Professione e Mercato

Il trust per la salvaguardia e gestione delle collezioni

Oltre a garantire la segregazione delle opere conferite, rendendole insensibili agli eventi personali e legali sia del disponente che dei beneficiari, permette al collezionista di dettare regole per la loro gestione e fruizione

di Giuseppe Macaluso*

Il crescente interesse nell'arte, non solo come oggetto di passione e coinvolgimento emotivo, ma anche quale investimento alternativo, ha portato alla diffusione di figure professionali specializzate in beni artistici e da collezione. Tali figure hanno la funzione di assistere i collezionisti nella attività di gestione, permettendo loro di affrontare serenamente complessità operative, patrimoniali, legali, o derivanti in genere da una maggiore regolamentazione internazionale.

Tra i temi più sentiti vi è l'attuazione di strategie di gestione e accrescimento ordinato della collezione nel lungo periodo, che rispondano ai desideri e alla visione artistica del collezionista, assicurando la conservazione e la trasmissione unitaria dei beni, il cui valore potrebbe essere compromesso nel momento in cui eredi poco interessati ne entrino in possesso.

L'uso del trust per tali finalità è ormai consolidato, in quanto, oltre a garantire la segregazione delle opere conferite, rendendole insensibili agli eventi personali e legali sia del disponente che dei beneficiari, permette al collezionista di dettare regole per la loro gestione e fruizione.

E' inoltre sempre più diffuso l'utilizzo di questo strumento da parte di artisti che desiderano assicurare una continua attività di conservazione e valorizzazione della propria opera anche dopo la morte.

Affinché tali volontà siano rispettate, sarà fondamentale che il trustee, con il supporto del disponente e dei suoi consulenti, le declini puntualmente nel regolamento di trust.

Sarà per esempio possibile stabilire le modalità di esposizione delle opere, la loro collocazione in abitazioni o in spazi dedicati, i limiti a cessioni e comodati, le strategie di crescita della collezione, eventuali ruoli operativi dei beneficiari, nonché la configurazione di piani di gestione che contemplino sia il godimento privato, che la fruizione pubblica.

Prima dell'apporto dei beni in trust, sarà tuttavia imprescindibile per il trustee effettuare una due diligence approfondita sui beni.

Questo processo includerà perizie e valutazioni, particolarmente utili ai fini contabili e assicurativi, oltre che verifiche sull'autenticità, titolarità e provenienza delle opere, spesso controverse a causa della storica informalità delle transazioni.

Le attività di compliance potrebbero in questo caso essere facilitate grazie al supporto di fondazioni, archivi ed istituti di ricerca, i quali dispongono di propri registri e spesso anche di cataloghi ragionati, potendo inoltre essere agevolate dal crescente uso di tecnologie blockchain per il tracciamento dei beni collezionabili.

Le strategie di gestione e sviluppo della collezione messe in atto dal trustee, dovranno quindi tenere conto delle specificità dei beni artistici, con particolare riferimento alla loro scarsa liquidità, al difficile monitoraggio dei livelli di rischio, e alle eventuali limitazioni alla circolazione presenti in determinate giurisdizioni, che potrebbero avere un impatto negativo sul valore di vendita.

Per favorire la redditività e la sostenibilità della struttura, si potrebbero configurare attività di comodato o eventualmente di cessione, combinate con strategie di gestione della proprietà intellettuale e dell'eventuale "brand" legato al nome della famiglia collezionista, se non a quello dello stesso artista.

Ciò consentirà di coprire le spese di mantenimento delle opere relative, per esempio, a servizi legali, logistici, di restauro o assicurativi.In tali attività, il trustee potrà essere affiancato da un guardiano o da un comitato artistico con competenze tecniche, che ne monitori l'operato a tutela dei beneficiari e delle finalità del trust.

Tali figure avranno un ruolo incisivo nella determinazione delle strategie di valorizzazione dei beni tramite, per esempio, organizzazione di esposizioni, attività scientifiche, presenza museale o prestiti a privati. Tra gli esempi virtuosi di utilizzo del trust per la tutela di un patrimonio artistico vi è per esempio il Man Ray Trust, istituito dalla moglie dell'artista con la finalità di continuare le attività di esposizione e valorizzazione delle opere, nonché di supportare iniziative filantropiche di diversa natura.

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*A cura di Giuseppe Macaluso, CEO Capital Trustees

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