altri percorsi di solidarietà indirettamente legati alla CER e che possono coinvolgere attivamente i suoi membri; ad esempio per aiutare le persone meno abbienti( all’interno della parrocchia )si può creare “il muro della gentilezza” un’ idea che nasce in Iran e che poi si è diffusa nel resto del mondo; in pratica il muro della gentilezza è uno spazio dove lasciare un vestito, un oggetto o un giocattolo; di conseguenza le persone che ne hanno bisogno potranno prenderlo con discrezione senza provare disagio.

Il muro della gentilezza rientra nelle c.d. iniziative di “ economia sospesa ”; quindi, nel perimetro della Comunità Energetica si possono creare altre iniziative solidali indirette come ad es. “il caffè sospeso”, la pizza sospesa, la spesa sospesa realizzabili dalle attività commerciali del quartiere o ancora si può pensare di regalare biglietti per l’autobus, per il cinema, per il museo ecc.

In definitiva i membri della Comunità Energetica possono, dunque, beneficiare di tutte quelle iniziative solidali intraprese da altri membri della CER in un’ottica di collaborazione circolare. In ragione di ciò la Comunità Energetica deve essere vista come un microcosmo laborioso inserito in “ Quartieri Formica “ cioè rigenerati, resilienti, solidali ed attenti alla sostenibilità .

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*Barbara Pirelli, Avvocato - Legal e Sustainability Content Creator”





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