Giustizia

Inaugurazione anno giudiziario, un quadro in chiaroscuro meno pendenze ma processi ancora lunghi

La fiducia nella giustizia e la sua efficienza dipenderà dalla realizzazione delle riforme, ora nelle mani del legistatore delegato

di Paola Rossi

Il saluto e la gratitudine a Mattarella è al centro di tutti gli interventi nell'Aula Magna della Corte di Cassazione dove si è tenuta l'udienza solenne di inaugurazione del nuovo anno giudiziario e le relazioni sui dati della giustizia del 2021. Il Presidente della Repubblica è stato ringraziato per il suo esempio di "servitore dello Stato" - anche a fronte degli scandali che hanno investito il Consiglio superiore della magistratura - consentendo col suo ruolo di arginare la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti della giustizia italiana. L'ultima apparizione pubblica del Presidente della Repubblica nella veste di vertice del Csm allo spirare del suo settennato al Quirinale. Inaugurazione che, seppur non totalmente partecipata da remoto, ha visto la presenza di sole 75 persone - a fronte dei circa 350 partecipanti nell'era prepandemica - tra magistrati e rappresentanti delle istituzioni militari e di polizia e dell'Avvocatura.

Domani sarà la volta dell'avvio dell'anno giudiziario nelle 26 Corti di appello d'Italia.

I dati nella relazione del Primo Presidente della Corte di cassazione
L'analisi dell'amministrazione della giustizia del Primo Presidente della Cassazione Pietro Curzio fa riferimento in più passaggi a un "quadro in chiaroscuro": meno cause pendenti, ma tempi del processo anche più lunghi in diversi casi.

Nel settore civile migliorano i numeri delle cause pendenti, diminuite del 6,5%. Con un incremento del 9,8% delle definizioni dei processi rispetto al 2021.
Aumentano però le nuove iscrizioni dell'1,9% anche se il tasso è decrescente. Si è comunque passati - fa rilevare Curzio - da 3.321.149 a 3.106.623 procedimenti pendenti: un risultato ancor più positivo in rapporto ai 5 milioni di cause pendenti che si registravano un decennio fa. Nell'anno trascorso ci sono state circa 200mila liti pendenti in meno.

Ma i tempi di definizione dei processi rimangono troppo elevati: sul fronte della giustizia penale la durata dei processi è generalmente in crescita, ma in misura non univoca tra diversi uffici giudiziari.

Le cause pendenti penali si sono assestate sul numero di 2.540.674 con una diminuzione del 3,8% in meno rispetto all'anno precedente. A differenza del settore civile la diminuzione delle pendenze penali non è legata all'aumento delle cause definite, di fatto rimaste stabili, bensì alle minori iscrizioni di reato. Secondo il Primo Presidente tale riduzione non è un dato di univoca valutazione, ma nel complesso indica un miglioramento della convivenza civile nel nostro Paese. Giudizio positivo che non si attaglia però alla lettura dei dati sui reati in famiglia e contro le donne: in particolare su 295 omicidi 118 hanno riguardato donne assassinate in ambito familiare/affettivo e in 70 casi per mano del partner o ex partner. A riprova- conclude sul punto Curzio - della mancata metabolizzazione di una vera uguaglianaza tra uomini e donne.

Le prospettive offerte dal Pnrr
Il Primo Presidente punta l'attenzione e le speranze sul nuovo ruolo riformatore degli obiettivi, sostenuti da ingenti risorse finanziarie, contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza anche in materia di riforma della giustizia. Un impegno per aumentare dotazioni di risorse umane e materiali, garantito dall'obbligo cadenzato di rendicontazione sino al bilancio finale del 2026.


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